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Rosa, Salvatore
Satire — Amsterdam, [1695] [Cicognara, 1038]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27075#0085
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Che boriosa follia d’Animi sciocchi 5
Della vita moilrar si gran desio .
E girne poi tràgl’Archibugi, e flocchi.
Che occorre il far Collegi ^ejoti à Dio,
E far sudar lopra le nostre vite
Il Medico di Pergamo, e di Clio?
Compor siroppi, lali, Elixiruite.
Magisterodi perle,eBelzoarre,
Olijcontro Veleni, e da ferite :
Edistillar Ermete ,e Albumazzarre,
E Paracelso con stillati untumi
Starseneà medicar le Scimitarre?
Pitale d’Aloè, Brodi, e profumi.
E rinnuouar d’Ipolito gl’esempi
Stordir co’preghi il Panteon de Numi ?
Stancar il Ciel, che nostre preci adempì /
£ ingrassando i Cerusici, e Speciali,
Di doni, e di Tabelle empire i Tempi ?
A che portar dal Ciel spirti immortali ,
Sensi d’Umanitade , ecorpietoso.
Occhi, e ragion per lacrimare i mali ?
Se alle milerie sue reso ingegnoso ;
Il termine vital tronca, edissolue
A se reedesnio l’Huomo fatt’odioso.
L’huom’che vive à momenti, e tutto è polue ,
Ad ogni suo poter Cloto importuna
E Mari, e Terre per morir sconuolue.
MàsudipuralSol , geli alla Luna t
Dirà , sopiti i marzial bisbigli,
Che amica de’poltroni è la Fortuna,
Chi potesseosseruar senza perigli ,
Quanti brandiscan l’Asta di Pelido
Con volti di Leoni, e son Conigli ?
Onde à raggione poi Pasquin si ride
Che per quattro baiocchi i Poetastri,
Cantan l’ispano Marte, e il Gallo Alcide..
D 6 Can-
 
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