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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 1,3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.4685#0053
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suo luogo si mostrerà, altri testi evidentemente di-
mostrano che quel gruppo è di numero singolare.
Citerò tra molti la dedica del tempio di Amada,
ove al nostro gruppo si unisce l'articolo dimostra-

tivo singolare njt^ dicendovi si: oh Dei grandi! mi-
rate questa costruzione, questo edìfizio. Infatti il
numero del meno quadra meglio a quasi tutti i te-
sti ove tal voce si trova. Quanto ai tre vasetti, ser-
vono probabilmente a simboleggiare V offerta di
quelle cose che, secondo il rito, solevano accom-
pagnare la dedica di qualunque grande o piccolo
monumento.

E lungo tempo che io ho fatto congettura poter
esser derivata da questa egizia voce l'appellazione,
ree iasiavqvuu, i Memnonii, con che designarono i
Greci quella parte di Tebe occidentale che era occu-
pata dalla necropoli (i). La pietà che gli Egiziani
avevano verso i defunti, e la sollecitudine e i gran-
di dispendi che si adoperavano a procurar loro am-
pie e ornate sepolture, cui case eterne denomina-
vano (2), potè far sì che all'opera dei sepolcri più
particolarmente si consacrasse l'epiteto di costru-
zioni stabili, fatte per durar lungamente. Quindi

dalla voce JUiH; JtJJULHJtj o JUtHJteY^MEN, nimen, o
mèneu, potè formarsi la greca appellazione [xe^vó-
vuol . Considerando poi la composizione ortografi-

t , che al
custodia-

(1) Monum. Civ. t. 1, p. 83.

(2) Ivi, p. i33 e seg.

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