Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0705
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
s. Prisca 675
mortificare il corpo; e nel pozzo della chiesa, ella, ad
imitazione di s. Pudenziana sua sorella, gittava i corpi
ed il sangue de’martiri, che andava raccogliendo colle
spugne su pe’luoghi ove questi eran fatti morire.
Da quasi sette secoli posseggono questa chiesa i
monaci di Vallombrosa della congregazione di s. Be-
nedetto, instituita da s. Giovan Gualberto, ai quali die-
dela Innocenzo III.
S. PRISCA. Chiesa del rione XIII. , Trastevere,
posseduta da’ padri Agostiniani. In quella parte dell’
Aventino che guarda verso oriente è posta essa chiesa,
ove si vuole dal Marliano che fosse un tempio d’ Er-
cole, ed il Fulvio e Lucio Fauno pretendono fosservi le
terme di Decio imperatore. Gli antichi favolosamente
narrano che stesse in questa parte dell’Aventino una
grotta di Fauno e di Pico con una fonte in cui Numa
pose del vino per inebriarli, con altre simili assurdità.
Noi tutto questo detto abbiamo perchè s’intendano que’
versi che leggonsi nella chiesa da mano sinistra dell’altar
maggiore, postivi da. Callisto III. , e sono.
Prima ubi ad Evandro sacrata est Herculis ara,
Urbis Romanae prima superstitio,
Post ubi structa aedes longe celebrata Dianae,
Structaque tot veterum tempia pudenda Deum.
Montis ^ventini nunc facta est gloria major,
Unius veri religione Dei.
Praecipue ob Priscae quod cernis nobile templum,
Quod priscum merito par sibi nomea habet.
Nam Petrus id docuit populus dum saepe doceret,
Dum faceret magno sacraque saepe Deo.
Dum quos Faunorum fontis decaeperat errar·,
Hic melius sacra purificarci aqua.
P. I. 44
 
Annotationen