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Ma non sì tosto gli usurpatori furon cacciati per le
armi dei Faraoni legittimi, che la fortuna degF Israe-
liti mutossi in rea, e come amici ai Pastori, ed agli
antichi re sconosciuti, dovettero sperimentare tut-
te le asprezze di una vita servile, e sottomettersi al
giogo del nuovo padrone, che dalla stessa loro pro-
sperità e moltitudine pigliava incitamento ad oppri-
merli . Intanto i Pastori, sebbene avessero abban-
donato l'Egitto, ed evacuata la fortezza d'Auaris,
non erano ancor sì lontani, da poter rendere i Farao-
ni in tutto sicuri dal timore di nuove invasioni.
Perciò in Egitto si stava con sospetto; e ad ogni
nuova scorreria dei barbari, erano da temersi gran-
dissimamente gli Ebrei, come nemico interno ed
occulto, che unito agli esterni inimici, già con lui
collegati per antica amicizia, sarebbe divenuto pa-
lesemente ribelle. Quindi ebber cagione l'oppres-
sura usata dai Faraoni per infiacchire il popolo di
Israele, e le barbare leggi per diminuirne il nume-
ro. Le quali cose furono a buon intenditore espres-
se chiaramente dal sacro storico dei Giudei, quan-
tunque non di proposito raccontate, ma toccate per
incidenza, e quanto bastasse all'intendimento di
coloro, ai quali era tutta quell'istoria notissima.
Nel capitolo primo dell'Esodo leggesi che, morto
Giuseppe e i suoi fratelli e tutta intera quella gene-
razione, i figli d'Israele continuarono a crescer di
numero nell'Egitto, e si moltiplicarono in immen-
so, e si fecer forti ed empierono la terra che abita-

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