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Rosa, Salvatore
Satire — Amsterdam, [1695] [Cicognara, 1038]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27075#0054
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Quando sù gl’occhi miei nascer repente
Vidi un Fantasma, in disusato aspetto ,
Che richiamò dal suo suror la niente.
Mirabil mostro , e mostruoso oggetto ,
Donna giovin di viso, antica d’anni,
Piena di Maestade il viso , e’1 petto :
A lei d’Aquila altera uscian due vanni ;
Dall’vnaall’ altra tempia il crin disciolto
Cadea sui tergo à ricamarle i panni :
Parea, che il Sol negl’occhi haveise accolto ■
E superbo splendea nel mezzo all’Iride
D’attortigliati bissi il capo avvolto :
Così nel Tempio là dentro à Busiride
Con simil benda adorna il Crine, e stringe
L’antico Egitto al favolosoOsiride. [ge
Mà l’Edra,il Pesco,e il Lauro intreccia^ cin-
Quelle bianche ritorte:ein mezzo usciva
Il simulacro dell’Aonia Sfinge :
Della Verte il color gl’occhi scherniva
Variando in se steslò , e dalla manica
A finissìmo lino, il varco apriua :
Non teise mai con più sottìi meccanica
Tela più vaga in sù la Mosa , e l’Odera
La satica Olandese, ò la Germanica y
Lo suentolar de panni unisce, e modera
Il manto , che affibbiato in sù la spalla s
Di più pelli di Scimia havea la fodera
Veliia la l'opra verte azzurra, e gialla ,
E l’imagin del Mondo, e delle Sfere,
Sostenea sotto il braccio entro vna palla.
Con fantalliche rote in folte schiere
Rapidi intorno à Lei l’ali batteano
Simulacri di Larue, e di Chimere .
' I Pennelli, e i Color le si vedeano ,
Ad una Canna che teneansi , e lenti
Con verdi anelli i pampini stringeano.
Io
 
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