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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 1,3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.4685#0143
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nies I è dovuto il cominciamento di quella costru-
zione che divenne poi immensa per molte aggiun-
te fattevi dai re successivi. Quella parte che occu-
pa il mezzo dell'attuale recinto, e che precede il
santuario ristaurato da Filippo-Arrideo, fu costrutta
da Thutmes I(i). E consisteva in una specie di cor-
tile quadrilungo circondato da una fila di pilastri
con cariatidi, come può conoscersi per due fram-
menti che ne rimangono ; poiché tutto quel cortile
trovasi ai giorni nostri in tanta rovina, che appe-
na per pochi superstiti rottami s'intende che Thut-
mes I ne fu autore. Egli aveva dato principio a
questa parte per continuar l'edilìzio sopra una va-
sta pianta , ciò che si deduce dalla natura stessa e
dalle dimensioni di questo cortile, in faccia alla
porta del quale aveva pure innalzato due obelischi.
Ma non avendo egli compiuto le cominciate co-
struzioni, vi pose mano il re Thutmes IV, e con-
dusse a perfezione tutta la vasta parte posteriore
dell'attuale edilìzio di Karaac.

Or di tutto quel vasto cortile e dei pilastri e del-
le cariatidi e dei due obelischi che fé'costruire il
re Thutmes I, nient'altro rimane che un solo obe-

(i) Così diciamo, avuto riguardo ai più cospicui avanzi di
quelle vaste rovine. Ma nella particolar descrizione di questo
monumento avremo da fare osservare certi indizi, i quali sem-
brano dinotare che già preesistevano in quel luogo costruzioni
del primo Osortasen. Già avemmo occasione di darne un een«*
no sopra, a pag. 29.

T. ni. p. 1, 8
 
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