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mandyas (1). E Io Ghampollion ed io, esaminando
le rovine del Ramsesseion colla descrizione dello
storico alla mano, e soprattutto considerando che
queste rovine trovansi appunto in quel luogo che
Diodoro assegna all'osimandiano monumento, non
dubitammo di venire nella sentenza dei due lodati
architetti. Da ciò deriverebbe che il soprannome
di Osimandia fosse dato al nostro Ramses III, poi-
ché a lui solo esclusivamente quell'edifizio appar-
tiene. Ma le osservazioni fatte da un sagacissimo
Critico per dimostrare il contrario (2), non mi per-
mettono di trattarne la quistione in questo luogo.
Con migliore opportunità ne ragioneremo più a
lungo. Intanto basti per ora, l'aver notato che se il
Ramsesseion non è il monumento che Diodoro de-
scrisse, si trova però nella distribuzione delle sue
parti maravigliosamente a quello somigliante.
Una statua di regina che fu trasportata in Roma,
e che trovasi ora nel cortile del museo del Campi-
doglio, porta i titoli di reale madre del nostro Ram-
ses III, e il nome di ToTed. Twèa ( pag. x, n. 113,
e.) (3). E sulle intdne pareti del Ramsesseion, la
(lì Descript, de VEgypte, Antiq descr. T. i, cap. ix, Sect. in.
(2) L'illustre Letronne pubblicò le ragioni che lo fecero giu-
dicare su questa quistione differentemente dai due architetti
Jollois e Divilliers, nel Journal des Savans 1822, pag. 387; e
nell' anno decorso scrisse per lo stesso giornale un' altra dotta
memoria sul medesimo soggetto.
(3) Sul colosso di Twèa è scolpita l'immagine di una prin-
cipessa di lei figlia, il nome e i titoli delia quale sono,
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mandyas (1). E Io Ghampollion ed io, esaminando
le rovine del Ramsesseion colla descrizione dello
storico alla mano, e soprattutto considerando che
queste rovine trovansi appunto in quel luogo che
Diodoro assegna all'osimandiano monumento, non
dubitammo di venire nella sentenza dei due lodati
architetti. Da ciò deriverebbe che il soprannome
di Osimandia fosse dato al nostro Ramses III, poi-
ché a lui solo esclusivamente quell'edifizio appar-
tiene. Ma le osservazioni fatte da un sagacissimo
Critico per dimostrare il contrario (2), non mi per-
mettono di trattarne la quistione in questo luogo.
Con migliore opportunità ne ragioneremo più a
lungo. Intanto basti per ora, l'aver notato che se il
Ramsesseion non è il monumento che Diodoro de-
scrisse, si trova però nella distribuzione delle sue
parti maravigliosamente a quello somigliante.
Una statua di regina che fu trasportata in Roma,
e che trovasi ora nel cortile del museo del Campi-
doglio, porta i titoli di reale madre del nostro Ram-
ses III, e il nome di ToTed. Twèa ( pag. x, n. 113,
e.) (3). E sulle intdne pareti del Ramsesseion, la
(lì Descript, de VEgypte, Antiq descr. T. i, cap. ix, Sect. in.
(2) L'illustre Letronne pubblicò le ragioni che lo fecero giu-
dicare su questa quistione differentemente dai due architetti
Jollois e Divilliers, nel Journal des Savans 1822, pag. 387; e
nell' anno decorso scrisse per lo stesso giornale un' altra dotta
memoria sul medesimo soggetto.
(3) Sul colosso di Twèa è scolpita l'immagine di una prin-
cipessa di lei figlia, il nome e i titoli delia quale sono,
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