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Pistolesi, Erasmo; Guerra, Camillo [Ill.]
Il Vaticano (Band 6) — Rom, 1829

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https://doi.org/10.11588/diglit.8397#0162
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98 IL VATICANO

La penna è pur troppo emula del pennello, il pennello della penna, onde l'uno
adatta all' altro 1' uso del proprio lavoro. È dal Venosino stesso, che abbiamo a
questo riguardo quei versi :

Ut pictura Poésis erit, quae si propius stcs,
Te capiet magis, et quaedam si longius abstes.

Nessuno negherà , che due soli versi d'Omero furono bastanti a dipingere il Giove
di Eufranoro, non che 1' originale di Fidia. Il pittore ed il poeta debbono avere
in mira 1' utile e il giocondo : 1' uno e 1' altro deesi astenere dalla imitazione delle
cose turpi, acciò non si allontani dal suo scopo e noccia ai costumi, dovendo cia-
scuno individuo giovare all' altro. Si il pittore che il poeta nasce artefice, nè si
forma, e vale meno con lo studio, che colla natura. Bulengero vide in Firenze un
pittore fanciullo, la mano del quale toglieva la palma a'suoi maggiori d'arte: visse
con tanta fama d'opere, che da'suoi contemporanei si estimò superiore ad Apelle
ed a Protogene. La pittura trae le sue allegorie dalla poesia \ le regole poi, che
tutte consistono nelle proporzioni, e nella simmetria le deve alla Geometria; e Par-
rasio fu encomiato da tutta Grecia, perchè pel primo die' a conoscere nella pittura
la simmetria. Egli acquistò la finitezza de' profili, 1' eleganza de' capelli, la leg-
giadria nella persona, il primato in fine nelle estreme linee. Eupompo trasse lo
splendore della pittura dalla Aritmetica, e dalle eleganti discipline ; e Plinio av-
verteci, che quella contenuta nel genere Greco e Asiatico divise in tre parti, cioè
Jonico , Sicionio ed Ottico. Dall' Ottica prende la pittura le ragioni con le quali
considera, come appariscano minori quelle cose, che sono in lontano, e come in-
gannino P acutezza dello sguardo altri oggetti di minore capacità e distanza. Pa-
rimenti prendono i pittori dall' Ottica le ombre, i ritiri, la luce, i raggi ; e per-
chè trattasi di ritrarre quelle proporzioni è necessario il Disegno, ed i Greci proi-
birono ai servi, che ai soli fanciulli ingenui s'insegnasse 1' arte di disegnare nel
basso : similmente i pittori desuman questo dalla Filosofia morale, che esprime
1' animo, i sensi, il turbamento, i costumi, ed affinchè possino delineare P uo-
mo iracondo , giusto , incostante , clemente , umile , sublime , misericordioso , fe-
roce , e finalmente avido di gloria. Alcuni dipingono chimere, per la qual cosa sono
da Vitruvio compianti, poiché avrebbero dovuto imitare la sola natura, nè essersi
dedicati alla favola, al grottesco, che la stessa natura non può formare. Sono i
medesimi in tal modo dilegiati da Orazio :

Pictoribus atquc Poétis
Quidlibet audendi semper fuit aequa potestas.
Scimus, et liane veniam, petimusque, damusque vicissim.
 
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