1361 mccccci,
non li poteva proveder, lui li provedesse ; et per il
loco di Glissa li à dato do barili di polvere, alcune
taole e alcune travi, e voriano poter condur dal loco
di Scardona a un so locho, nominato Calfigna, cabli
500 di sali, con il qual voi instaurar quel locho e
altri, e voi il transito per mar, per non poterli por-
tar per terra ; li à recusato con excusation conve-
niente. Pur esso capetanio poi vene im persona, un
pocho alterado, e ditoli i respeti, e datoli bona spe-
ranza, acleo di diti salii li convegnirà compiacer, si
la Signoria nostra non li comanda el contrario. Item,
ha ’uto, di sopra farsi qualche aparechio per i nimici,
per dito bastion di Narenla; perhò si poi comandar
al retor di Liesna, mandi do o ver 3 barche armade,
a custodia di quel loco, e, si qualche galia fusse in
colfo, non saria mal ; et tal aviso ultimo ha ’uto per
via dii conte Zuan di Poliza, cavalier, bon servitor
di la Signoria nostra, qual si forza tenir a devution
nostra la valle di Poliza; e, scrivendoli, è bon dir
una parola di dito conte eie. Item, voria qualche bi-
scoto, perchè quelli erano fonno dispensati per li pre-
cessori soi.
Da poi disnar fu gran conscio, et colegio non si
redusse, come ho ditto.
In questi zorni vene a Venecia asaissimi sguizari,
per andar in armada ; voleano ducati 3 al mexe, e
li danari di tempo in tempo ; et alcuni era di oppi-
nion di tuorne, e meterli, parte su le galie, e parte
a vogar remi ; come alias si armava le nostre galie
con tedeschi.
529* Dii mexe di fevrer 1500.
A dì primo fevrer. Intrò in colegio sier Francesco
Bernardo e sier Bortolo Vitturi, consieri, sier Jaco-
mo Moro, sier Lorenzo Foscarini e sier Jacomo Bra-
gadim, cai di 40; et veneno li governadori de l’in-
trade a dir de li 4 dacij, non trovavano di incantarli,
et quello di l’intrada, era affità ducati 29 milia, non
trovava più di 16 milia, eh’è una vergogna. Et ditto
si provedi ; et il colegio conscia quello è da far, e il
3.° di dacij fa danno assai.
Veneno sier Zanoto Querini e sier Marin Zusti-
gnan, provedadori sopra le nave, dicendo haver
visto la nave Pandora, di Pexari e compagni, si bra-
sò ; et cussi la Gradcniga ; el che la Signoria nostra,
per opinion Ihoro, le dieno pagar, videlicel la Pan-
dora ducati 7000 et più; e questo per tre raxon,
per justicia, per clementia, et per ben di la republica
et exempio di altri. Remesso al colegio.
Veneno sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, pro-
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. III.
FEBBRÀIO. 1362
curator, et sier Constando di Prioli, provedadori
sopra la exatiom, e aricordò alcune cosse, e dii
mandar i danarij. si traze di officij, a la procuratia,
justa la forma di la parte etc.
Vene Gristofaleto, corier, tornato dii re di ro-
mani, con una letera di esso re in risposta di la no-
stra ; et disse, lui medemo haver dato la letera in
man dii re, qual era in una stua a Vels, con domino
Petro da Trieste e domino Urbani di Alba, lo orator
qui per Monfera’. Item, el re li dimandò come stava
el doxe con la barba biancha ; et che de lì ne venen-
do, non à visto preparation alcuna di zente; e si dice-
va dovea venir uno orator di Pranza. Item, à scontra
sopra Bolzam el signor di Pexaro, con 7 cavalli, an-
dava al re ; et Martini da Casal era andato al re etc.
Et portò do letere a Gasparo di la Vedoa, una di
domino Piero da Trieste, in risposta di calami li
mandò ; et una di domino Urban di Alba, li scrive
di nove eie., la qual non fo leta.
Dii re di romani, data in oppido Vels, a dì 18
zener, in risposta di la nostra. Zercha il mandar di
oratori, e dice haver cura di la christianità, et incli-
nado al ben di quella ; perhò è contento se li mandi
oratori ; ma poi dice, perchè convien expedir prima
certe cosse di Austria etc., la Signoria indusia a
mandarli, fino li scriva per sue letere dove doverà
andar.
Vene l’orator di Pranza, et fè lezer alcune letere,
scriveva al re et al Cardinal, in solicitar a Farinata;
et di la nave Pansea, armata a Zenoa, si è in bon
piaser dii re, debi proveder eie. Item, li fo comuni-
chato la letera dii re di romani preditta ; el altro
non disse.
Vene uno nontio dii conte Anzolo di Frangipan-
ni, interpetre domino Zuan d’Arbe, dotor, avochato,
nominato domino Martini Ludochovich, visconte di
esso conte ; et presentò la letera di credenza, data a
Bravaz, a dì 18 novembrio; et expose il signor se
ricomanda, voi ajuto di munitiom, formenti eie., si
oferisse in dar homeni per l’armar galie etc. ; et dito
nontio vien da Roma, et voi in soa spizilità alcune
cosse. El principe li fè bona ciera ; et fo messo al
colegio ad expedirlo.
Da Zara, di rectori, di 22. Come quel zorno
ricevete nostre, zercha la retention dii vicario dii
vescovo di Nona e altri, ut palei; et par lui, conte,
sia sta lì, et di tal cossa 0 à saputo, sì che li mande-
rano. Item, avisa, si le neve non fusseno state, turchi
sariano za stati de lì, et hanno tolto ad imprestedo
ducati 400, per subvenir li provisionati novi, e sol-
dati vechij, e bombardieri, a ciò non abandonasseno
86
non li poteva proveder, lui li provedesse ; et per il
loco di Glissa li à dato do barili di polvere, alcune
taole e alcune travi, e voriano poter condur dal loco
di Scardona a un so locho, nominato Calfigna, cabli
500 di sali, con il qual voi instaurar quel locho e
altri, e voi il transito per mar, per non poterli por-
tar per terra ; li à recusato con excusation conve-
niente. Pur esso capetanio poi vene im persona, un
pocho alterado, e ditoli i respeti, e datoli bona spe-
ranza, acleo di diti salii li convegnirà compiacer, si
la Signoria nostra non li comanda el contrario. Item,
ha ’uto, di sopra farsi qualche aparechio per i nimici,
per dito bastion di Narenla; perhò si poi comandar
al retor di Liesna, mandi do o ver 3 barche armade,
a custodia di quel loco, e, si qualche galia fusse in
colfo, non saria mal ; et tal aviso ultimo ha ’uto per
via dii conte Zuan di Poliza, cavalier, bon servitor
di la Signoria nostra, qual si forza tenir a devution
nostra la valle di Poliza; e, scrivendoli, è bon dir
una parola di dito conte eie. Item, voria qualche bi-
scoto, perchè quelli erano fonno dispensati per li pre-
cessori soi.
Da poi disnar fu gran conscio, et colegio non si
redusse, come ho ditto.
In questi zorni vene a Venecia asaissimi sguizari,
per andar in armada ; voleano ducati 3 al mexe, e
li danari di tempo in tempo ; et alcuni era di oppi-
nion di tuorne, e meterli, parte su le galie, e parte
a vogar remi ; come alias si armava le nostre galie
con tedeschi.
529* Dii mexe di fevrer 1500.
A dì primo fevrer. Intrò in colegio sier Francesco
Bernardo e sier Bortolo Vitturi, consieri, sier Jaco-
mo Moro, sier Lorenzo Foscarini e sier Jacomo Bra-
gadim, cai di 40; et veneno li governadori de l’in-
trade a dir de li 4 dacij, non trovavano di incantarli,
et quello di l’intrada, era affità ducati 29 milia, non
trovava più di 16 milia, eh’è una vergogna. Et ditto
si provedi ; et il colegio conscia quello è da far, e il
3.° di dacij fa danno assai.
Veneno sier Zanoto Querini e sier Marin Zusti-
gnan, provedadori sopra le nave, dicendo haver
visto la nave Pandora, di Pexari e compagni, si bra-
sò ; et cussi la Gradcniga ; el che la Signoria nostra,
per opinion Ihoro, le dieno pagar, videlicel la Pan-
dora ducati 7000 et più; e questo per tre raxon,
per justicia, per clementia, et per ben di la republica
et exempio di altri. Remesso al colegio.
Veneno sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, pro-
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. III.
FEBBRÀIO. 1362
curator, et sier Constando di Prioli, provedadori
sopra la exatiom, e aricordò alcune cosse, e dii
mandar i danarij. si traze di officij, a la procuratia,
justa la forma di la parte etc.
Vene Gristofaleto, corier, tornato dii re di ro-
mani, con una letera di esso re in risposta di la no-
stra ; et disse, lui medemo haver dato la letera in
man dii re, qual era in una stua a Vels, con domino
Petro da Trieste e domino Urbani di Alba, lo orator
qui per Monfera’. Item, el re li dimandò come stava
el doxe con la barba biancha ; et che de lì ne venen-
do, non à visto preparation alcuna di zente; e si dice-
va dovea venir uno orator di Pranza. Item, à scontra
sopra Bolzam el signor di Pexaro, con 7 cavalli, an-
dava al re ; et Martini da Casal era andato al re etc.
Et portò do letere a Gasparo di la Vedoa, una di
domino Piero da Trieste, in risposta di calami li
mandò ; et una di domino Urban di Alba, li scrive
di nove eie., la qual non fo leta.
Dii re di romani, data in oppido Vels, a dì 18
zener, in risposta di la nostra. Zercha il mandar di
oratori, e dice haver cura di la christianità, et incli-
nado al ben di quella ; perhò è contento se li mandi
oratori ; ma poi dice, perchè convien expedir prima
certe cosse di Austria etc., la Signoria indusia a
mandarli, fino li scriva per sue letere dove doverà
andar.
Vene l’orator di Pranza, et fè lezer alcune letere,
scriveva al re et al Cardinal, in solicitar a Farinata;
et di la nave Pansea, armata a Zenoa, si è in bon
piaser dii re, debi proveder eie. Item, li fo comuni-
chato la letera dii re di romani preditta ; el altro
non disse.
Vene uno nontio dii conte Anzolo di Frangipan-
ni, interpetre domino Zuan d’Arbe, dotor, avochato,
nominato domino Martini Ludochovich, visconte di
esso conte ; et presentò la letera di credenza, data a
Bravaz, a dì 18 novembrio; et expose il signor se
ricomanda, voi ajuto di munitiom, formenti eie., si
oferisse in dar homeni per l’armar galie etc. ; et dito
nontio vien da Roma, et voi in soa spizilità alcune
cosse. El principe li fè bona ciera ; et fo messo al
colegio ad expedirlo.
Da Zara, di rectori, di 22. Come quel zorno
ricevete nostre, zercha la retention dii vicario dii
vescovo di Nona e altri, ut palei; et par lui, conte,
sia sta lì, et di tal cossa 0 à saputo, sì che li mande-
rano. Item, avisa, si le neve non fusseno state, turchi
sariano za stati de lì, et hanno tolto ad imprestedo
ducati 400, per subvenir li provisionati novi, e sol-
dati vechij, e bombardieri, a ciò non abandonasseno
86