159
MCCCCLXXXXVHI, NOVEMBRE.
16’0
bevuto bote di vino numero... et che ivi havia abu-
to il titolo dal re di Franza di ducha di Valenza e
la investitura di esso duchato, et havia mandato a
solicitar andasse a la corte per monsignor di Tres,
et li manda contra monsignor di Clarius, et che il
Cardinal San Piero in Vincala, a requisition dii re
era partito di Avignom, e andato a corte.
Da poi disnar fo consejo di X con zonta, steno
fin hore 4 di note.
A di 28 novembri© in colegio, non fo il principe.
Vene Piero di Bibiena et mostroe una lettera di Pie-
ro di Medici, di 21, data a Bibiena, di molte cosse,
dannava el capo, etc.
Da Ravena, di 26. Quello havia di l’impresa
di Galiada et di sier Zuam Paulo Gradenigo. Etiam
vene lettere di 25, date Sojano, come era ivi zonto,
voleva andar in campo.
Di campo, di proveditori, date a di 21 a Bibie-
na. Come era zonto le artilarie ma non li do ca-
noni grandi, e zonti sarano volevano andar a campo
a uno castello di là da Popi chiamato Alierna ; et
l’Alviano steva meglio, havia cavalchato cussi ferito ;
et che Mordo da Cortona condutier dii ducha di
Urbim et Perim di Lupi contestabele nostro erano
stati feriti a F impresa di Camaldole ; domino Astor
64 ‘ Bajom li era caduto uno cavalo adosso et mal si
potrà operar, et cussi F altro Bajom havia una doja
di fiancho, sichè questi do etc. ; et il conte Ranuzo
era intrato in Arezo e partito di Pratovechio; et Chi-
riacho dal Borgo eri sera introe in Pratovechio con
400 provisionati. Et a di 17 sabato haveano nova
Paulo Vitelli era intrato in Fiorenza : etiam altro
scrisse. Drezate le lettere ai cai dii consejo di X, zer-
cha il suo indusiar.
In questa matina feci expedir la poliza di quello
domandava sier Nicolò Pexaro, provedador di l’ar-
mada, et fo balotato.
Da poi disnar fo consejo di X simplice, inter coe-
tera fato li soi capi, sier Baldisera Trivixam, sier Ma-
rin Contarmi e sier Francesco Mocenigo.
A di 29 novembrio in colegio. Vene don Hironi-
mo Spagnol monaco in Santa Giustina di Padoa, qual
fu alias rector di scolari, et expose dolendosi per
nome de quelli monaci di una lettera di la Signoria
nostra zercha il cavar sul Polesene contra i Papa-
fava citadini di Padoa che li era in gran danno, et
fo suspeso di la lettera.
Da Padoa, di rectori di 28. Di certa custiom
seguida per caxon di precieder tra domino Bortolo-
meo Sozino da Siena et domino Zuam Campezo da
Bologna ambedoi doctori eccelentissimi lezevano
in quel studio, et era processa per le colete sono
consueti di far a questi tempi li bidelli dii studio :
pertanto pregava la Signoria volesse decider chi de
Ihoro dovesseno precieder. Tamen nulla fo risposto,
acciò tra Ihoro si acordaseno.
Da Vicenza, di rectori, di 28. Zercha i paga-
menti di provisionati di quella comunità sono in
campo, et mandava li danari.
Da Ferara, dii vicedomino, di 26. Dii partir di
oratori pisani per andar a Pisa et molle altre cosse,
ma nulla di conto.
Da Ravena. Nulla ; ma dii conte di Sojano Lam-
berto vene lettere, date a di 19, drezate al suo can-
zelier, era qui prima ma bora partito, et diceva alcu-
ne parole in zifra, et voleva non fusse dato condola
a suo fratello, et avisa di le cosse dii nostro campo,
e dannava li capi, etc. Etiam un’ altra lettera del
ditto di 20, ut supra.
Da Siena di Alvixe Sagudino secretarlo nostro,
date a di 14 in zifra. Come quel Pandolpho Petru-
zi era tutto duchesco ; et esser zonti ducati 3000 da
Milan per dar al signor Antonio Maria di Sanseveri-
no, et esso Pandolpho li havia retenuti dicendo do-
ver haver ; et era etiam venuti tre contestabeli ivi
per nome dii ducha de Milan a far fanti qualli fono
licentiati; et come per alcuni li era sta ditto esso se-
cretano non fazea nulla ivi et la Signoria faria bene
a darli licentia. Item, el campo di Pisa esser levato,
et bona parte di le zente esser a Marzano, et era di-
scordia tra li capi, zoè Paulo Vitelli, conte Ranuzo
da Marzano et Frachasso, et che F uno non voleano
star sotto F altro, sichè tra Ihoro erano odii.
Da Zenoa dii secretarlo, di 23. Come zenoesi
parea si volesseno aderir al re di Franza, maxime
li doy fratelli Adorni che governavano Zenoa. Et era
venuto lì uno orator dii signor Constantim da Mon-
terà a questo effecto, minazando etc. Et credesi li
oratori Ihoro mandati in Franza siano andati per
qualche praticha, et di uno zenoese li era venuto a
parlar dicendoli il mal saria si Zenoa si acordase
con Franza, et li disse el re di Franza esser acordà
con la Signoria nostra, et fece longi discorsi in tal 55
materie, et che monsignor di Tenda cognato dii go-
vernador- dovea venir lì.
Da Pisa di prò veditori, di 19 in zifra. Diceva-
no gran mal dii governador domino Marco da Mar-
tinengo ; et come a dì 16 era morto domino Jacomo
Savorgnam da Udene, zentilomo et condutier nostro
di cavalli. Et per collegio fo dato licentia a domino
Zuam Diedo, era lì a Pisa amalato, che solo con la
persona potesse venir de qui per varir etc.
MCCCCLXXXXVHI, NOVEMBRE.
16’0
bevuto bote di vino numero... et che ivi havia abu-
to il titolo dal re di Franza di ducha di Valenza e
la investitura di esso duchato, et havia mandato a
solicitar andasse a la corte per monsignor di Tres,
et li manda contra monsignor di Clarius, et che il
Cardinal San Piero in Vincala, a requisition dii re
era partito di Avignom, e andato a corte.
Da poi disnar fo consejo di X con zonta, steno
fin hore 4 di note.
A di 28 novembri© in colegio, non fo il principe.
Vene Piero di Bibiena et mostroe una lettera di Pie-
ro di Medici, di 21, data a Bibiena, di molte cosse,
dannava el capo, etc.
Da Ravena, di 26. Quello havia di l’impresa
di Galiada et di sier Zuam Paulo Gradenigo. Etiam
vene lettere di 25, date Sojano, come era ivi zonto,
voleva andar in campo.
Di campo, di proveditori, date a di 21 a Bibie-
na. Come era zonto le artilarie ma non li do ca-
noni grandi, e zonti sarano volevano andar a campo
a uno castello di là da Popi chiamato Alierna ; et
l’Alviano steva meglio, havia cavalchato cussi ferito ;
et che Mordo da Cortona condutier dii ducha di
Urbim et Perim di Lupi contestabele nostro erano
stati feriti a F impresa di Camaldole ; domino Astor
64 ‘ Bajom li era caduto uno cavalo adosso et mal si
potrà operar, et cussi F altro Bajom havia una doja
di fiancho, sichè questi do etc. ; et il conte Ranuzo
era intrato in Arezo e partito di Pratovechio; et Chi-
riacho dal Borgo eri sera introe in Pratovechio con
400 provisionati. Et a di 17 sabato haveano nova
Paulo Vitelli era intrato in Fiorenza : etiam altro
scrisse. Drezate le lettere ai cai dii consejo di X, zer-
cha il suo indusiar.
In questa matina feci expedir la poliza di quello
domandava sier Nicolò Pexaro, provedador di l’ar-
mada, et fo balotato.
Da poi disnar fo consejo di X simplice, inter coe-
tera fato li soi capi, sier Baldisera Trivixam, sier Ma-
rin Contarmi e sier Francesco Mocenigo.
A di 29 novembrio in colegio. Vene don Hironi-
mo Spagnol monaco in Santa Giustina di Padoa, qual
fu alias rector di scolari, et expose dolendosi per
nome de quelli monaci di una lettera di la Signoria
nostra zercha il cavar sul Polesene contra i Papa-
fava citadini di Padoa che li era in gran danno, et
fo suspeso di la lettera.
Da Padoa, di rectori di 28. Di certa custiom
seguida per caxon di precieder tra domino Bortolo-
meo Sozino da Siena et domino Zuam Campezo da
Bologna ambedoi doctori eccelentissimi lezevano
in quel studio, et era processa per le colete sono
consueti di far a questi tempi li bidelli dii studio :
pertanto pregava la Signoria volesse decider chi de
Ihoro dovesseno precieder. Tamen nulla fo risposto,
acciò tra Ihoro si acordaseno.
Da Vicenza, di rectori, di 28. Zercha i paga-
menti di provisionati di quella comunità sono in
campo, et mandava li danari.
Da Ferara, dii vicedomino, di 26. Dii partir di
oratori pisani per andar a Pisa et molle altre cosse,
ma nulla di conto.
Da Ravena. Nulla ; ma dii conte di Sojano Lam-
berto vene lettere, date a di 19, drezate al suo can-
zelier, era qui prima ma bora partito, et diceva alcu-
ne parole in zifra, et voleva non fusse dato condola
a suo fratello, et avisa di le cosse dii nostro campo,
e dannava li capi, etc. Etiam un’ altra lettera del
ditto di 20, ut supra.
Da Siena di Alvixe Sagudino secretarlo nostro,
date a di 14 in zifra. Come quel Pandolpho Petru-
zi era tutto duchesco ; et esser zonti ducati 3000 da
Milan per dar al signor Antonio Maria di Sanseveri-
no, et esso Pandolpho li havia retenuti dicendo do-
ver haver ; et era etiam venuti tre contestabeli ivi
per nome dii ducha de Milan a far fanti qualli fono
licentiati; et come per alcuni li era sta ditto esso se-
cretano non fazea nulla ivi et la Signoria faria bene
a darli licentia. Item, el campo di Pisa esser levato,
et bona parte di le zente esser a Marzano, et era di-
scordia tra li capi, zoè Paulo Vitelli, conte Ranuzo
da Marzano et Frachasso, et che F uno non voleano
star sotto F altro, sichè tra Ihoro erano odii.
Da Zenoa dii secretarlo, di 23. Come zenoesi
parea si volesseno aderir al re di Franza, maxime
li doy fratelli Adorni che governavano Zenoa. Et era
venuto lì uno orator dii signor Constantim da Mon-
terà a questo effecto, minazando etc. Et credesi li
oratori Ihoro mandati in Franza siano andati per
qualche praticha, et di uno zenoese li era venuto a
parlar dicendoli il mal saria si Zenoa si acordase
con Franza, et li disse el re di Franza esser acordà
con la Signoria nostra, et fece longi discorsi in tal 55
materie, et che monsignor di Tenda cognato dii go-
vernador- dovea venir lì.
Da Pisa di prò veditori, di 19 in zifra. Diceva-
no gran mal dii governador domino Marco da Mar-
tinengo ; et come a dì 16 era morto domino Jacomo
Savorgnam da Udene, zentilomo et condutier nostro
di cavalli. Et per collegio fo dato licentia a domino
Zuam Diedo, era lì a Pisa amalato, che solo con la
persona potesse venir de qui per varir etc.