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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.4684#0098
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§. 4- Tempio di Debodeh (Parembole). — Una delle sue
camere interne che è ora la cella del tempio, esi-
steva per opera dell'etiope Atarramon, primachè
Tolomeo-Filometore vi aggiungesse tutte le aitile
parti. — Sotto Augusto e Tiberio furono scolpite le
mura del pronao . — II tempio fu consacrato ad Isi-
de e ad Amonrè. — Vantico nome che davasi al
luogo significa la città della dimora o del tempio
fa" IsideJ.

Mezza giornata di comoda navigazione conduce
da Ralabscieh a Dabut o Debodeh, passando per
Tafah, ove rimangono sulla riva occidentale due
piccoli templi non compiuti e privi affatto di scul-
ture; e per Gardaasl o Qurtha, che ebbe pure un
piccol tempio di cui sussistono le sole colonne, e
che ri maser prive di sculture, eccetto una Iside ed
una Athyr senza iscrizione geroglifica.

Il tempio di Debodeh situato sulla sponda sini-
stra del Nilo, nel luogo che gli antichi Iti nera rj
chiamano Parembole, si avvicina all'orlo del fiu*
me per mezzo di una selciata con sponde, come
a Ralabscieh. Tre piccoli propilèi, sorgenti sul
medesimo asse, indirizzano al tempio: niun d'essi
ebbe sculture, uno di essi soltanto porta nel listel-
lo del cornicione l'iscrizione greca di che qui ap-
presso parlerò. Un pronao a quattro colonne di
faccia unite da intercolonj introduce alla cella ,
d'onde si entra in altre o di fronte o laterali, che
non ebbero mai compimento ne principio di scul-
tura. Dal primo propilèo staccavasi un muro di re-
 
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