a
Q^V ARTO.
ior
Fan fi le More bianche atre, e sanguigne ;
Leucotea, e Clitia, Incenso, e Girafole.
Salmace con l amante in vn fi. jlrigne,
Nottole sono le Minee sigliuole:
Ino co'l siglio Dei : Serpi benigne
Cadmo,e la moglie sin selue ombro si,e sole.
Moni alto Atlante : Coralli gli Herpi :
£ i crini di Meda fa horrende serpi.
LIBRO Q^V ARTO-
NO » però crede Alcitoe, e le sorelle
A queste sacre sesie, allegre, e none.
Nè per pompe veder sì ricche, e belle,
Del proprio albergo alcuna il pajfo mone ;
Arnsi tutte prosane, empie, e rubelle
Negan , che Bacco fia siglimi di Gioue ;
Ftban quei giuochi per sì vani, e fiocchi.
Che priuan di vedergli i cupidi occhi.
2
Fra le famiglie nobilidi Tebe
Splendean queste sigliuole di Alineo :
F vedendo ipiu illussri con la plebe
Dar sì gran sede a i detti di Lieo,
Diceano: Ahi come ognvn vacilla,& hebe
A venerare vnhuom maluagio, e reo;
Che co' suoi sinti giuochi, e col suo ingegno
Cerca occupar questo inselice regno .
3
8con protesso incredula, eproterua.
Ch'ella schernir non vuol l'honor diurno,
Moflrando Alcitoe d'honorar Minerua,
Riuolgein silo il ben purgato lino .
£ toglie ancora ogni sorella, e serua
Al tanto venerato peregrino ;
Ponendo, come lei di maggior tempo,
Alìncrua in ejsercitio suor di tempo.
4
£t eloquente, prolùda, & esfierta
Nel faper colorir la fiua ragione.
Quanto è meglio, dicea, di sare osserta
D'opre, che fian tenute vtili, e buone,
A quefia miglior Dea ficurà, e certa.
Che gir con Ì altre credule perfine ; (singe.
Che sanno honore a vnhuom, ch'vn Dio si
Secondo il troppo ber le sirona, e siinge^j.
s
8, si vogliam la non grane fatica
Men grane hauer, non Ftiam tacite,e mute :
Ma ognvna in giro vna nomila dica
Di co si più notabili accadute.
P e p c h e l'hisloriede tetate antica
Fan le persine accorte, & auedute ;
£ sono al viuer noslro essempi, e specchi,
£ grati cibi àgli ociofi orecchi.
G 3 Lodano
Q^V ARTO.
ior
Fan fi le More bianche atre, e sanguigne ;
Leucotea, e Clitia, Incenso, e Girafole.
Salmace con l amante in vn fi. jlrigne,
Nottole sono le Minee sigliuole:
Ino co'l siglio Dei : Serpi benigne
Cadmo,e la moglie sin selue ombro si,e sole.
Moni alto Atlante : Coralli gli Herpi :
£ i crini di Meda fa horrende serpi.
LIBRO Q^V ARTO-
NO » però crede Alcitoe, e le sorelle
A queste sacre sesie, allegre, e none.
Nè per pompe veder sì ricche, e belle,
Del proprio albergo alcuna il pajfo mone ;
Arnsi tutte prosane, empie, e rubelle
Negan , che Bacco fia siglimi di Gioue ;
Ftban quei giuochi per sì vani, e fiocchi.
Che priuan di vedergli i cupidi occhi.
2
Fra le famiglie nobilidi Tebe
Splendean queste sigliuole di Alineo :
F vedendo ipiu illussri con la plebe
Dar sì gran sede a i detti di Lieo,
Diceano: Ahi come ognvn vacilla,& hebe
A venerare vnhuom maluagio, e reo;
Che co' suoi sinti giuochi, e col suo ingegno
Cerca occupar questo inselice regno .
3
8con protesso incredula, eproterua.
Ch'ella schernir non vuol l'honor diurno,
Moflrando Alcitoe d'honorar Minerua,
Riuolgein silo il ben purgato lino .
£ toglie ancora ogni sorella, e serua
Al tanto venerato peregrino ;
Ponendo, come lei di maggior tempo,
Alìncrua in ejsercitio suor di tempo.
4
£t eloquente, prolùda, & esfierta
Nel faper colorir la fiua ragione.
Quanto è meglio, dicea, di sare osserta
D'opre, che fian tenute vtili, e buone,
A quefia miglior Dea ficurà, e certa.
Che gir con Ì altre credule perfine ; (singe.
Che sanno honore a vnhuom, ch'vn Dio si
Secondo il troppo ber le sirona, e siinge^j.
s
8, si vogliam la non grane fatica
Men grane hauer, non Ftiam tacite,e mute :
Ma ognvna in giro vna nomila dica
Di co si più notabili accadute.
P e p c h e l'hisloriede tetate antica
Fan le persine accorte, & auedute ;
£ sono al viuer noslro essempi, e specchi,
£ grati cibi àgli ociofi orecchi.
G 3 Lodano