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Requeno y Vives, Vicente
Saggi sul ristabilimento dell'antica arte de'greci e romani pittori (Band 1) — Parma, 1787 [Cicognara, 193A]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.13393#0466
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$.° Nelle pareti dipinte si fa l'encausto co]l'istesso me-
todo che nelle tavole. Ne' tetti paralelli al pavimento si
copre di cera il dipinto a piccole piazze , e leggiermente ,
onde non sia bisogno che sgoccioli la cera superflua . In
caso d'aver data più cera del dovere, si leva , allorché è
stata riscaldata dal fuoco del braciere , con un coltello inu-
midito. Nelle concave soffitte scola dalle bande la cera
senza difficoltà.

TAVOLA IL

i.° Il secondo Rame rappresenta l'Officina d'un Pit-
tore a cera collo stiletto.

i.0 Nel primo piano si vedono i cassettini da tener
le paste di cera colorita, e il caldano pieno di brace, con
gli stiletti a scaldarsi da una banda.

3.0 Nel secondo piano si vede il treppiè (1), o Yoai-
bas degli antichi , del quale può cambiarsi la forma , e far-
lo più semplice. Io comunemente ho dipinto a cera col-
lo stiletto sopra un tavolino di piano inclinato in ve-
ce di cavalletto: il punto sostanziale è questo, che la ta-
vola , sopra cui si lavora a stiletto, abbia un appoggio mol-
to fermo, e molto capace di resistenza, con ducendosi le
cere colorite sopra il quadro spesse volte con gran forza
delia mano destra, colla quale per altro sempre si lavora.

4. 0 Sopra la tela non si può dipingere a stiletto : non
ha la tela resistenza bastante, e si abbrucia, e si sfonda.

(i'> Trattandosi degli antichi, a nessuno rechi ammirazione la
figura del treppic de' Pittori in forma di tavolino . Gli antichi per
usi diversi usarono tavolini ora di un piedi , chiamati monopodìa
( Plinio libro xxxiv abacosquc , et monopodia ) , ora di due piedi
( Marziale, et bipes mensa libro xi 1 ), ola di tre piedi ( Orazio serm.I
modo sìt mihi mensa trine s ) . Polluce chiama tripes il cavalletto
de' Pittori. Ognuno può d.ìigli la forma, che gli aggrada.
 
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