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JERZY MIZIOŁEK
fonti d'archivio come i due pittori lavorassero insieme aile famose spalliere rappresentanti la novella boccacciana di Nastagio degli
Onesti commłssionate per le nozze Pucci-Bini awenute nel 1483.
Prima di rispondere alla domanda: quale era la ragione del suddetto adattamento, ci vuole un brève rifferimento a una délie
interpretazioni délia Primavera. E' stato Aby Warburg nel suo famoso studio del 1893 a iniziare le ricerche riguardanti il contenuto
ideale del capolavoro di Botticelli (Tav. 15). Nel secolo scorso le più interessanti ipotesi sul dipinto hanno presentato Ernst H.
Gombrich (Tav. 16), Edgar Wind, Charles Dempsey e recentemente Claudia La Malfa e Claudia Villa (Tav. 17). La tesi di Villa è
stata ripresa e notevolmente arricchita da Giovanni Reale nel suo grande libro del 2001. Perô proprio l'interpretazione del Gom-
brich (Tav. 16) è del tutto intéressante nella luce delia nostra lettura del cassone di Abegg. Lo studioso ha suggerito che un brano
dal decimo libro delie Metamorfosi di Apuleio potesse essere usato come il punto di partenza per Botticelli о un suo dotto consu-
lente. Le parole di Apuleio che descrivono il Giudizio di Paride sono seguenti: Ed ecco che, tra ifragorosi applausi del pubblico,
si présente ' nel bel mezzo delia scena, sorridendo dolcemente e affabilmente, Venere, circondata da una folla di graziosissimi
fanciulli, benfatti, blanchi come il latte, che avresti scambiato per veri amorini volati allora allora giu' dal cielo о su dal mare.
Le alucce, i piccoli dardi e tutto il loro abbigliamento esteriore rispondevano in modo meraviglioso a quella bellezza, ed essi
muovevano incontro alla loro padrona con fiaccole ardenti, come se dovesse recarsi a un banchetto nuziale. Ed ecco irrompere
sulla scena due schiere leggiadre di giovani fanciulle: da un lato le amabilissime Grazie, dall'altro le bellissime Ore che, gettando
fiori verso la dea, parte in ghirlande, parte sciolti, formavano un coro bellissimo offrendo il segno di amore alla dea délie voluttâ
quelle chiome délia Primavera (X,32). Qindi, secondo l'ipotesi di Gombrich, la Primavera potesse essere vista come una specie
délia "mutazione" del Giudizio di P aride.
Non è facile spiegare la ragione per cui il pittore del cassone Abegg fece il suo unico adattamento proprio délia composizione
botticelliana. Forse vi si cela Г idea che tramite la flagellazione (la punizione per la sua disubbidienza e la sua curiosità), che
potrebbe essere vista come una specie di catarsi, Psiche giunge finalmente al cielo sposando Cupido. Il gruppo delie tre Grazie,
insieme a Venere e Flora - raffigurato in modo cosï intéressante - puô inoltre fungere da snodo fra la realtà terrestre e la dimensione
céleste. Esso invece appare verosimilmente délie prove (come questa dipinta sul fianco delia collezione Lanckoroński, Tav. 1)
portando la suddetta catarsi che apre la strada ai cieli e alla immortalita'. Qui va ricordato uno degli affreschi di Botticelli che
ornava la loggia di Villa Lemmi (ora al Louvre), e che fu dipinto in occasione délie nozze di Lorenzo Tornabuoni e Giovanna degli
Albizzi avvenute nel 1486. Vediamo la sposa novella presentata dalle Grazie a Venere. Le tre Grazie apparono pure sulla medaglia
con effige délia stessa Giovanna degli Albizzi (Tav. 18) e poi insieme aile Muse e le Ore, menzionate da Apuleio in Metamorfosi,
dove apparono, non solo durante il banchetto nuziale per spargere balsami (VI, 24), ma anche nel brano che riguarda il Giudizio
di Paride (X, 32).
La scena delio Sposalizio di Amore e Psiche
Le Metamorfosi concludono con il banchetto nuziale e Г ultima scena dipinta nel frontale di Riggisberg è quella raffigurante
le nozze (Tav. 22), a cui Apuleio fa solamente un brève riferimento. Con questa scena, présente anche nel secondo frontale di
Berlino (Tav. 19), e nella spalliera appartenente a Hester Diamond (Tav. 21), il pittore voleva raffigurare il contesto nuziale tipico
délia tradizione italiana tre e quattrocentesca. Mentre il cassone berlinese mostra gli sposi in piedi, come su una miniatura bologne-
se délia metà del Trecento, sia nella tavola newyorkese sia in quella di Riggisberg Cupido e Psiche sono inginocchiati. Cambiando
le pose dei protagonisti délia favola, in questi ultimi dipinti i pittori hanno cambiato nello stesso tempo anche il numéro degli dei
presenti alla cerimonia. Nella tavola di Berlino vediamo solo sette dei, e cioè Venere, Luna, Mercurio, Saturno, Marte, Apollo/Sole,
riuniti a semicerchio attorno a Giove, che è nel centro ed è un vero e proprio célébrante. Cosi Giove ha preso il posto di un notaio
présente durante le cerimonie nuziali italiane del tempo. Sembra che in assenza di modelli dello sposalizio céleste, il Maestro degli
Argonauti (e poi Jacopo del Sellaio e il suo seguace) si servissero délie raffigurazioni cosmologiche dei sette pianeti. Diverse
rappresentazioni di questo tipo eseguite nel '300 e '400 sono giunte a noi. Basta menzionare qui una miniatura delia Bibliothèque
Municipale di Dijon (ms. 448, fol. 63v) che mostra i sette pianeti e le sfere celesti (Tav. 20). Nel centro è rappresentato Saturno,
identificato dalla scritta e non daU'attributo présente invece nei dipinti in esame. Con taie attributo lo vediamo tra l'altro nelle
incisioni di Baccio Baldini eseguite nel settimo decennio del '400 (Tav. 19). Va inoltre notato che non solo il Saturno del Baldini
ma anche altri dei da lui raffigurati sono simili agli dei raffigurati dai nostri pittori di cassoni e di spalliere. Il fatto che Saturno, mai
menzionato nel testo di Apuleio, appaia nella scena delie nozze, prova che i pittori si sono serviti proprio délie rappresentazioni
cosmologiche. Sia Jacopo del Sellaio che il suo seguace, autore del cassone di Riggisberg, hanno allargato il gruppo degli dei
presenti aile nozze - il primo ne dipinse undici, il secondo otto - perô la composizione a semicerchio dipinta dal Maestro degli
Argonauti è rimasta invariata. Le nuvole su cui sono rappresentati gli dei in questa scena (nel caso délia tavola di Riggisberg viene
introdotto anche il prato fiorito) non lasciano dubbi che abbiamo a che fare con le nozze celesti.
Quindi nell'iconografia dei frontali di cassoni o delie spalliere grande importanza è data alla rappresentazione délia cerimonia
nuziale, menzionata da Apuleio. La favola di Psiche fu quindi scelta dai colti committenti fiorentini per mostrare 'un exempio' per
la sposa come espressione paradigmatica del felice matrimonio. Cosi dice Boiardo:
Pazienza Psiche ebbe ne i casi soi,
E perd fu soccorsa ne li affani
E facta Dea nel fin, ch 'è exempio ad noi.
Del resto, anche altri terni - tratti dalla Bibbia o letteratura classica - venivano spesso impiegati con le stesse finalité: basti
ricordare la storia dell'incontro delia regina di Saba e Salomone e quella di Antioco e Stratonice. In ambedue i casi, come nella
favola di Amore e Psiche, abbiamo a che fare con una sorta di 'adattamento' del racconto originario, quasi una 'rilettura' degli
episodi narrati in chiave matrimoniale.
Traduzione di Jerzy Miziołek in collaborazione con Justyna Miziołek
JERZY MIZIOŁEK
fonti d'archivio come i due pittori lavorassero insieme aile famose spalliere rappresentanti la novella boccacciana di Nastagio degli
Onesti commłssionate per le nozze Pucci-Bini awenute nel 1483.
Prima di rispondere alla domanda: quale era la ragione del suddetto adattamento, ci vuole un brève rifferimento a una délie
interpretazioni délia Primavera. E' stato Aby Warburg nel suo famoso studio del 1893 a iniziare le ricerche riguardanti il contenuto
ideale del capolavoro di Botticelli (Tav. 15). Nel secolo scorso le più interessanti ipotesi sul dipinto hanno presentato Ernst H.
Gombrich (Tav. 16), Edgar Wind, Charles Dempsey e recentemente Claudia La Malfa e Claudia Villa (Tav. 17). La tesi di Villa è
stata ripresa e notevolmente arricchita da Giovanni Reale nel suo grande libro del 2001. Perô proprio l'interpretazione del Gom-
brich (Tav. 16) è del tutto intéressante nella luce delia nostra lettura del cassone di Abegg. Lo studioso ha suggerito che un brano
dal decimo libro delie Metamorfosi di Apuleio potesse essere usato come il punto di partenza per Botticelli о un suo dotto consu-
lente. Le parole di Apuleio che descrivono il Giudizio di Paride sono seguenti: Ed ecco che, tra ifragorosi applausi del pubblico,
si présente ' nel bel mezzo delia scena, sorridendo dolcemente e affabilmente, Venere, circondata da una folla di graziosissimi
fanciulli, benfatti, blanchi come il latte, che avresti scambiato per veri amorini volati allora allora giu' dal cielo о su dal mare.
Le alucce, i piccoli dardi e tutto il loro abbigliamento esteriore rispondevano in modo meraviglioso a quella bellezza, ed essi
muovevano incontro alla loro padrona con fiaccole ardenti, come se dovesse recarsi a un banchetto nuziale. Ed ecco irrompere
sulla scena due schiere leggiadre di giovani fanciulle: da un lato le amabilissime Grazie, dall'altro le bellissime Ore che, gettando
fiori verso la dea, parte in ghirlande, parte sciolti, formavano un coro bellissimo offrendo il segno di amore alla dea délie voluttâ
quelle chiome délia Primavera (X,32). Qindi, secondo l'ipotesi di Gombrich, la Primavera potesse essere vista come una specie
délia "mutazione" del Giudizio di P aride.
Non è facile spiegare la ragione per cui il pittore del cassone Abegg fece il suo unico adattamento proprio délia composizione
botticelliana. Forse vi si cela Г idea che tramite la flagellazione (la punizione per la sua disubbidienza e la sua curiosità), che
potrebbe essere vista come una specie di catarsi, Psiche giunge finalmente al cielo sposando Cupido. Il gruppo delie tre Grazie,
insieme a Venere e Flora - raffigurato in modo cosï intéressante - puô inoltre fungere da snodo fra la realtà terrestre e la dimensione
céleste. Esso invece appare verosimilmente délie prove (come questa dipinta sul fianco delia collezione Lanckoroński, Tav. 1)
portando la suddetta catarsi che apre la strada ai cieli e alla immortalita'. Qui va ricordato uno degli affreschi di Botticelli che
ornava la loggia di Villa Lemmi (ora al Louvre), e che fu dipinto in occasione délie nozze di Lorenzo Tornabuoni e Giovanna degli
Albizzi avvenute nel 1486. Vediamo la sposa novella presentata dalle Grazie a Venere. Le tre Grazie apparono pure sulla medaglia
con effige délia stessa Giovanna degli Albizzi (Tav. 18) e poi insieme aile Muse e le Ore, menzionate da Apuleio in Metamorfosi,
dove apparono, non solo durante il banchetto nuziale per spargere balsami (VI, 24), ma anche nel brano che riguarda il Giudizio
di Paride (X, 32).
La scena delio Sposalizio di Amore e Psiche
Le Metamorfosi concludono con il banchetto nuziale e Г ultima scena dipinta nel frontale di Riggisberg è quella raffigurante
le nozze (Tav. 22), a cui Apuleio fa solamente un brève riferimento. Con questa scena, présente anche nel secondo frontale di
Berlino (Tav. 19), e nella spalliera appartenente a Hester Diamond (Tav. 21), il pittore voleva raffigurare il contesto nuziale tipico
délia tradizione italiana tre e quattrocentesca. Mentre il cassone berlinese mostra gli sposi in piedi, come su una miniatura bologne-
se délia metà del Trecento, sia nella tavola newyorkese sia in quella di Riggisberg Cupido e Psiche sono inginocchiati. Cambiando
le pose dei protagonisti délia favola, in questi ultimi dipinti i pittori hanno cambiato nello stesso tempo anche il numéro degli dei
presenti alla cerimonia. Nella tavola di Berlino vediamo solo sette dei, e cioè Venere, Luna, Mercurio, Saturno, Marte, Apollo/Sole,
riuniti a semicerchio attorno a Giove, che è nel centro ed è un vero e proprio célébrante. Cosi Giove ha preso il posto di un notaio
présente durante le cerimonie nuziali italiane del tempo. Sembra che in assenza di modelli dello sposalizio céleste, il Maestro degli
Argonauti (e poi Jacopo del Sellaio e il suo seguace) si servissero délie raffigurazioni cosmologiche dei sette pianeti. Diverse
rappresentazioni di questo tipo eseguite nel '300 e '400 sono giunte a noi. Basta menzionare qui una miniatura delia Bibliothèque
Municipale di Dijon (ms. 448, fol. 63v) che mostra i sette pianeti e le sfere celesti (Tav. 20). Nel centro è rappresentato Saturno,
identificato dalla scritta e non daU'attributo présente invece nei dipinti in esame. Con taie attributo lo vediamo tra l'altro nelle
incisioni di Baccio Baldini eseguite nel settimo decennio del '400 (Tav. 19). Va inoltre notato che non solo il Saturno del Baldini
ma anche altri dei da lui raffigurati sono simili agli dei raffigurati dai nostri pittori di cassoni e di spalliere. Il fatto che Saturno, mai
menzionato nel testo di Apuleio, appaia nella scena delie nozze, prova che i pittori si sono serviti proprio délie rappresentazioni
cosmologiche. Sia Jacopo del Sellaio che il suo seguace, autore del cassone di Riggisberg, hanno allargato il gruppo degli dei
presenti aile nozze - il primo ne dipinse undici, il secondo otto - perô la composizione a semicerchio dipinta dal Maestro degli
Argonauti è rimasta invariata. Le nuvole su cui sono rappresentati gli dei in questa scena (nel caso délia tavola di Riggisberg viene
introdotto anche il prato fiorito) non lasciano dubbi che abbiamo a che fare con le nozze celesti.
Quindi nell'iconografia dei frontali di cassoni o delie spalliere grande importanza è data alla rappresentazione délia cerimonia
nuziale, menzionata da Apuleio. La favola di Psiche fu quindi scelta dai colti committenti fiorentini per mostrare 'un exempio' per
la sposa come espressione paradigmatica del felice matrimonio. Cosi dice Boiardo:
Pazienza Psiche ebbe ne i casi soi,
E perd fu soccorsa ne li affani
E facta Dea nel fin, ch 'è exempio ad noi.
Del resto, anche altri terni - tratti dalla Bibbia o letteratura classica - venivano spesso impiegati con le stesse finalité: basti
ricordare la storia dell'incontro delia regina di Saba e Salomone e quella di Antioco e Stratonice. In ambedue i casi, come nella
favola di Amore e Psiche, abbiamo a che fare con una sorta di 'adattamento' del racconto originario, quasi una 'rilettura' degli
episodi narrati in chiave matrimoniale.
Traduzione di Jerzy Miziołek in collaborazione con Justyna Miziołek