1243
MCCCCCI, GENNAIO.
1244
zelus et fervor. Pergat igitur, incumbatque com-
muni coree, ut facit; bine nostra gloria, bine sempi-
ternum decus, reverendissime domine, vobis redun-
dabit, cum ejus cura, diligenza, studio, singularique
ingenio et prudentia, servatam christianam rempu-
blicam jam labantem, et in majori quam unquam
488 fuerit discrimine constitutam, merito dici poterit.
Et quamquam non desint, qui impedire conantur,
et sludeant opus hoc sanctissimum et saluberrimum
successurum ex lega tiene reverendissimee domina-
tionis vestrae, non est tamen desrstendum ab eo,
quod sapienter scribit et memorai reverendissima
ipsa dominati© vestra. Nam novimus, Deum in coelis
esse ; qui, licet propter offensas populi sui ad iracun-
diam quandoque provocetur, non tamen obli viscitur
misererò Nos vero fatemur, hujusmodi optimis ope-
rationibus reverendissimae dominationis vestrae per-
petuo devinctos eidem futures.
Data in nostro ducali palatio, die 30 decerabris
1500.
De Antivari, de sier Piero Tiepolo, podestà, di
13 novembrio. Come Feris bei, sanzacho, con la
corte sola di cavali 40, a di 8 era zonto a Scutari, e
di la proclama fata, chi se voleva far turchi, li daria
arine, cavali, pròvision eie.; e questo per esserli
manchato molti di soi cortesani. Item, che marchoy-
chij, e certi martolossi dii sanzacho, rninazava dar il
guasto a Antivari ; et inteso questo per spie di Mar-
choy, par che quel zorno, a bore X di note, havendo
inteso li ditti esser ascosli a presso la fontana di la
terra, in costa di la montagna, con ordine el di corer
la pianura, e quando nostri andasse a recuperarla,
questi tal ascosti coresseno a la fontana, a dipredar
le done et putì di Antivari, per far uno presente al
sanzacho. Et a hore 12, esso podestà fé ussir fuori
di la terra 100 zoveni lizieri, capo il suo canzelier,
e uno Nicolò Marcolim ; e al far dii zorno tolseno li
passi, circondando li martalossi ascosti ; et essendo
poi zorno, deteno dentro, e fonilo a le man, Ihoro
cridando : Turcho !, e nostri : Marcilo ! ne amazono
7, le teste poste sopra le lanze ; et cussi amazono il
resto, zercha 17, che erano caladi a la bassa, e uno
scapolò, qual fo ferido di tosego ; et preseno uno
Stephano Rusco, dii conta’ di Dulzigno, rebello no-
stro, qual, zorni vinti avanti, rebellò e fato rebellar
bona parte di dito conta’ di Dulzigno, e fatossi capo
di martolossi, per esser valente homo. Or fo me-
nato ligato sopra la piaza di Antivari, e tutti Gridan-
do : Questo è il rebello di la nostra illustrissima
Signoria. Et in quel instante lo taiono a pezi, dicen-
do: Cussi faremo de simel rebelli! Item, ricomanda
essi antivaresi, qualli si doleno di li 500 stera di
fermento li fono donati, et poi revochato, e non
sano la causa ; pregano la Signoria, almeno voglij
sia conduto de li, et venduto per conto nostro; et
ricomanda Marco da Valle, contestabele de li, qual
merita laude.
Di sier Piero Bembo, castelam, di Antivari, date
a di 24 octubrio. Avisa quel podestà haver afitado
li dacij del vin et oio, con questo, che il terzo avanti
Irato havesseno a desborsar, e contra la parte à
messo le man sul terzo, e si voi pagar dii suo salario ;
unde, per questo, la cità patisse, non poi esser pa-
gati cui si opera, e sovegnir li provisionadi e bon-
bardieri sono de lì a custodia. Item, fo conduto certo
sai da Corfù, per conto di la Signoria nostra, man-
dato a tuor per il provedador di Albania, per i bi-
sogni di questa camera ; e parte è stà dati a li com-
pagni dii castello, e parte a li stipendiar!] de li, a
conto de’ suo’ salari] ; et per il podestà è stà deve-
dato il vender tal sai. Et eliam il sai di la Signoria
nostra, è in la camera, non si vendi, per haver fato
lui condur sali per suo conto, fazandosse mercha-
dante, et vendendolo a suo modo, contra li orde-
ni eie., sì che si provedi.
Dii mexe di zener 1500. 489
A dì primo zener. In questa matina, chome è
usanza, il principe fo con li oratori, papa, Pranza e
Ferara, in chiesia a messa, per esser el primo zorno
di l’anno ; et colegio non si redusse, solum da poi li
savi] ; et volendo far ozi pregadi, li consieri volseno
festa.
A dì do zener. In colegio vene il principe. Fo
balotà ducati 100 al capetanio di le fantarie, qual è
amalato, et mandatoli maistro Hironimo da Verona
a visitarlo ; à mal nel membro eie. Item, balotà di
far 150 provisionati, et mandarli con lui a Gradi-
scila, a custodia di quella.
Vene 1’ orator di Pranza, e mostrò una letera,
scriveva al roy, zercha il suo star qui ; et pregò la
Signoria, scrivesse a sier Francesco Foscari, orator
nostro, in consonanza, et una letera a suo padre,
confortandolo eie. Et per il principe li fo comuni-
chato la risposta di rectori di Padoa, zercha quello
fo scrito, di le parole ditte per il secretano dii Car-
dinal Zen, nome Malichio de Vizano, bolognese, adeo
rimase satisfate.
Et sier Piero Malipiero, sier Polo Trivixan, el
cavalier, e sier Polo Pisani, el cavalier, cai dii con-
MCCCCCI, GENNAIO.
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zelus et fervor. Pergat igitur, incumbatque com-
muni coree, ut facit; bine nostra gloria, bine sempi-
ternum decus, reverendissime domine, vobis redun-
dabit, cum ejus cura, diligenza, studio, singularique
ingenio et prudentia, servatam christianam rempu-
blicam jam labantem, et in majori quam unquam
488 fuerit discrimine constitutam, merito dici poterit.
Et quamquam non desint, qui impedire conantur,
et sludeant opus hoc sanctissimum et saluberrimum
successurum ex lega tiene reverendissimee domina-
tionis vestrae, non est tamen desrstendum ab eo,
quod sapienter scribit et memorai reverendissima
ipsa dominati© vestra. Nam novimus, Deum in coelis
esse ; qui, licet propter offensas populi sui ad iracun-
diam quandoque provocetur, non tamen obli viscitur
misererò Nos vero fatemur, hujusmodi optimis ope-
rationibus reverendissimae dominationis vestrae per-
petuo devinctos eidem futures.
Data in nostro ducali palatio, die 30 decerabris
1500.
De Antivari, de sier Piero Tiepolo, podestà, di
13 novembrio. Come Feris bei, sanzacho, con la
corte sola di cavali 40, a di 8 era zonto a Scutari, e
di la proclama fata, chi se voleva far turchi, li daria
arine, cavali, pròvision eie.; e questo per esserli
manchato molti di soi cortesani. Item, che marchoy-
chij, e certi martolossi dii sanzacho, rninazava dar il
guasto a Antivari ; et inteso questo per spie di Mar-
choy, par che quel zorno, a bore X di note, havendo
inteso li ditti esser ascosli a presso la fontana di la
terra, in costa di la montagna, con ordine el di corer
la pianura, e quando nostri andasse a recuperarla,
questi tal ascosti coresseno a la fontana, a dipredar
le done et putì di Antivari, per far uno presente al
sanzacho. Et a hore 12, esso podestà fé ussir fuori
di la terra 100 zoveni lizieri, capo il suo canzelier,
e uno Nicolò Marcolim ; e al far dii zorno tolseno li
passi, circondando li martalossi ascosti ; et essendo
poi zorno, deteno dentro, e fonilo a le man, Ihoro
cridando : Turcho !, e nostri : Marcilo ! ne amazono
7, le teste poste sopra le lanze ; et cussi amazono il
resto, zercha 17, che erano caladi a la bassa, e uno
scapolò, qual fo ferido di tosego ; et preseno uno
Stephano Rusco, dii conta’ di Dulzigno, rebello no-
stro, qual, zorni vinti avanti, rebellò e fato rebellar
bona parte di dito conta’ di Dulzigno, e fatossi capo
di martolossi, per esser valente homo. Or fo me-
nato ligato sopra la piaza di Antivari, e tutti Gridan-
do : Questo è il rebello di la nostra illustrissima
Signoria. Et in quel instante lo taiono a pezi, dicen-
do: Cussi faremo de simel rebelli! Item, ricomanda
essi antivaresi, qualli si doleno di li 500 stera di
fermento li fono donati, et poi revochato, e non
sano la causa ; pregano la Signoria, almeno voglij
sia conduto de li, et venduto per conto nostro; et
ricomanda Marco da Valle, contestabele de li, qual
merita laude.
Di sier Piero Bembo, castelam, di Antivari, date
a di 24 octubrio. Avisa quel podestà haver afitado
li dacij del vin et oio, con questo, che il terzo avanti
Irato havesseno a desborsar, e contra la parte à
messo le man sul terzo, e si voi pagar dii suo salario ;
unde, per questo, la cità patisse, non poi esser pa-
gati cui si opera, e sovegnir li provisionadi e bon-
bardieri sono de lì a custodia. Item, fo conduto certo
sai da Corfù, per conto di la Signoria nostra, man-
dato a tuor per il provedador di Albania, per i bi-
sogni di questa camera ; e parte è stà dati a li com-
pagni dii castello, e parte a li stipendiar!] de li, a
conto de’ suo’ salari] ; et per il podestà è stà deve-
dato il vender tal sai. Et eliam il sai di la Signoria
nostra, è in la camera, non si vendi, per haver fato
lui condur sali per suo conto, fazandosse mercha-
dante, et vendendolo a suo modo, contra li orde-
ni eie., sì che si provedi.
Dii mexe di zener 1500. 489
A dì primo zener. In questa matina, chome è
usanza, il principe fo con li oratori, papa, Pranza e
Ferara, in chiesia a messa, per esser el primo zorno
di l’anno ; et colegio non si redusse, solum da poi li
savi] ; et volendo far ozi pregadi, li consieri volseno
festa.
A dì do zener. In colegio vene il principe. Fo
balotà ducati 100 al capetanio di le fantarie, qual è
amalato, et mandatoli maistro Hironimo da Verona
a visitarlo ; à mal nel membro eie. Item, balotà di
far 150 provisionati, et mandarli con lui a Gradi-
scila, a custodia di quella.
Vene 1’ orator di Pranza, e mostrò una letera,
scriveva al roy, zercha il suo star qui ; et pregò la
Signoria, scrivesse a sier Francesco Foscari, orator
nostro, in consonanza, et una letera a suo padre,
confortandolo eie. Et per il principe li fo comuni-
chato la risposta di rectori di Padoa, zercha quello
fo scrito, di le parole ditte per il secretano dii Car-
dinal Zen, nome Malichio de Vizano, bolognese, adeo
rimase satisfate.
Et sier Piero Malipiero, sier Polo Trivixan, el
cavalier, e sier Polo Pisani, el cavalier, cai dii con-