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Rosa, Salvatore
Satire — Amsterdam, [1695] [Cicognara, 1038]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27075#0053
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LA PITTVjRA-
S A T I R#|t.
COsì và il Mondo oggi dall’Indo al Mauro:
Ne à guarir tanto mal saria ballante
li Medico di Timbria , ò d’Epidauro.
Cade il Mondo à tracollo: e indarno Atlante
Spera gl’Alcidi;Ahi chi m’addita un Giove,
Orche il Vizio qua giù fatto è Gigante .
Tutti gli sdegni suoi grandina , e piove
Sopra gl’Acrocerauni : e poi sù gl’empj
La neghittosa delira il Ciel non muove .
(Juali norme nè date , e quali esempj
Stelle , che in vece di punire i Rei
Fulminate le Torri, e i vostri Tempj.
Voi saettate ognorgl’Antri Rifei,
L rimanete di ro-ss'ore accese ,
Se Diagora poi non crede a i Dei,
Che voi Hate schernite, e vilipese
Non è itupor .■ L’invendicata ingiuria
Chiama da lunge le seconde offese.
Scatenata d’Averno esce ogni Furia :
E regna sol sovra la Ferra immonda
Gola , Invidia, Pigrizia, Ira,e Lusiuria.
Sol d’AvariZia,e di Superbia abonda
Il corrotto costume : e ii Tempo indegno
Nè la piena del mal corre a seconda :
«la giacche in Voi l’addormentato sdegno
Alcun senso non hà , tentare Jo voglio
S’anco i Fulmini suoi vanta l’ingegno .
Si diisi furibondo ; E , preso il foglio,
Già già scrivea del secoio presente
V uoto d’ogni valor, pien d’ogni orgoglio.
G a (Juan-
 
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