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Sanutus, Marinus; Fulin, Rinaldo [Editor]; Barozzi, Nicolò [Editor]; Stefani, Federico [Editor]
I diarii (1496-1533) (Tomo 3): [1.10.1499 - 31.3.1501] — Venezia: a spese degli autori, 1880

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https://doi.org/10.11588/diglit.67589#0552
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1075

MCCCCC, NOVEMBRE,

1076

Marcello, era 11, si operò, e subito saltò in galia con
gran animo, e tuta la zurma ; e per aqua andono
ivi, e messe scala in terra, e con gran vigoria fé il
possibile. Laudato da tutti, sì di bon governo, et la
zurma obedientissima ; e chi ne havesse 50 di tal
sorte si poria meter per 100. Ilem, ha per li explo-
ratori, Feris bei ha fato rifreschar el comandamento
a tutti quelli dii paexe, menazando venir a’ danni di
Cataro ; e à fato comandamento, fazino tute liete le
strade vien de lì, e cussi fanno ; e quelli di Monte
Negro ozi dieno chiamar el suo sboro, zoè redursi
insieme, e consultar quello dieno far. Lui proveda-
dor non resta meterli im paura ; per bon rispeto à
tenuto la dita galia Marcella de lì; è con pocha gen-
te, è spaurosi quelli di quel teritorio. Aricorda si
mandi in quel colto qualche galia, e non dice senza
causa; item, li danari di 1’ armar la festa, che, inan-
ellando, sarano assediati per li brigantini e gripi di
Castel Novo. Item, à tenuto la terra a bon mercha-
to ; el fermento, el staro soldi 50, videlicel venitian,
carne eie., non valeno danari ; tien el paese aperto
da mar e da terra, come fesse paxe, acciò li subdi-
ti eie. ; è cruciati da li fanti, videlicel da Martinel da
426 * Lucha, rimasto con 40. Li lauda assai, non si voi
perderli, per esser stabeli, e mai hanno voluto par-
tirsi. Di la Vajusa la zurma è disciolta, e le galie,
parte tirate in terra, li coriedi posti nel castello di
la Valona. Z/e/ra, li fanti dii castello di Budua voleno
danari ; li ha mandati con bone parole. Itevi, per il
soracomito Marcello ricevete gropi 4 de page ordi-
narie, e biave di strafotto È zonto domino Zorzi
Bucali, e dice ha una letera di partirse, e, partendo-
si, tutti si partiria ; e la campagna non si poi vardar
senza cavali eie. Dimanda 60 in 70 cavali, prima si
parti. Item, per uno explorator, vien di Zenta, dice,
Feris bei feva aparechiar alcune artilarie per venir
de lì e meter alguni bastioni al Streto di le Cadene,
et ha za fato notar le strade, Scriverà al capetanio
dii colpho li mandi qualche galia, et da lui non man-
cherà proveder eie.
Dii dillo, di 17. Manda una letera, ricevuta da
sier Piero di Prioli, governador di Traili, per causa
di la trata concessa per la Signoria a’ catarini, e voi
si pagi la trata a Cataro, e fa debitor esso proveda-
dor ; si duo! non si paga dii salario suo eie. ; e non
voi più mandar a tuor fermenti. Ilem, de lì non è
fermenti, ni megij, e biscoti per do mexi. Ilem, mis-
sier Zorzi Bochali li à dà la letera di la licentia eie.
Aricorda non sia levato ; ha 25, et Bali 25, quali non
yorano star eie. Voi si li mandi altri 50 stratioti.
Ilem, li zudexi menor, et el secreto conscio di

Cataro, di 14, scrivono a la Signoria nostra in con-
formità ; laudano molto sier Zuam Paulo Gradenigo,
provedador Ihoro, e sier Sabastian Marcelo, sopra-
comito. Narra l’honor à ’uto contra turchi, et ne la
fin dicono ad cujus pedes res, domos, filios, uxores,
tempia el vitas noslras humillime se recomaridiamo
a la serenità vostra.
Da Sibinico, di sier Vetor Bragadin, conte et
capetanio, di do novembrio. Come, inteso il corer
di turchi su quel di Zara, mandò do cavatori a La-
vrana, per intender ; quali è tornati con letere di
sier Jacomo Manolesso, castelan, qual manda, e a
bocha à, turchi esser reduti soto Cluchievach, teri-
torio dii re di Hongaria ; starà atento a vardar quel
contado eie. Item, aricorda il bisogno di polvere e
artilarie e monitiom ; ricomanda quella cità, eh’ è il
porto de tuta la Dalmatia, e ha un grande e belissi-
mo porto, dove staria ogni grande armata ; e non
tropo lontan dii teritorio è un boscho grandissimo,
per fabrichar ogni gran legno, et è dii re di Hon-
garia ; arente la fiumara fa masenar i mulini, la Si-
gnoria nostra, di quel contado. Item, qui è uno Iho-
ro orator ; prega sia expedito. El conte Xarcho, in
quelli zorni con la compagnia soa e con el vice bau
e altri de Corvatia, ha corso in terre dii turcho; beri
ritornò, e hanno fato preda de animali eercha 4000
minuti, et 2000 grossi, e schiavi 16, e brasato molte
ville. Et volendo esso conte bolar li cavali a ditto
conte Xarcho, come la Signoria comandò, non ha
voluto, per non esser consueto ; e più presto vuol
esser casso, e andar con Dio, e voi venir in questa
terra per proveder a molte cosse, e lasserà homo
suficiente al governo. Non è possibele ditta compa-
gnia se conservi, si non hanno li danari e orzi, al
manche ogni do mexi. Item, di danari di terzi di
salarij e utilità non manda, per averli dà a li guar-
diani del Castel Novo, e perhò si provedi. Del sai
pochissimo se traze; i dacij minuiti, le spexe acre-
sciute, et non si poi eliam scuodcr.
Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, proveda- Vìi
dor di l’ Albania, a dì 25 octubrio. Zercha fermenti
posti in Antivari per monition ; dice molte cosse ;
voria uno rasonato ; le intrade di la Signoria a Dul-
zigno, Budua e Durazo, li rectori manzano el tutto;
voria se li mandasse un, con autorità di synico, per
le manzarie di rectori, e quelle comunità lo à richie-
sto ; aricorda si dagi tal cargo al capetanio dii col-
pho, possi veder eie. Item, da novo, per uno di solo
Scutari, venuto di Sophia, à ’uto come Ibdin, ca-
stello di l’ungaro su el Danubio, essendo a l’incon-
tro Achmat bego con altri sanzachi, fono a le man
 
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