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Ripa, Cesare
Iconologia Di Cesare Ripa Pervgino Cav.re De S.ti Mavritio, E Lazzaro: Nella Qvale Si Descrivono Diverse Imagini di Virtù, Vitij, Affetti, Passioni humane, Arti, Discipline, Humori, Elementi, Corpi Celesti, Prouincie d'Italia, Fiumi, Tutte le parti del Mondo, ed altre infinite materie ; Opera Vtile Ad Oratori, Predicatori, Poeti, Pittori, Scvltori, Disegnatori, e ad o (Band 1) — Siena, 1613 [Cicognara, 4741]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.3233#0094
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DI CESARE RIPA. g^
Il veftimcnto nero lignisica malinconia., ch'è compagna fci-pctuadel-
la calamità.
S'appoggia alla canna, perche Jion sitruoua maggior calamità ,che_»
tjuella di colui, che /la in pencolo di rouinare, il quale li conduce molte*
Voiteadclìderarela morte per rimedio, & la canna per eisere vacua, &f
poco dcnsa, facilmente si ipezza al iòpraueniniento del pelò, come fa-
cilmente mancano le speranzodi quello mondo, perche ogni sorte di
vento ancorché debole è ballante a mandare in ruma, & la fabnca, <Sc" li
fondamenti delle no/tre iperanze, & per quello si domanda calamità da i
«alami delle Canne,
Il mazzo del grano acconcio ,eome detto habbiamo, lignifica la per*
•litione,& rouina delle biade, che è il principio della noiìra calamità.
«CALAMITA, O MISERIA.
DONNA asciutta, tutta piena di lebbra con ppchissìmi panni, che
le cuoprono le parti vergognose, & con alcuni cagnuoli, che li Aia-
ilo lambendo le piaghe delle gambe, terrà le mani inatto di dimandar^
«lemosina..
Calamita, & tJ^siserìa.
DONNA mesta,ignuda, a sedere sopra vn falciodi canne rotte, e ipej?
zate in molti pezzi in mezo a vn canneto.
Si dipinge metta, pcrcioche la miseria rende l'huomo metto, & ancor*
che la Fortuna le gli inoltri alquanto benigna, nondimeuo non si rallegra
mai j come dimostra Seneca in Thyeste.
^Proprium hoc miseros sequitur uitium T^umquam rebus credere l&tis
fydeatfalix Fortuna licet Tamen ajfliiìos gaudere piget.
Si fa a sedere, per mostrarc, che le sue iperanze sono andatea terra ,8ss
«Ha insicine con esse, perche dice S. Agoflino nel lib. de fin. la miseria è
abondanza di tnbulatione.
Le canne fracassate futonosempre polle anticamente per lignificare la
calamità,da che i Romanipighorno poiilnome di calamità, dimandali»
do calami, le canne.
CALVNNU.
DONNA, che mostri esserc sdegnata, nella sinistra mano tenga va'
torchio accelò,& con la delira prenda peri capegli vngiouanett»
ftudo ,& lo Aringa, ìlqualcalzi le mani giunte al Cielo,ckdavna parte
*i sarà vn Basalilco.
Dipinge!! con viso iracondo, perche è cagionata dall'iracondia, & dal*
losdegno.
Il torchio acceso, dimostra, che làcalunnia èinftrumenroattisilmo ad
accendere il fuoco delle discordie, & delle rouine di tutti i Regni.
Il tirarli dietro iì giomne, che ha le mani giunte, ci fa. conoicerc ,che
il calunniatore non è altro, che lacerare la fama de gl'Innocenti : *
Glisidipingeacantoilbalàlilco,percioche, come narra Pieno VJc-
luao nelJib* 14.1 Sacerdoti Egiti; poneuano quello animale per la ca-
l 2 lumia
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