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Volando l’Ape alla Celefle sponda,
Feceà Giove saper quello ilrapazzo .
Esclamando sdegnata, e furibonda.
G;'oue entrò in bellia, e fece un gra Ichiama^111
Sicché à cercar l’Autor di quell’ingiuria ,
Scese Mercurio dal souran Palazzo :
E in un tratto il trovò,che mai penuria
Non si diè di spioni,onde sù preso
Lo Scarafaggio, e torturato in suria i
E perche quando il Rè si tiene offeso
Non si adopera Oriuolo in dar la fune
Il fatto consessò chiaro , e disteso :
Quindi da Numi, per parer commune,
Come invido , convinto, e gria confelso ,
Non fù lasciato da quel fallo impune .
Perchedunquetentò con empioeccesso
Di tor l’onore all’Ape à lei facendo
Dell’alveario j e della Rosa un Cesso j
Fù sentenziato con rigor tremendo ,
Ch’ei viva nello llerco , e che gli sia
Della Rosa l’odor veleno orrendo. >
Sicché Invidia tu senti : or vengan via
Quelli tuoi Sacrafaggi: hebbe dal Fato
La stessa proprietà la Rosa mia, ^
Prima mi mancarebbe ,e lena, e fiato
Che Jo potessi ridir delle tue surie
Gl’occhi maligni e il labro auuelenato, j .
Quanti ne’Tribunali, e nelle Curie
11 Vaio,, la Dottrina, e l’Jnnccenza
Han da te ricevuti, e assronti, e ingiurie ? i ■j
Athene il sa, donde la sua potenza
1 più degni scacciò coll’Ollracismo ,
Ed à Socrate diè l’empia sentenza; ^
E ben’hai per politico aforismo
Di dillruggere ognun , se fin tentasti
Di distruggere Iddio coll’Ateismo.
Volando l’Ape alla Celefle sponda,
Feceà Giove saper quello ilrapazzo .
Esclamando sdegnata, e furibonda.
G;'oue entrò in bellia, e fece un gra Ichiama^111
Sicché à cercar l’Autor di quell’ingiuria ,
Scese Mercurio dal souran Palazzo :
E in un tratto il trovò,che mai penuria
Non si diè di spioni,onde sù preso
Lo Scarafaggio, e torturato in suria i
E perche quando il Rè si tiene offeso
Non si adopera Oriuolo in dar la fune
Il fatto consessò chiaro , e disteso :
Quindi da Numi, per parer commune,
Come invido , convinto, e gria confelso ,
Non fù lasciato da quel fallo impune .
Perchedunquetentò con empioeccesso
Di tor l’onore all’Ape à lei facendo
Dell’alveario j e della Rosa un Cesso j
Fù sentenziato con rigor tremendo ,
Ch’ei viva nello llerco , e che gli sia
Della Rosa l’odor veleno orrendo. >
Sicché Invidia tu senti : or vengan via
Quelli tuoi Sacrafaggi: hebbe dal Fato
La stessa proprietà la Rosa mia, ^
Prima mi mancarebbe ,e lena, e fiato
Che Jo potessi ridir delle tue surie
Gl’occhi maligni e il labro auuelenato, j .
Quanti ne’Tribunali, e nelle Curie
11 Vaio,, la Dottrina, e l’Jnnccenza
Han da te ricevuti, e assronti, e ingiurie ? i ■j
Athene il sa, donde la sua potenza
1 più degni scacciò coll’Ollracismo ,
Ed à Socrate diè l’empia sentenza; ^
E ben’hai per politico aforismo
Di dillruggere ognun , se fin tentasti
Di distruggere Iddio coll’Ateismo.