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MCCCCC, NOVEMBRE.
1078
con ungaci, e turchi fono roti e frachassati ; e dito
sanzacho ferito de 3 lanzate etc. ; e che ’l signor an-
dava di longo a Constantinopoli, fazendo più camin
in un zorno, che altre volte in tre zornate ; e Feris
bego, sanzacho de Scutari, venendo a le so stanzio,
zonto a Pechij, lontan di Scutari tre zornate, ha ve
comandamento dii signor, subito andasse a Constan-
tinopoli ; F armata di la Vajusa, i fusti grossi sono
in terra, e i mentiti in aqua, con guardia etc.
Vene sier Michiel Foscari e sier Zuan Corner,
quondam sier Antonio, dicendo esserli sta tolti li soi
vini da F armada yspana ; pregava la Signoria no-
stra li volesse far satisfar. El principe li confortò,
dicendo si cometeria.
Intrò li cai di X, e, mandati tutti fuora, fonno su
la materia di la praticha etc. Et vene l’orator di
Franza, e insieme consultano, nescio quid, sed credo
dimandoe il parer suo eie. Steteno longamente ; fazi
pur bene, che Idio el voglia !
Da poi disnar fo gran conseio, et fato patron a
F arsenal, in luogo di sier Batista Morexini, qual à
refudato ; e rimase sier Toma Duodo, fo capetanio
di le nave armade. Item., a Malamocho niun non pas-
sò. E zudexe di petizion rimase sier Bernardin Mi-
chiel, de sier Matto, fradello de sier Alvixe, morto
al socorsso di Modon.
Et li savij ceduti deteno audientia a li oratori di
Verona, et a quelli di Cremona, et a domino Ga-
spar Stanga ; e di danari, ni di le cosse da mar, ver-
bum nullum ; e tutta la terra mormora.
A di XVInovembrio. In colegio, reduto el prin-
cipe in camera di sopra, e mandato per li cai di X,
sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, re-
ferì alcune cosse, nescio quid. Credo, zercha l’orator
di Franza ; et poi ditto orator di Franza vene, et
steteno assai ; quello si volse non lo so, ma fo ordi-
nato pregadi.
Vene 1’ orator di Ferara, per cosse particular, et
per poter mandar li pessi da Chomachio a Milan,
senza il dazio di Cremona, come era asueto di far
a tempo dii ducha di Milana.
Da Ferara, dii vicedomino, di 13. Di la venuta,
mo terzo zorno, dii marchexe di Mantoa li ; e si dice
anderà a peschar a Comachio, et starà a piacer; ta-
men, a questi tempi è da creder vengi per altro. À
mandato il suo secretano da esso vicedomino a scu-
sarsi non lo vien a visitar, per non dar che dir ; et
è servitor di la Signoria nostra. Item, de lì, Faenza
si tien spazata etc.
Dii dito, di 14. Chome ha inteso, a Bologna
missier Zuane haver auto una letera di! roy, che lo
voi mantenir in stato ; tamen missier Zuane fa ogni
provision, et à fato la mostra di 500 homeni d’ar-
me, e molti fanti. Item, el Cardinal Vincala, eh’è al
Ziton, à ditto il papa non darà fastidio a Bologna.
Item, el marchexe di Mantoa è pur li a Ferara, fin 3
dì partirà per Bel Reguardo, poi a Comachio ; e vene
letere eri sera, non si sa dove ; et il signor, esso
marchexe, don Alfonxo et Piero Zentil steteno se- 427 *
rati in camera per do horre. Item, el secretano, de ¬
putato a Maximiano, non è ancor partito, et si va
perlongando la sua andata. Et è da saper, 1’ altra
sera vene letere di esso visdomino, zercha la richie-
sta dii ducha, di mandar il pesse a Milan, come ho
scrito.
De Asola, di sier Francesco Barbaro. Nicol') Li-
pomano et Nicolò Salamon, syndici, di penultimo
octubrio. Come de lì à trovato molto mal aministrati
li danari per quel proveder (sic), e intachà li danari
deputati a 1’ arsenal etc., unde li ha fatti restituir eie.
Et esso provedador, sier Piero Lombardo, di 12 di
questo, scrisse a la Signoria, et mandoe alcuni da-
nari a F arsenal di ditta raxon. Si scusa di que-
sto etc.
Da Vicenza, di sier Zuan Balista Bonzi,*pro-
vedador per le camere. Chome, per Alvise Sa nudo,
cavalaro, mandava certi danari scossi ; conclude,
ivi haver scosso da ducati 6300, e si voi partir,
et andar a Verona, seguendo F oficio a lui impo-
sto etc.
Da Ravena, dii podestà, di 14. Come eri el si-
gnor Zuan Paulo Bajon e Vitelozo si parlino da
Forlì con le compagnie et artilarie,per Forlì ; hanno
in tutto pezi 30, e dice la conditione di esse. Item,
ozi el ducha si è levato da Forlì, e andato a uno
castello, chiamato Santa Eufemia, e quello ha for-
nito a suo nome, et quasi tutta Val di Lamon è
a soa devutione ; a Faenza si fa pur provision.
Item, el signor Carlo Orssini à dato paga una; e
al resto di le zente il ducha à dato ducati uno per
homo d’ arme, con promissione di darli presto da-
nari, et in hoc interim le zente alozano a diserzione
per tutto etc. .
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave arma-
de, di 14 octubrio, a la Vaticha. Si scusa, non haver
fato a tempo di le do galie fo prese, et danna chi
ordinò F investir; si jacta di cuor eie. Non leta.
Vene sier Piero Morexini e sier Beneto Sanudo,
avogadori di commi, e fè introdur una puta vero-
nese, per certo matrimonio etc. ; et, coram principe,
confessò, quello la tolse per forza dal padre e menò
via, esser suo marito. Et cussi fo ordinato per la Si-
MCCCCC, NOVEMBRE.
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con ungaci, e turchi fono roti e frachassati ; e dito
sanzacho ferito de 3 lanzate etc. ; e che ’l signor an-
dava di longo a Constantinopoli, fazendo più camin
in un zorno, che altre volte in tre zornate ; e Feris
bego, sanzacho de Scutari, venendo a le so stanzio,
zonto a Pechij, lontan di Scutari tre zornate, ha ve
comandamento dii signor, subito andasse a Constan-
tinopoli ; F armata di la Vajusa, i fusti grossi sono
in terra, e i mentiti in aqua, con guardia etc.
Vene sier Michiel Foscari e sier Zuan Corner,
quondam sier Antonio, dicendo esserli sta tolti li soi
vini da F armada yspana ; pregava la Signoria no-
stra li volesse far satisfar. El principe li confortò,
dicendo si cometeria.
Intrò li cai di X, e, mandati tutti fuora, fonno su
la materia di la praticha etc. Et vene l’orator di
Franza, e insieme consultano, nescio quid, sed credo
dimandoe il parer suo eie. Steteno longamente ; fazi
pur bene, che Idio el voglia !
Da poi disnar fo gran conseio, et fato patron a
F arsenal, in luogo di sier Batista Morexini, qual à
refudato ; e rimase sier Toma Duodo, fo capetanio
di le nave armade. Item., a Malamocho niun non pas-
sò. E zudexe di petizion rimase sier Bernardin Mi-
chiel, de sier Matto, fradello de sier Alvixe, morto
al socorsso di Modon.
Et li savij ceduti deteno audientia a li oratori di
Verona, et a quelli di Cremona, et a domino Ga-
spar Stanga ; e di danari, ni di le cosse da mar, ver-
bum nullum ; e tutta la terra mormora.
A di XVInovembrio. In colegio, reduto el prin-
cipe in camera di sopra, e mandato per li cai di X,
sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, re-
ferì alcune cosse, nescio quid. Credo, zercha l’orator
di Franza ; et poi ditto orator di Franza vene, et
steteno assai ; quello si volse non lo so, ma fo ordi-
nato pregadi.
Vene 1’ orator di Ferara, per cosse particular, et
per poter mandar li pessi da Chomachio a Milan,
senza il dazio di Cremona, come era asueto di far
a tempo dii ducha di Milana.
Da Ferara, dii vicedomino, di 13. Di la venuta,
mo terzo zorno, dii marchexe di Mantoa li ; e si dice
anderà a peschar a Comachio, et starà a piacer; ta-
men, a questi tempi è da creder vengi per altro. À
mandato il suo secretano da esso vicedomino a scu-
sarsi non lo vien a visitar, per non dar che dir ; et
è servitor di la Signoria nostra. Item, de lì, Faenza
si tien spazata etc.
Dii dito, di 14. Chome ha inteso, a Bologna
missier Zuane haver auto una letera di! roy, che lo
voi mantenir in stato ; tamen missier Zuane fa ogni
provision, et à fato la mostra di 500 homeni d’ar-
me, e molti fanti. Item, el Cardinal Vincala, eh’è al
Ziton, à ditto il papa non darà fastidio a Bologna.
Item, el marchexe di Mantoa è pur li a Ferara, fin 3
dì partirà per Bel Reguardo, poi a Comachio ; e vene
letere eri sera, non si sa dove ; et il signor, esso
marchexe, don Alfonxo et Piero Zentil steteno se- 427 *
rati in camera per do horre. Item, el secretano, de ¬
putato a Maximiano, non è ancor partito, et si va
perlongando la sua andata. Et è da saper, 1’ altra
sera vene letere di esso visdomino, zercha la richie-
sta dii ducha, di mandar il pesse a Milan, come ho
scrito.
De Asola, di sier Francesco Barbaro. Nicol') Li-
pomano et Nicolò Salamon, syndici, di penultimo
octubrio. Come de lì à trovato molto mal aministrati
li danari per quel proveder (sic), e intachà li danari
deputati a 1’ arsenal etc., unde li ha fatti restituir eie.
Et esso provedador, sier Piero Lombardo, di 12 di
questo, scrisse a la Signoria, et mandoe alcuni da-
nari a F arsenal di ditta raxon. Si scusa di que-
sto etc.
Da Vicenza, di sier Zuan Balista Bonzi,*pro-
vedador per le camere. Chome, per Alvise Sa nudo,
cavalaro, mandava certi danari scossi ; conclude,
ivi haver scosso da ducati 6300, e si voi partir,
et andar a Verona, seguendo F oficio a lui impo-
sto etc.
Da Ravena, dii podestà, di 14. Come eri el si-
gnor Zuan Paulo Bajon e Vitelozo si parlino da
Forlì con le compagnie et artilarie,per Forlì ; hanno
in tutto pezi 30, e dice la conditione di esse. Item,
ozi el ducha si è levato da Forlì, e andato a uno
castello, chiamato Santa Eufemia, e quello ha for-
nito a suo nome, et quasi tutta Val di Lamon è
a soa devutione ; a Faenza si fa pur provision.
Item, el signor Carlo Orssini à dato paga una; e
al resto di le zente il ducha à dato ducati uno per
homo d’ arme, con promissione di darli presto da-
nari, et in hoc interim le zente alozano a diserzione
per tutto etc. .
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave arma-
de, di 14 octubrio, a la Vaticha. Si scusa, non haver
fato a tempo di le do galie fo prese, et danna chi
ordinò F investir; si jacta di cuor eie. Non leta.
Vene sier Piero Morexini e sier Beneto Sanudo,
avogadori di commi, e fè introdur una puta vero-
nese, per certo matrimonio etc. ; et, coram principe,
confessò, quello la tolse per forza dal padre e menò
via, esser suo marito. Et cussi fo ordinato per la Si-