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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.4684#0097
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95

Lo Speco di Beit-ualli non grande, e cavato tut-
to nel monte, sfuggì alla distruzione dei Persiani
che vedemmo aver fino a Dakke lasciato le tracce
del loro furore barbaro. Ghirscieh-Hassan potè
per analoga ragione conservarsi, se pure in grazia
della sua ampiezza non fu manumesso e in più
bassi tempi ristaurato in nome dell'Autore suo pri-
mo (1). La bellissima arte delle sculture dello spe-
co di Beit-ualli non dà luogo a sospetti di ristauro
posteriore.

Nello spazio che divide il gran tempio di Kalab-
scieh dallo speco di Beit-ualli, e dinnanzi alla ru-
pe che fornì la pietra a quel vasto edifizio, si veg-
gono qua e là grandi cumuli di terra mista a rot-
tami di coccio, e avanzi di muro disposti in forma
di un gran recinto quadrato. Quei cumuli e quei
rottami sono indizio dell'antica esistenza di sepol-
cri, ed ossa umane sparse al suolo, alcune ravvol-
te ancora di fascie coperte del bitume solito delle
mummie, fanno manifesto che chiudevasi nell'am-
pio recinto una necropoli. Ed è questo il primo ed
unico luogo della Nubia nel quale siami avvenuto
di ravvisare con sicurezza il sito disposto e destina-
to a ricevere i morti di una città popolosa. Poiché
gli altri siti e scavi dei quali ho parlato sopra (2),
sono o incerti, o parziali e limitati sepolcri.

(1) Sopra pag. 76.

(2) Pag. 17, 22.
 
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