486 Palazzi e Gallerie
» pittura Cristo trasfigurato alla divinità, lo guardi in
” quest’opera, nella quale egli lo fece sopra questo mon-
» te , diminuito in un’ aria lucida con Mosè ed Elia ,
» che alluminati da una chiarezza di splendore, si fan-
» no vivi nel lume suo. Sono in terra prostrati Pietro
» Giacomo, e Giovanni in varie e belle attitudini; chi
» ha a terra il capo, e chi con fare ombra agli occhi
» con le mani, si difende dai raggi , e dalla immensa
» luce dello splendore di Cristo, il quale vestito di co-
» lor di neve pare, che aprendo le braccia, ed alzana
» do la testa, mostri la essenza, e la deità di tutte tre
» le persone unitamente ristrette nella perfezione dell’
» arte di Raffaello; il quale pare pure, che tanto si re-
» stringesse colla virtù sua, per mostrare lo sforzo ed
» il valor dell’arte nel volto di Cristo, che finitolo, co-
» me ultima cosa che a fare avesse, non toccò più pen-
» nelli sopraggiungendoli la morte. » Questo quadro su-
blimissimo è in tavola, e fu eseguito dal Sanzio d’ordi-
ne del Cardinal Giuliano de’Medici, poi Clemente V1L,
il quale pagello all’autore 665 ducati d’oro; era desti-
nato per la cattedrale di Lione, ove il card. Giulio era
vescovo , ma poscia non venne colà mandato e rimase
sull’altar maggiore di s. Pietro montorio, dove stiede
fino sul finire del secolo passato, quando venne rapito
in Francia. Di là però , seguita la pace generale, fece
ritorno in Roma, di cui forma uno de’più superbi orna-
menti, giacché universalmente viene risguardato come la
prima fra le pitture del mondo.
2. La Madonna ed altri santi , quadro conosciu-
to col nome della Madonna di Fulìgno. Raffaello, in
età di 27 anni, per soddisfare alle richieste d’un messer
Gismondo Conti, familiare di Giulio IL, lavorò il detto
quadro, che doveva porsi all’altare grande nella chie-
sa di s. Maria di Ara Celi. Morto il committente nel-
» pittura Cristo trasfigurato alla divinità, lo guardi in
” quest’opera, nella quale egli lo fece sopra questo mon-
» te , diminuito in un’ aria lucida con Mosè ed Elia ,
» che alluminati da una chiarezza di splendore, si fan-
» no vivi nel lume suo. Sono in terra prostrati Pietro
» Giacomo, e Giovanni in varie e belle attitudini; chi
» ha a terra il capo, e chi con fare ombra agli occhi
» con le mani, si difende dai raggi , e dalla immensa
» luce dello splendore di Cristo, il quale vestito di co-
» lor di neve pare, che aprendo le braccia, ed alzana
» do la testa, mostri la essenza, e la deità di tutte tre
» le persone unitamente ristrette nella perfezione dell’
» arte di Raffaello; il quale pare pure, che tanto si re-
» stringesse colla virtù sua, per mostrare lo sforzo ed
» il valor dell’arte nel volto di Cristo, che finitolo, co-
» me ultima cosa che a fare avesse, non toccò più pen-
» nelli sopraggiungendoli la morte. » Questo quadro su-
blimissimo è in tavola, e fu eseguito dal Sanzio d’ordi-
ne del Cardinal Giuliano de’Medici, poi Clemente V1L,
il quale pagello all’autore 665 ducati d’oro; era desti-
nato per la cattedrale di Lione, ove il card. Giulio era
vescovo , ma poscia non venne colà mandato e rimase
sull’altar maggiore di s. Pietro montorio, dove stiede
fino sul finire del secolo passato, quando venne rapito
in Francia. Di là però , seguita la pace generale, fece
ritorno in Roma, di cui forma uno de’più superbi orna-
menti, giacché universalmente viene risguardato come la
prima fra le pitture del mondo.
2. La Madonna ed altri santi , quadro conosciu-
to col nome della Madonna di Fulìgno. Raffaello, in
età di 27 anni, per soddisfare alle richieste d’un messer
Gismondo Conti, familiare di Giulio IL, lavorò il detto
quadro, che doveva porsi all’altare grande nella chie-
sa di s. Maria di Ara Celi. Morto il committente nel-