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Nugent, Margherita
Alla mostra della pittvra italiana del'600 e'700: note e impressioni (Vol. 2) — San Casciano Val di Pisa: Società Editrice Toscana, 1930

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https://doi.org/10.11588/diglit.68322#0416
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406 -

getto tratto dalla Gerusalemme Liberata » (Dott. Aido Briganti, Roma) que-
st’ultima collocata nella Sala XXXII. Il da Cortona coltivò anche il
ritratto e ne avemmo a Palazzo Vecchio un esempio notevole
col « Ritratto di Giuseppe Ghisilieri » della Galleria Borghese.
Pietro da Cortona, giovane, aveva le caratteristiche delle
tonalità argentine, quasi lunari tratte dal Veronese ; ad esse unì
le tonalità rosa penetranti e il verde-alga azzurrognolo. Inoltre
il Tintoretto lo aveva soggiogato, non solo per il colore, ma
anche per la composizione, per le fughe fuori dal centro del
quadro e per le catene di figure; a questo s’aggiunse il profondo
studio della tecnica di Tiziano. Il sistema ricco, decorativo di
Annibaie Carracci fu da lui reso gaiamente campestre. I suoi
rossi ed i suoi verdi-azzurri divennero vieppiù vivaci. Epico —
egli talvolta raggiunse l’ariostesco, — poche volte pervenne al tra-
gico tra le sue prospettive aeree, e allora realmente raggiunse
belle armonie. Turbinoso alla veneziana, colla tendenza verso
l’alto, spesso il suo vigore diviene pesante. Nelle sue figure fu
mosso: come il Bernini nelle sue statue, così il da Cortona agita
le pieghe dei suoi rigonfi panneggi. Per un momento si accostò
perfino al Cigoli. Disegnatore superficiale, i suoi schizzi sono
buttati giù alla svelta, in una ridda d’intricate linee. Cuopritore
d’immensi spazi, egli divenne fatalmente scenografico: la figura
in lui non era più che il mezzo a conseguire la massa e il movi-
mento dell’azione; ma questi stessi difetti gli giovarono e furono
fecondi di una scuola rigogliosa di cortoneschi, che dominò oltre
un secolo e mezzo.
Vediamo qui accanto un diretto scolaro del da Cortona, nel
lucchese Pietro Testa, nato nel 1611; forse il più serio dei suoi
scolari, quantunque di sì diverso temperamento da lui. Il Testa
aveva studiato anche col Domenichino; ma in lui la venezianità
prevale talmente, che varie opere sue furono scambiate con quelle
di secentisti veneziani. Artista — fra i minori — è tuttavia una fi-
gura interessante. Roma lo assorbì completamente; fu protetto da
 
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