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si ottenne. Le quali cose dichiara la sovrapposta
iscrizione di undici colonnette, sei delle quali, an-
dando da destra a sinistra, significano Tatto di of-
ferta del re; e le altre cinque, da sinistra a destra,
comprendono l'iscrizione del dio: il volgersi dei
caratteri in opposto senso dinota la divisione dei
due testi.
Nelle sei colonnette poste dal lato del re, prima del-
le quali è l'ultima a man destra, si legge: JL*.£.C&(1)
iti en g,Jt£.£/r ert xeqJUtnxo^HHfi. n xcf <*juut
g^^TOY^cf (2) g,i K&g, (rt) )\xn porre &oot xsl
g,&T ncnr& (3) g,c&T- (4) julcjk o ut t&cjk (5)
(i) È una voce più volte ripetuta nei casi simili, ed esprime,
come la cosa figurata dimostra, il presentar dell' offerta che si
trae . Si scrive talora semplicemente UIC o ÌA6*C , sempre
peraltro coi determinativo le due gambe.
(2) Questa voce P,CTT" ? che ha vari sensi secondo i vari
determinativi, panni qui, determinata dalle due gambe, signi-
ficare in forza del contesto, rapire, come il copto POUCfT*»
(3) Dichiarammo già altrove alcuni nomi di metalli, come
qui si esprimono. Monum. Civ. t. n, cap. i, §. 17, e segnata-
mente alla pag. 3oo e segg.
(4) Questa parola col determinativo dei metalli (i tre glo-
betti) non rimane nel copto. Il Campollion la traduce per
smalto, Gram. égypt. p. 90. Erano infatti questi vasi talora
lavorati in smalto, o a smalto intarsiati sul metallo, come ve-
demmo per le figure colorite, e come alcuni esempi se ne con-
servano nelle raccolte dei musei.
(5) Sembra che per tal voce, col determinativo dei metalli,
dinotisi il rame : JULCTK lessela Champollion con due varianti
ortografiche e con la trascrizione in geratico ( Gramm. p. 89 ) ;
ma dubito se esatta sia quella lettura; poiché, secondo le iscri-
si ottenne. Le quali cose dichiara la sovrapposta
iscrizione di undici colonnette, sei delle quali, an-
dando da destra a sinistra, significano Tatto di of-
ferta del re; e le altre cinque, da sinistra a destra,
comprendono l'iscrizione del dio: il volgersi dei
caratteri in opposto senso dinota la divisione dei
due testi.
Nelle sei colonnette poste dal lato del re, prima del-
le quali è l'ultima a man destra, si legge: JL*.£.C&(1)
iti en g,Jt£.£/r ert xeqJUtnxo^HHfi. n xcf <*juut
g^^TOY^cf (2) g,i K&g, (rt) )\xn porre &oot xsl
g,&T ncnr& (3) g,c&T- (4) julcjk o ut t&cjk (5)
(i) È una voce più volte ripetuta nei casi simili, ed esprime,
come la cosa figurata dimostra, il presentar dell' offerta che si
trae . Si scrive talora semplicemente UIC o ÌA6*C , sempre
peraltro coi determinativo le due gambe.
(2) Questa voce P,CTT" ? che ha vari sensi secondo i vari
determinativi, panni qui, determinata dalle due gambe, signi-
ficare in forza del contesto, rapire, come il copto POUCfT*»
(3) Dichiarammo già altrove alcuni nomi di metalli, come
qui si esprimono. Monum. Civ. t. n, cap. i, §. 17, e segnata-
mente alla pag. 3oo e segg.
(4) Questa parola col determinativo dei metalli (i tre glo-
betti) non rimane nel copto. Il Campollion la traduce per
smalto, Gram. égypt. p. 90. Erano infatti questi vasi talora
lavorati in smalto, o a smalto intarsiati sul metallo, come ve-
demmo per le figure colorite, e come alcuni esempi se ne con-
servano nelle raccolte dei musei.
(5) Sembra che per tal voce, col determinativo dei metalli,
dinotisi il rame : JULCTK lessela Champollion con due varianti
ortografiche e con la trascrizione in geratico ( Gramm. p. 89 ) ;
ma dubito se esatta sia quella lettura; poiché, secondo le iscri-