Mcccccr, marzo.
147.8
1477
lia, si levò e andò in una altra camera con el Car-
dinal di Capua. Et poi à inteso parlò assai con quelli
dii ducha di tal materia eie. Et in colegio fo consul-
tato mandar la copia di ditta letera al provedador
di Gradiscila, acciò la mostri al capetanio di le fan-
tarie; e scrito a Zervia, vedi di saper la verità dii
successo di dita dona. Et sier Piero Marcello, savio
a terra ferma, mostrò una letera, li scriveva di 26
esso capetanio di le fantarie, di Aquileia, come, se
li pareva, manderà uno suo homo a Roma al Cardi-
nal Michiel et quel di Napoli, et uno in Pranza da li
soi parenti con le letere di la Signoria, per haver
la restitution di la sfortunata sua donna ; et è segno
l’amava molto eie.
Dei Verona, di rettori, di 24. Come quelli cila-
dini, chiamato il Ihoro conseio, et parlato di la ma-
teria di campi, per niente non voleno assentir. Ilem,
fo altre letere di rectori nostri di terra, 0 perhò
da conto.
Vene sier Gabriel Moro, savio ai ordeni, va a
don Gonsalvo Fernandes, et tolse licentia ; usò mol-
te parole, si parte doman.
Da poi disnar fu gran conseio ; fato avogador
di comun, in luogo di sier Beneto Trivixan, el ca-
valier, a chi Dio perdoni, sier Lorenzo di Prioli,
fo avogador di comun, quondam sier Piero, procu-
rator, di una ballota in scurtinio di sier Hironimo
Donado, dotor, fo avogador, et in gran conseio di
19 di sier Piero Marcello, savio a terra ferma. Et fu
fato dii conseio di X, in luogo di sier Marco Sanu-
do, entrò consier, sier Lorenzo Contarmi, fo patron
a l’arsenal. Et è da saper, dito sier Marco Sanudo,
licei intrasse consier, esercitò 1’ oficio di cao di X
fin questo zorno et consier, per non esser sta fato
in locho suo. Ilem, sier Beneto Sanudo. l’avogador
di comun, strido i ladri ; fo brieve eie.
Noto, ozi a Muram fu fato una solennità di certo
corpo, trovado a San Donado, di San Girardo, qual
fu da cha’ Sagredo, zentilomo nostro, episcopo et
martire. Et si ha trovato la soa legenda, qual Jo l’ho,
et fu posto ìwnorifice con il vescovo e gran cerimo-
nie in uno aitar, dove l’è al presente ; et in Honga-
ria è molto celebrato tal santo.
mence di marzo 150 L
A di primo marzo. In colegio vene domino A-
scanio di l’Anguilara, fo fiol dii signor Deiphebo,
qual è ductor nostro, et con suo fratello ha cavali
100 ; et disse come suo fradello, domino Jacomo,
era morto andando a Roma a tuor la madre, qual
era stà tosegaio ; pregando la Signoria nostra, per
li meriti dii padre, volesse dar tutta la conduta a lui.
Et il prine pe li usò bone parole, e si consulteria.
Veneno li oratori vicentini, et parlò domino Ni
colao Chieregato, qual era stato a Vicenza, et nel suo
conseio parlato, et presentò una letera di la comu-
nità, qual si scusa non poter pagar li soldi 5 per
campo, per esser molto gravati, più di cità habi la
Signoria, et sono poveri eie. Et poi esso Chieregato
fè un lungo discorsso. Et, mandati fuora, consultato,
licei in qualche parte dicevano raxon vere, lamen
non era di aprir sta porta. Et li fo ditto pagaseno
justa la diliberatiom dii senato, perchè, in tanto bi-
sogno, questo era il voler nostro.
Fu fato cassier di colegio, in luogo di sier Fran-
cesco Foscari ; et rimase sier Marco Zorzi, savio a
terra ferma, zoè per uno mexe.
Ilem, fo balotà dar cara 25 di legne per uno a
cinque monasteri], Santa f di la Zuecha, Santo An-
drea di Zira’, i Anzoli di Muram, Santa Chiara di
Muram, et il Corpus Domini, tutti observanti.
Di Crema, di sier Hironimo Bom, podestà el
capetanio, di 24. Più letere in risposta et cosse oco-
rente, et per F aqua certa ruina seguita, et la repa-
ration fata.
Da Casal Mazor, di sier Piero Mirzello, pro-
vedador, di 23. Cercha quelli homeni, qualli per
madona Antonia fonno banditi, et par sono venuti
a star a Castel Zufre’. Ilem, a di 21 passò per lì uno
burchio con francesi 150, et volendo si acostasse,
mai si volseno essi francesi acostar, usando di stra-
nie parole, et andono mia 8, a una villa di 300 fun-
gi, di domino Rolando Palavesin, chiamata Stagno,
qual sachizoe ; e si dice ne vien di altri per Po.
Ilem, in quel instesso zorno, passò uno burchio col
conte de Misocho, va a Lucerà per la moglie, e an-
dar a Mantoa. Eliam uno nepote di monsignor di
Lignì passò per terra con 40 cavali, va eliam a
Mantoa.
Di Hongaria, di sier Sabaslian Zustignan, ora-
to r, date a Buda, a di 24 zener, qual mangiavano
a zonzer. Come, ricevute nostre di primo, con li su-
marij, et che 1’ orator designato a quella majestà
presto saria lì, fo dal re, qual era ritornato da la
caza, e li comunichò il lutto. Ilem, il Cardinal legalo
si ha, za 8 dì, esser a Alba Reai ; e il re l’ha fato di-
morar, per andarli contra a honorarlo im persona ;
et lui orator ozi spazò il suo secretario a esso Car-
dinal, et à diliberato andarli mia X italiani conira,
a star una note con soa signoria, per poter conferir.
Ilem, sono venuti lì tre oratori di vincili, zoo do di
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lia, si levò e andò in una altra camera con el Car-
dinal di Capua. Et poi à inteso parlò assai con quelli
dii ducha di tal materia eie. Et in colegio fo consul-
tato mandar la copia di ditta letera al provedador
di Gradiscila, acciò la mostri al capetanio di le fan-
tarie; e scrito a Zervia, vedi di saper la verità dii
successo di dita dona. Et sier Piero Marcello, savio
a terra ferma, mostrò una letera, li scriveva di 26
esso capetanio di le fantarie, di Aquileia, come, se
li pareva, manderà uno suo homo a Roma al Cardi-
nal Michiel et quel di Napoli, et uno in Pranza da li
soi parenti con le letere di la Signoria, per haver
la restitution di la sfortunata sua donna ; et è segno
l’amava molto eie.
Dei Verona, di rettori, di 24. Come quelli cila-
dini, chiamato il Ihoro conseio, et parlato di la ma-
teria di campi, per niente non voleno assentir. Ilem,
fo altre letere di rectori nostri di terra, 0 perhò
da conto.
Vene sier Gabriel Moro, savio ai ordeni, va a
don Gonsalvo Fernandes, et tolse licentia ; usò mol-
te parole, si parte doman.
Da poi disnar fu gran conseio ; fato avogador
di comun, in luogo di sier Beneto Trivixan, el ca-
valier, a chi Dio perdoni, sier Lorenzo di Prioli,
fo avogador di comun, quondam sier Piero, procu-
rator, di una ballota in scurtinio di sier Hironimo
Donado, dotor, fo avogador, et in gran conseio di
19 di sier Piero Marcello, savio a terra ferma. Et fu
fato dii conseio di X, in luogo di sier Marco Sanu-
do, entrò consier, sier Lorenzo Contarmi, fo patron
a l’arsenal. Et è da saper, dito sier Marco Sanudo,
licei intrasse consier, esercitò 1’ oficio di cao di X
fin questo zorno et consier, per non esser sta fato
in locho suo. Ilem, sier Beneto Sanudo. l’avogador
di comun, strido i ladri ; fo brieve eie.
Noto, ozi a Muram fu fato una solennità di certo
corpo, trovado a San Donado, di San Girardo, qual
fu da cha’ Sagredo, zentilomo nostro, episcopo et
martire. Et si ha trovato la soa legenda, qual Jo l’ho,
et fu posto ìwnorifice con il vescovo e gran cerimo-
nie in uno aitar, dove l’è al presente ; et in Honga-
ria è molto celebrato tal santo.
mence di marzo 150 L
A di primo marzo. In colegio vene domino A-
scanio di l’Anguilara, fo fiol dii signor Deiphebo,
qual è ductor nostro, et con suo fratello ha cavali
100 ; et disse come suo fradello, domino Jacomo,
era morto andando a Roma a tuor la madre, qual
era stà tosegaio ; pregando la Signoria nostra, per
li meriti dii padre, volesse dar tutta la conduta a lui.
Et il prine pe li usò bone parole, e si consulteria.
Veneno li oratori vicentini, et parlò domino Ni
colao Chieregato, qual era stato a Vicenza, et nel suo
conseio parlato, et presentò una letera di la comu-
nità, qual si scusa non poter pagar li soldi 5 per
campo, per esser molto gravati, più di cità habi la
Signoria, et sono poveri eie. Et poi esso Chieregato
fè un lungo discorsso. Et, mandati fuora, consultato,
licei in qualche parte dicevano raxon vere, lamen
non era di aprir sta porta. Et li fo ditto pagaseno
justa la diliberatiom dii senato, perchè, in tanto bi-
sogno, questo era il voler nostro.
Fu fato cassier di colegio, in luogo di sier Fran-
cesco Foscari ; et rimase sier Marco Zorzi, savio a
terra ferma, zoè per uno mexe.
Ilem, fo balotà dar cara 25 di legne per uno a
cinque monasteri], Santa f di la Zuecha, Santo An-
drea di Zira’, i Anzoli di Muram, Santa Chiara di
Muram, et il Corpus Domini, tutti observanti.
Di Crema, di sier Hironimo Bom, podestà el
capetanio, di 24. Più letere in risposta et cosse oco-
rente, et per F aqua certa ruina seguita, et la repa-
ration fata.
Da Casal Mazor, di sier Piero Mirzello, pro-
vedador, di 23. Cercha quelli homeni, qualli per
madona Antonia fonno banditi, et par sono venuti
a star a Castel Zufre’. Ilem, a di 21 passò per lì uno
burchio con francesi 150, et volendo si acostasse,
mai si volseno essi francesi acostar, usando di stra-
nie parole, et andono mia 8, a una villa di 300 fun-
gi, di domino Rolando Palavesin, chiamata Stagno,
qual sachizoe ; e si dice ne vien di altri per Po.
Ilem, in quel instesso zorno, passò uno burchio col
conte de Misocho, va a Lucerà per la moglie, e an-
dar a Mantoa. Eliam uno nepote di monsignor di
Lignì passò per terra con 40 cavali, va eliam a
Mantoa.
Di Hongaria, di sier Sabaslian Zustignan, ora-
to r, date a Buda, a di 24 zener, qual mangiavano
a zonzer. Come, ricevute nostre di primo, con li su-
marij, et che 1’ orator designato a quella majestà
presto saria lì, fo dal re, qual era ritornato da la
caza, e li comunichò il lutto. Ilem, il Cardinal legalo
si ha, za 8 dì, esser a Alba Reai ; e il re l’ha fato di-
morar, per andarli contra a honorarlo im persona ;
et lui orator ozi spazò il suo secretario a esso Car-
dinal, et à diliberato andarli mia X italiani conira,
a star una note con soa signoria, per poter conferir.
Ilem, sono venuti lì tre oratori di vincili, zoo do di