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ca di questa voce nelle iscrizioni geroglifiche, si
vede essere scritta indifferentemente in tre diversi
modi (i3, i4> J5 della tav. annessa alla pag. /$)•
Il gruppo i5 è manifestamente abbreviazione, o vo-
glia dirsi simbolo, destinato a rappresentare la pro-
nunzia men del gruppo i/J: il gruppo i3 ammette
una doppia M in principio della voce. Vero è che
la prima M, la quale più spesso succede al verbo
ft&mpijece, potrebbe considerarsi come preposi-
zione corrispondente all'accusativo, e leggersi la
frase dell'iscrizione n.° n della tavola, simile a
moltissime altre, Jt&cfipr JUtneejJUKJt fecit con-
structionem suam. Ma la preposizione di accusati-
vo Ut non è consueta ad usarsi nelle iscrizioni ge-
roglifiche se non rarissimamente. E mi par piutto-
sto probabile che debba considerarsi quella prima
M come parte componente della voce, e leggersi
JUtJJUt o JULAXJteT memèn, o memèneu , quando vo-
gliasi darle una desinenza plurale. In tal caso que-
sta sarebbe V intera pronunzia della parola, e il
gruppo i4? che ritiene la prima radice JLlit senza
T JUL componente , ci offrirebbe un' abbreviazione
di quella, come una forma abbreviata di questa è
il gruppo x5. A questo modo di lettura presta au-
torità l'analogia della lingua copta, ove, dalla stes-
sa radice JUtRIt ^ si forma l'adiettivo JUtJULHJt memèn
perpetuus, permanens, similissimo nel suono e nel
senso alla nostra geroglifica voce. Nella qual prò»
babile ip
za con la
Queste
chiamare
vocabolo
dice la n
suo; ove
ta dal dei
lainsegn
Già in a:
immagin
propri d
nella isci
(especi;
linea 4i
del gruj
deirei
ch'essa
gli ant(
quel ca
al caso
il padr<
re una,
E ciò
nostra
h fatte
gnificar
[i)Mt
ca di questa voce nelle iscrizioni geroglifiche, si
vede essere scritta indifferentemente in tre diversi
modi (i3, i4> J5 della tav. annessa alla pag. /$)•
Il gruppo i5 è manifestamente abbreviazione, o vo-
glia dirsi simbolo, destinato a rappresentare la pro-
nunzia men del gruppo i/J: il gruppo i3 ammette
una doppia M in principio della voce. Vero è che
la prima M, la quale più spesso succede al verbo
ft&mpijece, potrebbe considerarsi come preposi-
zione corrispondente all'accusativo, e leggersi la
frase dell'iscrizione n.° n della tavola, simile a
moltissime altre, Jt&cfipr JUtneejJUKJt fecit con-
structionem suam. Ma la preposizione di accusati-
vo Ut non è consueta ad usarsi nelle iscrizioni ge-
roglifiche se non rarissimamente. E mi par piutto-
sto probabile che debba considerarsi quella prima
M come parte componente della voce, e leggersi
JUtJJUt o JULAXJteT memèn, o memèneu , quando vo-
gliasi darle una desinenza plurale. In tal caso que-
sta sarebbe V intera pronunzia della parola, e il
gruppo i4? che ritiene la prima radice JLlit senza
T JUL componente , ci offrirebbe un' abbreviazione
di quella, come una forma abbreviata di questa è
il gruppo x5. A questo modo di lettura presta au-
torità l'analogia della lingua copta, ove, dalla stes-
sa radice JUtRIt ^ si forma l'adiettivo JUtJULHJt memèn
perpetuus, permanens, similissimo nel suono e nel
senso alla nostra geroglifica voce. Nella qual prò»
babile ip
za con la
Queste
chiamare
vocabolo
dice la n
suo; ove
ta dal dei
lainsegn
Già in a:
immagin
propri d
nella isci
(especi;
linea 4i
del gruj
deirei
ch'essa
gli ant(
quel ca
al caso
il padr<
re una,
E ciò
nostra
h fatte
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