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Per invidia Adrian fè sì gran fallo ,
Che il Ponte demolì, che i! fren Romani
Imposeall’isiro , e lo tenea vassàllo
Anzi à Parti donò 1’ invido insano
Tante Provincie,accioche s’obliassl
Che l’hauea soggietate il gran Traiano.
Molti huomini da lui di vaneClalsi
Chiari in arte , ò in saper furono oppreisi
Perchenilsuno àparangon gl’andailì.
Caligola ordinò , che si toglie (si
A i Manljla collana , à Quinti il crine,
E che il Grande à Pompeo più non si dessj
Fè deli’Anime illuiìri , e pellegrine
Romper le Statue, e si dolea, che in terr3:
Incendi non segvian , stragi, e rovine.
L’empia malignità , che in te li serra
Fè dalia Patria uscir Scipio , e Pompeo
Per evitar del tuo furor la guerra.
Vilse in Lesbo però già Timoteo, ,
Conone in Cipro,ed’in Egitto Cabria ,
In Tracia Esulio andò , Care in Segeo .
Del tuo crudo furor preda in Calabria
Pittagoracadèo, che meritava
Quanti Altari giarnai vidde il Solabria.
La propria man vutoriosa , e brava
In se steìTo voltò già Diolippo
Per sottrarli al livor, che l’accusava.
JEenche inrr.ezzoal comandoognun sialipj
Per non esporsi à te, Iasciò Cartago ,
Vinti ch’hebbe i Romani, il gran Santip
Perche hebbe inuidia all’ huó l’Angel piùv
Precipitò dal Cielo : e il Sole esangue
V ide spirto sì bel cangiarli in Drago.
Ej per Invidia poi mutato in Angue
Èva deluse , e misero preludio
Fu d’Adamo il sudorjd’Abele il sangtte ■
E suil'
Per invidia Adrian fè sì gran fallo ,
Che il Ponte demolì, che i! fren Romani
Imposeall’isiro , e lo tenea vassàllo
Anzi à Parti donò 1’ invido insano
Tante Provincie,accioche s’obliassl
Che l’hauea soggietate il gran Traiano.
Molti huomini da lui di vaneClalsi
Chiari in arte , ò in saper furono oppreisi
Perchenilsuno àparangon gl’andailì.
Caligola ordinò , che si toglie (si
A i Manljla collana , à Quinti il crine,
E che il Grande à Pompeo più non si dessj
Fè deli’Anime illuiìri , e pellegrine
Romper le Statue, e si dolea, che in terr3:
Incendi non segvian , stragi, e rovine.
L’empia malignità , che in te li serra
Fè dalia Patria uscir Scipio , e Pompeo
Per evitar del tuo furor la guerra.
Vilse in Lesbo però già Timoteo, ,
Conone in Cipro,ed’in Egitto Cabria ,
In Tracia Esulio andò , Care in Segeo .
Del tuo crudo furor preda in Calabria
Pittagoracadèo, che meritava
Quanti Altari giarnai vidde il Solabria.
La propria man vutoriosa , e brava
In se steìTo voltò già Diolippo
Per sottrarli al livor, che l’accusava.
JEenche inrr.ezzoal comandoognun sialipj
Per non esporsi à te, Iasciò Cartago ,
Vinti ch’hebbe i Romani, il gran Santip
Perche hebbe inuidia all’ huó l’Angel piùv
Precipitò dal Cielo : e il Sole esangue
V ide spirto sì bel cangiarli in Drago.
Ej per Invidia poi mutato in Angue
Èva deluse , e misero preludio
Fu d’Adamo il sudorjd’Abele il sangtte ■
E suil'