s. Pietro in Vaticano 625
quantità, una delle quali di libre 8374 e mezza, formata
dal metallo tolto dal Pantheon, venne poi resa alla ca-
mera apostolica non essendo occorsa, più 3152 libre del
rame venuto da Venezia, che essendo avanzato servì a co-
prir l’albero di castel s. Angelo. Il Milizia mentre collo-
ca fra belle cose di s. Pietro il baldacchino di cui s’è
parlato, dice poi un gran male delle colonne e del resto ,
e si maraviglia « che tanta assurdità sia uscita dall’ in-
« telletto di quello stesso Bernini che architettò la piaz·
« za Vaticana, » Pedi il Milizia , Roma delle belle
arti, pag. 176 e 17 7, ediz. di Bassano 1823.
Innanzi all’altar papale ed in prospetto della nave
grande, per doppia scala di marmo di diciasette gradi-
ni, munita da una bella balaustrata di vaghe pietre, si
discende al piano della sacra confessione, che dal pavi-
mento della Basilica ha palmi 13 e mezzo di profondità
perpendicolare· All’estremità inferiori de’due branchi
di scala sono due colonne d’alabastro d’Orle con basi
e capitelli dorati, sostenenti le statue de’ santi Pietro
e Paolo, pur di bronzo messo a oro, donate dal muni-
fico card. Zeleda. Il vano viene circondato anch’ esso
con una balaustrata di marmi diversi , alta palmi 4 e
mezzo, e che ha un circuito di palmi 100; in essa so-
novi in giro dei cornacopi di metallo doralo, eseguiti
con disegno di Mattia de’Rossi, ove si contengono 89
lampade sempre ardenti. Il venerando luogo della con-
fessione, ossia la nicchia di cui è formata propriamente,
corrisponde all’antico oratorio eretto da s. Silvestro, cd
ivi riposa il corpo del principe degli Apostoli. La nic-
chia suddetta è lunga palmi 5., larga 3 e mezzo, alta 6:
il piano è coperto da una lastra di metallo, avente
nel mezzo un coperchio di bronzo, su cui è collo-
cata Γ urna pure di bronzo dono di Benedetto XIV.,
la quale serve a custodia de’ sacri pallj. Gli antichi
quantità, una delle quali di libre 8374 e mezza, formata
dal metallo tolto dal Pantheon, venne poi resa alla ca-
mera apostolica non essendo occorsa, più 3152 libre del
rame venuto da Venezia, che essendo avanzato servì a co-
prir l’albero di castel s. Angelo. Il Milizia mentre collo-
ca fra belle cose di s. Pietro il baldacchino di cui s’è
parlato, dice poi un gran male delle colonne e del resto ,
e si maraviglia « che tanta assurdità sia uscita dall’ in-
« telletto di quello stesso Bernini che architettò la piaz·
« za Vaticana, » Pedi il Milizia , Roma delle belle
arti, pag. 176 e 17 7, ediz. di Bassano 1823.
Innanzi all’altar papale ed in prospetto della nave
grande, per doppia scala di marmo di diciasette gradi-
ni, munita da una bella balaustrata di vaghe pietre, si
discende al piano della sacra confessione, che dal pavi-
mento della Basilica ha palmi 13 e mezzo di profondità
perpendicolare· All’estremità inferiori de’due branchi
di scala sono due colonne d’alabastro d’Orle con basi
e capitelli dorati, sostenenti le statue de’ santi Pietro
e Paolo, pur di bronzo messo a oro, donate dal muni-
fico card. Zeleda. Il vano viene circondato anch’ esso
con una balaustrata di marmi diversi , alta palmi 4 e
mezzo, e che ha un circuito di palmi 100; in essa so-
novi in giro dei cornacopi di metallo doralo, eseguiti
con disegno di Mattia de’Rossi, ove si contengono 89
lampade sempre ardenti. Il venerando luogo della con-
fessione, ossia la nicchia di cui è formata propriamente,
corrisponde all’antico oratorio eretto da s. Silvestro, cd
ivi riposa il corpo del principe degli Apostoli. La nic-
chia suddetta è lunga palmi 5., larga 3 e mezzo, alta 6:
il piano è coperto da una lastra di metallo, avente
nel mezzo un coperchio di bronzo, su cui è collo-
cata Γ urna pure di bronzo dono di Benedetto XIV.,
la quale serve a custodia de’ sacri pallj. Gli antichi