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Sanutus, Marinus; Berchet, Guglielmo [Hrsg.]; Fulin, Rinaldo [Hrsg.]; Barozzi, Nicolò [Hrsg.]; Stefani, Federico [Hrsg.]
I diarii (1496-1533) (Tomo 2): [1.10.1498 - 30.9.1499] — Venezia: Visentini, 1879

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https://doi.org/10.11588/diglit.67588#0668
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1307

MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.

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strar non si possi lenir, unde tutti tre contentano,
et cussi manda il messo al qnal è stà ordina non
passi Brexa ; come consejò ditto Francesco, et il ca-
stelan voria fusseno mandati bombardieri dentro a
veder le artilarie ha et il castello. Ttem, mandò una
relation di Zuam Batista Malaspina, uno di marchexi
di Fosdinovo, qual F altro dì partì da Milan : dice el
campo di francesi a dì 9 si levò di Belai)t, va verso
Como, et che quelli di Milan non si contenta de fran-
cesi per li capitoli non fati. Ilem, la rocha di Como
et Lecho si tien per il signor Lodovico. Ilem, el Car-
dinal Ascanio et Sanseverin vieneno con zente cen-
tra, et zà qui hanno de fanti 20 milia tedeschi. Ilem,
a Milan è restati salum do francesi per porla, il re-
sto sono andati in campo. Ilem, hanno a mal mila-
nesi Cremona vengi sotto la Signoria nostra, maxime
misier Francesco Bernardin Visconte et misier Ba-
tista Landrian, et dicono si doveria far il castello
non si rendesse, et li Palavicini à mandato a dir al
castelan de li si voi 200 over 300 fanti li manderà;
et ditto domino Francesco Bernardin à mandà ogni
dì qualche uno a confortar il castelan di Cremona si
tengi, et è stato in castello de Milan a dir a quelli si
tengino, et cussi uno Marini, fo favorito dii signor
Lodovico, dicendo presto li veria socorso di Alema-
gna. Ilem, come, per via di Francesco di Quartieri,
ha inteso domino Bataja castelan si oferisse, over lui
medemo Francesco, andar con 10 a Codignola, et
farà si durano a la Signoria nostra, quelli cittadini li
à prega il campo nostro si lievi dii cremonese per
haver fato pezo che inimici et danno assai. Ilem,
F orator francese è venuto in Cremona per mutar
ajere, aloza in vcscoado et non si sentiva bene.
Di campo, di sier Marchio Trivixan proveda-
dor zeneral a San Marlin, a di 43. Come era zon-
to il salvoconduto di misier Zuam Jacomo per il
castelan di Pizegeton qual si tien ancora, voi ducati
2000, et certe altre cosse vedendo il castello di Cre-
mona tenersi. Ilem, il corier à ditto a Milan esser
assai francesi, il signor misier Zuam Jacomo aloza
dove alozava li oratori vinitiani, et acorda il castelan
di la Rodiota. Ilem, esser zente in caxa di domino
Marchexin Stanga, et altri cortesani, el conte di Ca-
jazo et Antonio Maria di Sanseverino sono a Milan
tratano acordarsi con Franza. Ilem, par Lazaro Gras-
so esser zonto in campo nostro con li soi provisio-
nati, unde esso provedador mandoe Più da Bergamo
con la soa compagnia a Brexa, aeciò lo mandino in
Valchamonica ; manda le mostre fate etc.
In questo pregadi fu electo provedador a Cor-
phù, justa la forma di la parte presa, in Iodio di sier

Andrea Loredan a chi Dio perdoni, et rimase sier
Lucha Querini fo capitano et provedador a Napoli
di Romania, fo di sier Marco, qual il zorno seguente
venuto in collegio aceptoe.
A dì 16 septembrio. In collegio avanti si lezesse 506 *
lettere ni altro, fono mandati chi non intra va nel
consejo di X fuora, et steteno assai.
Vene do oratori luchesi vestili di veludo negro,
homeni di auctorità, et presentato lettere di creden-
za, di 7, di soi signori, exposto prima la devotion di
luchesi verso la Signoria nostra, poi dimandono au-
dientia secreta, qual ebbe con li capi dii consejo di
X. Et per quanto se intesi luchesi voleano levar San
Marco, et erano venuti per capitolar. Li fo risposto
si consulteria. Il nome di dicti oratori è domino
Zuam Maria Medici et Zuam Guinisio.
Vene domino Acursio orator di Franza, et li fo
comunichà la risposta preso di far allegato per le
nuove si havia da mar ; disse come a dì 19 la maje-
stà dii suo re havia nova dovea esser a Pavia.
Vene Piero Dentize, nuntio di monsiguor di Li-
gnì, et con li capi di X, per più auctorità li fo ditto
quello era preso dicesse a monsignor di Lignì in ri-
sposta, qual poi si partì per Milan.
Vene domino Julio da Martinengo da Brexa, et
intrò con li cai di X soli, et questo per certa prati-
dia ha in Alemagna ; et vene uno vestito da corier
dì Alemagna, credo tasse qualche praticha secreta
con domino Marquardo so parente.
Da Rovere, di sier Nicolò da cha da Pexaro po-
destà. Come havia el signor Lodovico esser zonto
venere a Meran, et ha fato discargar some 52, si dice
era danari. Ilem., feva zente. eravi li tre cardinali,
arà boemi con lui, el il re di romani è pur in guer-
ra con sguizari, et dia romper in favor dii signor
Lodovico per tre vie, una verso Milan, una Rovere,
et una in Frinì.
Da Delire, di sier Malhio Barbaro podestà el ca-
pitano, di 15. Haver certo la pace non esser fata
tra sguizari et il re di romani, tamen el signor Lo-
dovico procura la se fazi, dubita non siegui qualche
novità, voria li tasse mandà bombardieri per non vi
esser monition etc. Et cussi li lo mandato do bom-
bardieri, etc.
Da Crema, di sier Hironimo Liom el cavalier
podestà et capitano, di 14. Come havia, a dì 4 di
F istante el signor Lodovico alozò a Belazo a castello
di domino Marchesin Stanga sopra el lago di Como
dove disnò, el zobia poi in una piccia barella con
ditto domino Marchexin et uno altro in abito inco-
gnito sopra uno fasso di fieno passò, et in altra
 
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