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a93

vano. Ma ascese poi sul trono dell'Egitto un nuo->
vo re, che non era amico a Giuseppe (i):

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Et surrexit rex novus super Aegjptum , qui non co-
gnovit Josephum. Per le quali parole è manifesta-
mente significata la ristaurazione della legittima
potenza dei Faraoni per la dinastia xvm, i quali
cacciarono del paese gì' Hykscios usurpatori . E
l'espressione ebraica melek chadasc, assai meglio
che il rex novus della Volgata, e che il (òuG"iXshe
trepos dei Settanta, dimostra l'intendimento dello
scrittore. Poiché la radice chiddesc, nella sua for-
ma intensiva, in che solamente si usa, non tanto
significa far cosa nuova, quanto ristaurare, ripri-
stinare ciò che fu già per lo avanti; onde chodesc
esprime il novilunio, la prima comparsa della lu-
na , che ad ogni mese si rinnovella . Nel melek
chadasc pertanto è inclusa l'idea di un nuovo re,
che della famiglia in pria dominante fu ristau-
ratore, vale a dire, Amenòf I, figlio di Misphra-
thutmosis, che avendo forzato i Pastori ad uscir
dell'Egitto, ristaurò in tutta la sua integrità la pri-
mitiva potenza dei re diospolitani. Così ristabilito
l'antico ordine di cose, parve prudente consiglio
ai Faraoni della diciottesima di aggravare la mano
sul popolo d'Israele, e diminuirne la moltitudine. I
motivi di questo consiglio nell'Esodo stesso ven-

(i) Exodo I. 8.
 
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