1245 mccccci,
scio di X, fono lezer una parte presa nel suo conscio,
zercha non habi a star nel colegio altri cha li con-
sieri, cai di 40 e tre man de savij, e uno proveda-
dor a le biave, e uno patron a F arsenal; li altri sia-
no cazati, sotto pena, privatiom eie. Item, tutti debbi
vestir di color, excepto quelli portano coroto per pa-
re, fio e frar, per mexi 6 solum. Item, la credenza
sempre se intendi, quando li cai di X farà lezer qual-
cossa; et poi un’altra parte, zercha tenir secreto
quel si trata in colegio.
Et poi mandono tutti fuora ; restò uno proveda-
dor a le biave; et demum inlrò il colegio di le biave,
per far pròvision di fermenti.
Di Hongaria, vene letere di sier Sabastian Zu-
stignan, orator, date a Buda, a dì 15 dezembrio.
Come visitò el reverendo vesprimiense, e di colo-
quij abuti insieme. Qual disse: La Signoria voi il re
rompi prima, e poi darli il subsidio ; è in eror, et fa
mal a non si risolver. El re non poi più scusarsi con
li baroni; torsi quella Signoria non si fida ? Et che
le zente anderà a li confini propler defensionem. Non
creda; il re voi far da cristian principe, come fè suo
barba re Ladyslao, che fu morto combatendo con-
ira turchi ; ma da lui solfe non poi, senza subsidio
de altri. Et perchè il re di Poiana sarà impedito con
tartari, li converà metter più zente. E si concludi
presto, perchè senio a tempo nuovo ; perhò è bon,
scrivè a la Signoria si risolvi sopra li capitoli ; et il
re, olirà le zente fono a Baza, vorà quelle di Tran-
silvana, Moravia, Slesia e Prusia. Et F orator no-
stro li rispose sapientissime, justifichando la tardità,
non esser processa da la Signoria nostra, et esser
tra li altri uno capitolo, che il re non sia ubligato
tenir zente in campo, nisi quando turchi dannizarà
il stado di la Signoria nostra. E tamen, in ditto
tempo non cessi la contributione. Item, a dì X,
zonse lì quel nontio dii re fo in Pranza a veder le
done, e nulla à visto, perchè li hanno ditto esser in
lontani paesi. À ditto la christianissima majestà esser
benissimo disposta a la impresa, desidera la venuta
di oratori, e solicita li siano mandati presto. Item,
lo episcopo di Chai, con li oratori di Poiana, non
sono ancora zonti, ma ben è in camino. Item, il
re fin do mexi va a Slesia e Moravia, a veder le
sue zente, per quanto à inteso. Nè altro scrive da
conto.
Da Cataro, di sier Zuan Paolo Gradenigo, pro-
vedador, di 2 dezembrio. Scrive molle particularità
di nove di Feris bei, e di le zanze si dice dii re di
489 * Hongaria ; e manda una letera scrive Feris bei a uno
fo dii conte Zorzi Zernovich, pregando li avisi di
gennaio. 1246
successi. Et dita letera fo leta im pregadi ; poi li cai
di X la tolseno.
Da Damasco, di sier Piero Balbi, el cavalier,
consolo nostro, di 16 septembrio. Come quel cotimo
è debito 100 milia ducati. Item, è stà fato soldam
Zambelat, e tamen è garbuio nel paexe, et aricorda
se li mandi le galie ad ogni modo eie.
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe,
et è molti pregadi che ’l non vien. Et fo posto de
scriver a F orator nostro in corte, per tutti li savij,
una letera : atento le grani spexe, la beatitudine dii
pontifìce voglij darne le do decime al clero per do
anni, chome ne concesse questi do anni passati. Item,
la cruciata per luto el dominio nostro da terra e da
mar, come à dato in Hongaria, Polonia, Spagna et
Allemagna. Et dita letera ave una non sincera, una
di no, el resto luto di la parte.
Fu posto per tutti, ibi supra, per agumentar le
decime, che li zudei sono soto el nostro dominio,
debino de ccetero pagar, chome si melerà, le do de-
cime per sè, ducati 5000 per decima, per caxon di
tansa, oltra quelli ducati 4000 sono tansadi de prce-
senti. Et da mo sia preso, che ditti zudei debino per
tutto il mexe di zener haver pagato a bon conto
ducati 8000, qualli siano posti in la procuratia, nè
tochati, ma si debbi mandar al capetanio zeneral,
per sovenlion di le galie. Ave X di no, 111 di sì. E
fo presa.
Fu posto per tutti, ut supra, atento le letere
scriveno li nostri rectori, di li gran desordeni è in
le terre, per causa di la parte di F interzar di dacij,
e li daciari hanno refudato Ihoro dacij, e alcuni non
dato le piezarie, qual comenza al primo di zener,
che ditta parte sia revochata in omnibus et per omnia.
Contradixe sier Lunardo Grimani, qual era ussito
savio di terra ferma. Li rispose sier Alvise da Molin,
savio dii conseio. Poi parlò sier Hironimo Capello,
fo provedador per le camere, dicendo non si do-
vesse levar, si trarà per ditto interzar ducati 95 mi-
lia. Andò le parte : 8 non sincere, 63 di levar, 66 di
no. Et ilerum balotata : 8 non sincere, 55 dii levar,
72 di no. Et fo preso di no.
Fu posto per tutti, atento è stà prese molle
parte di trovar danari e non exequi te, che ditte
parte, prese in questo anno in materia pecuniaria,
siano comesse la execution a F oficio di sier Nicolò
Michiel, dotor, cavalier, procurato!' e compagni; et
siano el primo pregadi electi do, in luogo di sier
Antonio Valier e sier Alvise da Molim, sono nitrati
savij dii conseio, erano a quel oficio. Ave luto il
conseio.
scio di X, fono lezer una parte presa nel suo conscio,
zercha non habi a star nel colegio altri cha li con-
sieri, cai di 40 e tre man de savij, e uno proveda-
dor a le biave, e uno patron a F arsenal; li altri sia-
no cazati, sotto pena, privatiom eie. Item, tutti debbi
vestir di color, excepto quelli portano coroto per pa-
re, fio e frar, per mexi 6 solum. Item, la credenza
sempre se intendi, quando li cai di X farà lezer qual-
cossa; et poi un’altra parte, zercha tenir secreto
quel si trata in colegio.
Et poi mandono tutti fuora ; restò uno proveda-
dor a le biave; et demum inlrò il colegio di le biave,
per far pròvision di fermenti.
Di Hongaria, vene letere di sier Sabastian Zu-
stignan, orator, date a Buda, a dì 15 dezembrio.
Come visitò el reverendo vesprimiense, e di colo-
quij abuti insieme. Qual disse: La Signoria voi il re
rompi prima, e poi darli il subsidio ; è in eror, et fa
mal a non si risolver. El re non poi più scusarsi con
li baroni; torsi quella Signoria non si fida ? Et che
le zente anderà a li confini propler defensionem. Non
creda; il re voi far da cristian principe, come fè suo
barba re Ladyslao, che fu morto combatendo con-
ira turchi ; ma da lui solfe non poi, senza subsidio
de altri. Et perchè il re di Poiana sarà impedito con
tartari, li converà metter più zente. E si concludi
presto, perchè senio a tempo nuovo ; perhò è bon,
scrivè a la Signoria si risolvi sopra li capitoli ; et il
re, olirà le zente fono a Baza, vorà quelle di Tran-
silvana, Moravia, Slesia e Prusia. Et F orator no-
stro li rispose sapientissime, justifichando la tardità,
non esser processa da la Signoria nostra, et esser
tra li altri uno capitolo, che il re non sia ubligato
tenir zente in campo, nisi quando turchi dannizarà
il stado di la Signoria nostra. E tamen, in ditto
tempo non cessi la contributione. Item, a dì X,
zonse lì quel nontio dii re fo in Pranza a veder le
done, e nulla à visto, perchè li hanno ditto esser in
lontani paesi. À ditto la christianissima majestà esser
benissimo disposta a la impresa, desidera la venuta
di oratori, e solicita li siano mandati presto. Item,
lo episcopo di Chai, con li oratori di Poiana, non
sono ancora zonti, ma ben è in camino. Item, il
re fin do mexi va a Slesia e Moravia, a veder le
sue zente, per quanto à inteso. Nè altro scrive da
conto.
Da Cataro, di sier Zuan Paolo Gradenigo, pro-
vedador, di 2 dezembrio. Scrive molle particularità
di nove di Feris bei, e di le zanze si dice dii re di
489 * Hongaria ; e manda una letera scrive Feris bei a uno
fo dii conte Zorzi Zernovich, pregando li avisi di
gennaio. 1246
successi. Et dita letera fo leta im pregadi ; poi li cai
di X la tolseno.
Da Damasco, di sier Piero Balbi, el cavalier,
consolo nostro, di 16 septembrio. Come quel cotimo
è debito 100 milia ducati. Item, è stà fato soldam
Zambelat, e tamen è garbuio nel paexe, et aricorda
se li mandi le galie ad ogni modo eie.
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe,
et è molti pregadi che ’l non vien. Et fo posto de
scriver a F orator nostro in corte, per tutti li savij,
una letera : atento le grani spexe, la beatitudine dii
pontifìce voglij darne le do decime al clero per do
anni, chome ne concesse questi do anni passati. Item,
la cruciata per luto el dominio nostro da terra e da
mar, come à dato in Hongaria, Polonia, Spagna et
Allemagna. Et dita letera ave una non sincera, una
di no, el resto luto di la parte.
Fu posto per tutti, ibi supra, per agumentar le
decime, che li zudei sono soto el nostro dominio,
debino de ccetero pagar, chome si melerà, le do de-
cime per sè, ducati 5000 per decima, per caxon di
tansa, oltra quelli ducati 4000 sono tansadi de prce-
senti. Et da mo sia preso, che ditti zudei debino per
tutto il mexe di zener haver pagato a bon conto
ducati 8000, qualli siano posti in la procuratia, nè
tochati, ma si debbi mandar al capetanio zeneral,
per sovenlion di le galie. Ave X di no, 111 di sì. E
fo presa.
Fu posto per tutti, ut supra, atento le letere
scriveno li nostri rectori, di li gran desordeni è in
le terre, per causa di la parte di F interzar di dacij,
e li daciari hanno refudato Ihoro dacij, e alcuni non
dato le piezarie, qual comenza al primo di zener,
che ditta parte sia revochata in omnibus et per omnia.
Contradixe sier Lunardo Grimani, qual era ussito
savio di terra ferma. Li rispose sier Alvise da Molin,
savio dii conseio. Poi parlò sier Hironimo Capello,
fo provedador per le camere, dicendo non si do-
vesse levar, si trarà per ditto interzar ducati 95 mi-
lia. Andò le parte : 8 non sincere, 63 di levar, 66 di
no. Et ilerum balotata : 8 non sincere, 55 dii levar,
72 di no. Et fo preso di no.
Fu posto per tutti, atento è stà prese molle
parte di trovar danari e non exequi te, che ditte
parte, prese in questo anno in materia pecuniaria,
siano comesse la execution a F oficio di sier Nicolò
Michiel, dotor, cavalier, procurato!' e compagni; et
siano el primo pregadi electi do, in luogo di sier
Antonio Valier e sier Alvise da Molim, sono nitrati
savij dii conseio, erano a quel oficio. Ave luto il
conseio.