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VISENTIN! ANTONIO.
Nacque a Venezia nel 1688; fu discepolo ed aiuto, nella esecuzione di vaste decorazioni, di A. Pellegrini; esercitò
anche l'architettura; e come pittore di prospettive e di vedute si accostò al Pannini ed al Canaletto, per quanto di
lui più giovani. Illustrò in numerose incisioni le isole della Laguna e la Basilica di S. Marco, ed intagliò pure com-
posizioni di Antonio Canal. Si vuole che fosse deficiente come figurista, e che il Tiepolo e lo Zuccarelli dipingessero
le macchiette dei suoi quadri; ma sembra una favola. Fu dei fondatori dell'Accademia Veneziana, e v'insegnò archi-
tettura. Morì in patria nel 1782. « Mancava - osserva il Fogolari - di quella fantasia fervente che suscitava in Marco
Ricci, in Michele Marieschi e poi in G. B. Piranesi le portentose visioni architettoniche, ed era portato dallo studio
e dallo spirito critico a prediligere il bel composto ed il classico, e finiva per divenire un poco freddo e pedante ».
il VOLTERRANO (Baldassarre Franceschini).
Nacque a Volterra nel 1611; a Firenze entrò nella bottega di Matteo Rosselli; fu poi scolaro ed aiuto di Giovanni
da San Giovanni, finche l'attrasse la maniera di Pietro da Cortona. Viaggiò anche per l'Italia e studiò le opere dei
bolognesi e dei parmigiani, copiando tutta quanta la cupola del Duomo di Parma, affrescata dal Correggio. Lavorò
oltre che a Firenze, in varie città di Toscana ed a Roma; e a Firenze morì nel 1689. Trattò soggetti religiosi e
profani; dipinse qualche ritratto; ma specialmente eseguì decorazioni ad affresco con bella facilità e con chiara lumi-
nosità, anche se spesso con una certa trascuratezza affrettata. Delle sue opere di cavalietto la più celebre è la Burla
del piovano Arlotto, per lungo tempo attribuita a Giovanni da San Giovanni, e dal Giglioli ragionevolmente restituita
al Volterrano.
ZAIS GIUSEPPE.
Nacque a Venezia nel 1750, fu scolaro dello Zuccarelli pei paesi e del Simonini per le battaglie; lavorò molto per
il ben noto collezionista, il console inglese Smith; ma, dissipato e negligente, morì all'ospedale in Treviso nel 1784.
« Continuatore della maniera dello Zuccarelli, con gusto, spigliatezza e genialità, nelle opere sue - osserva il Fogolari
- unisce felicemente lo studio del vero con l'impeto della fantasia a comporre bellissime scene naturali, mantenendo
sempre certa sprezzatura e certo tono grigiastro che lo distinguono dallo Zuccarelli.... del quale è meno accurato e
meno fine, ma anche meno arcadico e sdolcinato ».
ZANCHI ANTONIO.
Nacque in Este nel 1631; sembra fosse scolaro di Francesco Ruschi; ma si formò sulla grande scuola veneziana, e
a Venezia si stabilì, vi eseguì pitture sacre per varie chiese della città, v'ebbe una scuola fiorente, e vi morì nel 1722.
Lo Zanetti lo definisce « buon naturalista, rappresentando la morbidezza e gli effetti della carne con intelligenza e
facilità, dando rilievo alle figure sue con il mezzo d'ombre gagliarde e masse grandi di scuro ».
ZANIBERTI FILIPPO.
Nacque a Brescia nel 1585; condotto dal padre a Venezia, fu scolaro di Santo Peranda e socio di Marco Ponsone,
suo condiscepolo. Morì in Venezia nel 1636. Trattò soggetti classici, biblici e religiosi; eseguì pitture decorative
anche per il Palazzo Ducale.
ZUCCARELLI FRANCESCO.
Nato a Pitigliano (Toscana) nel 1702, fu scolaro in Firenze di Paolo Anesi, paesista, poi in Roma di G. M. Mo-
randi e P. Nelli. Dopo una lunga peregrinazione per l'Italia, si stabilì a Venezia, dedicandosi alla pittura di paese,
svariata di preziose macchiette, ed eseguendo anche qualche ritratto. Venuto in fama per mezza Europa, dopo brevi
soggiorni nel Bergamasco, si recò nel 1752 a Londra e vi rimase per varii anni. Tornato in Italia, fu a Roma, a
Venezia, a Firenze, ove morì nel 1778. A Venezia era stato maestro e presidente dell'Accademia di Pittura. Trattò
il paese come composizione decorativa, con finezze e trasparenze gustosissime; fu, a dirla con Giovanni Morelli, « pit-
tore arcadico e cantò ognora la medesima pastorale, ma la cantò piacevolmente e sempre con molto garbo ».
VISENTIN! ANTONIO.
Nacque a Venezia nel 1688; fu discepolo ed aiuto, nella esecuzione di vaste decorazioni, di A. Pellegrini; esercitò
anche l'architettura; e come pittore di prospettive e di vedute si accostò al Pannini ed al Canaletto, per quanto di
lui più giovani. Illustrò in numerose incisioni le isole della Laguna e la Basilica di S. Marco, ed intagliò pure com-
posizioni di Antonio Canal. Si vuole che fosse deficiente come figurista, e che il Tiepolo e lo Zuccarelli dipingessero
le macchiette dei suoi quadri; ma sembra una favola. Fu dei fondatori dell'Accademia Veneziana, e v'insegnò archi-
tettura. Morì in patria nel 1782. « Mancava - osserva il Fogolari - di quella fantasia fervente che suscitava in Marco
Ricci, in Michele Marieschi e poi in G. B. Piranesi le portentose visioni architettoniche, ed era portato dallo studio
e dallo spirito critico a prediligere il bel composto ed il classico, e finiva per divenire un poco freddo e pedante ».
il VOLTERRANO (Baldassarre Franceschini).
Nacque a Volterra nel 1611; a Firenze entrò nella bottega di Matteo Rosselli; fu poi scolaro ed aiuto di Giovanni
da San Giovanni, finche l'attrasse la maniera di Pietro da Cortona. Viaggiò anche per l'Italia e studiò le opere dei
bolognesi e dei parmigiani, copiando tutta quanta la cupola del Duomo di Parma, affrescata dal Correggio. Lavorò
oltre che a Firenze, in varie città di Toscana ed a Roma; e a Firenze morì nel 1689. Trattò soggetti religiosi e
profani; dipinse qualche ritratto; ma specialmente eseguì decorazioni ad affresco con bella facilità e con chiara lumi-
nosità, anche se spesso con una certa trascuratezza affrettata. Delle sue opere di cavalietto la più celebre è la Burla
del piovano Arlotto, per lungo tempo attribuita a Giovanni da San Giovanni, e dal Giglioli ragionevolmente restituita
al Volterrano.
ZAIS GIUSEPPE.
Nacque a Venezia nel 1750, fu scolaro dello Zuccarelli pei paesi e del Simonini per le battaglie; lavorò molto per
il ben noto collezionista, il console inglese Smith; ma, dissipato e negligente, morì all'ospedale in Treviso nel 1784.
« Continuatore della maniera dello Zuccarelli, con gusto, spigliatezza e genialità, nelle opere sue - osserva il Fogolari
- unisce felicemente lo studio del vero con l'impeto della fantasia a comporre bellissime scene naturali, mantenendo
sempre certa sprezzatura e certo tono grigiastro che lo distinguono dallo Zuccarelli.... del quale è meno accurato e
meno fine, ma anche meno arcadico e sdolcinato ».
ZANCHI ANTONIO.
Nacque in Este nel 1631; sembra fosse scolaro di Francesco Ruschi; ma si formò sulla grande scuola veneziana, e
a Venezia si stabilì, vi eseguì pitture sacre per varie chiese della città, v'ebbe una scuola fiorente, e vi morì nel 1722.
Lo Zanetti lo definisce « buon naturalista, rappresentando la morbidezza e gli effetti della carne con intelligenza e
facilità, dando rilievo alle figure sue con il mezzo d'ombre gagliarde e masse grandi di scuro ».
ZANIBERTI FILIPPO.
Nacque a Brescia nel 1585; condotto dal padre a Venezia, fu scolaro di Santo Peranda e socio di Marco Ponsone,
suo condiscepolo. Morì in Venezia nel 1636. Trattò soggetti classici, biblici e religiosi; eseguì pitture decorative
anche per il Palazzo Ducale.
ZUCCARELLI FRANCESCO.
Nato a Pitigliano (Toscana) nel 1702, fu scolaro in Firenze di Paolo Anesi, paesista, poi in Roma di G. M. Mo-
randi e P. Nelli. Dopo una lunga peregrinazione per l'Italia, si stabilì a Venezia, dedicandosi alla pittura di paese,
svariata di preziose macchiette, ed eseguendo anche qualche ritratto. Venuto in fama per mezza Europa, dopo brevi
soggiorni nel Bergamasco, si recò nel 1752 a Londra e vi rimase per varii anni. Tornato in Italia, fu a Roma, a
Venezia, a Firenze, ove morì nel 1778. A Venezia era stato maestro e presidente dell'Accademia di Pittura. Trattò
il paese come composizione decorativa, con finezze e trasparenze gustosissime; fu, a dirla con Giovanni Morelli, « pit-
tore arcadico e cantò ognora la medesima pastorale, ma la cantò piacevolmente e sempre con molto garbo ».