opere pubbliche , che una volta decoravano Venosa. Non possiam
dubitare, che la sua circonferenza si stendesse assai più della odier-
na città , se Venosa , oltre a" suoi cittadini , ammise una colonia Ro-
mana di ventimila uomini, come lesse monsig. Lupoli in Dionigi
di Alicarnasso (j), riprendendo il Cimaglia per aver tradotto due-
mila dal greco Lcr/zupiav , e se dopo la disfatta Cannense ricoverò-
4000 fuggiaschi Romani (2) , ed il console Varrone con 5o cavalie-
ri , cui somministrò e tuniche , e toghe , ed armi , e danaro. E
molto probabile adunque , che la città, secondo la volgar tradizio-
ne , incominciasse per una parte dall’ edificio appellato s. Maria
della Scala, e dall’altra oltrepassasse la chiesa, o badia della Tri-
nità , celebre edificio di dotazione Normannica eretto sulle ruine
dell’ antico tempio ad Imeneo consecrato.
La gloria maggiore , che possa mostrare questa città , e di cui
a ragione può andare superba , devesi ripetere da Orazio Fiacco ,
che vi aprì gli occhi alla luce. Egli nacque nel consolato di Man-
lio, Torquato , e di Aurelio Cotta nel 688 di Roma , siccome egli
stesso ci svelò parlando ad un’ anfora di vino (3) :■
O nata mecum , consule Manlio ,
e morì nel consolato- di Marcio Censorino , e di Asinio Gallo nell’
anno di Roma 746, cioè neh’età di 67 anni. Chi desiderasse di a-
vere accurate notizie della vita di Orazio potrà ricorrere all’Algarot-
ti, ed al Tirahoschi , ne’quali nulla avrà che più desiderare. Oggi
crede il vulgo de’ Venosini , che il busto marmoreo eretto nella
piazza maggiore sopra una colonna rappresenti il suo illustre citta-
dino poeta , ma forte è da temere , che non sia questo 1’ effigie dii
qualche abbate Cassinese, cui apparteneva un dì la badia della Tri-
nità , coinè si argomenta chiaramente dal panneggio , e dalla scof„
tura di età recente.
(1) Dionys. Halicar. in Excerpt. de
legatiojiib. ad Olymp. 122,
(2) Liv. lib. XXII cap. 54.
(3) fiorai, hb. ili Od. 21.
dubitare, che la sua circonferenza si stendesse assai più della odier-
na città , se Venosa , oltre a" suoi cittadini , ammise una colonia Ro-
mana di ventimila uomini, come lesse monsig. Lupoli in Dionigi
di Alicarnasso (j), riprendendo il Cimaglia per aver tradotto due-
mila dal greco Lcr/zupiav , e se dopo la disfatta Cannense ricoverò-
4000 fuggiaschi Romani (2) , ed il console Varrone con 5o cavalie-
ri , cui somministrò e tuniche , e toghe , ed armi , e danaro. E
molto probabile adunque , che la città, secondo la volgar tradizio-
ne , incominciasse per una parte dall’ edificio appellato s. Maria
della Scala, e dall’altra oltrepassasse la chiesa, o badia della Tri-
nità , celebre edificio di dotazione Normannica eretto sulle ruine
dell’ antico tempio ad Imeneo consecrato.
La gloria maggiore , che possa mostrare questa città , e di cui
a ragione può andare superba , devesi ripetere da Orazio Fiacco ,
che vi aprì gli occhi alla luce. Egli nacque nel consolato di Man-
lio, Torquato , e di Aurelio Cotta nel 688 di Roma , siccome egli
stesso ci svelò parlando ad un’ anfora di vino (3) :■
O nata mecum , consule Manlio ,
e morì nel consolato- di Marcio Censorino , e di Asinio Gallo nell’
anno di Roma 746, cioè neh’età di 67 anni. Chi desiderasse di a-
vere accurate notizie della vita di Orazio potrà ricorrere all’Algarot-
ti, ed al Tirahoschi , ne’quali nulla avrà che più desiderare. Oggi
crede il vulgo de’ Venosini , che il busto marmoreo eretto nella
piazza maggiore sopra una colonna rappresenti il suo illustre citta-
dino poeta , ma forte è da temere , che non sia questo 1’ effigie dii
qualche abbate Cassinese, cui apparteneva un dì la badia della Tri-
nità , coinè si argomenta chiaramente dal panneggio , e dalla scof„
tura di età recente.
(1) Dionys. Halicar. in Excerpt. de
legatiojiib. ad Olymp. 122,
(2) Liv. lib. XXII cap. 54.
(3) fiorai, hb. ili Od. 21.