701
MCCCCC, SETTEMBRE.
702
e vice podestà. Come à preso uno Zuam Maria da
Mantoa, avia adosso 4 letere, andava a Milan ; man-
da la sua examination ; alt, portava letere al signor
Galeazo. Ilem, uno aviso di le cosse di Franza, et
esser venuto al roy oratori d’Ingaltera a congratu-
larsi di la vitoria; invida, mandi per honorar le noze;
eil roylimanda XV baroni, eia rainaaltratanti. Etiam
quelli di Scoda hanno mandato oratori al grarsi.
Da poi gran conscio, fo pregadi, solum per lezer
lettere da mar, tante ne erano ; et ni el principe, nè
alcun savio fo im pregadi, ma steteno in colegio a
consultar.
Fo leto una letera di uno Castelan Barbo, canze-
lier a Gorfù, copiosa di novo. Il sumario è questo,
drizata a sier Alvise Zustignan, quondam sier Marin,
suo amico; par habi, di 14, dal Zante, ancora si
sentiva bombardar Modon.
Noto, in do quarantie vien menato al presente
sier Fantim Moro, fo conte in Arbe, quondam sier
Francesco ; et eleto provedador ad Axola, per man-
zarie fate, poche da conto, per ducati 150, intromes-
so per li syndici intra culfwm, Loredan e Dolfim.
281 A dì 31 avosto. In colegio vene l’orator dii papa
et quel di Franza. Ai qual fo comunichato l’aviso
auto, per via di Bologna, de’ fiorentini, dicono mal
dii papa et dii roy e di la Signoria nostra ; e Ihoro
oratori dimandò fusseno dato noticia a li oratori no-
stri a Roma e in Franza di questo.
Da Vicenza, di sier Alvise Emo, capelanio, di
30. Come uno corier, qual compagno il conte An-
tonio di la Sommaia, francese, vene de lì, qual dice
che, volendo el ditto conte, che fo preso a Zervia
e rilassato, andar a Milam, con salvo conduto, con
7 cavali, hessendo a 1’ ostaria, mandato avanti il
ditto corier, li ditti non lo seguitone, e sono an-
dati a Trento ; e il dito corier fo ferito su quel di
Montebello, e toltoli 40 scudi havia.
Da Verona, di rectori. Come mandavano ducati
mille, scossi de li marchexi Malaspina, a conto de
li prestati. Ilem, certe letere intercepte di Alvise
Ripoi, le qual fono lete con li capi dii conscio di X,
mandati li altri fuori.
Fu balotà una paga a Piero Pessina, contestabele
a Corfù, et li schiopetieri per Antivari. Ilem, sier
Sabastiam Marcello e sier Sabastian Tiepolo, sopra-
corniti, hanno posto bancho.
Di Hong aria, de li oratori, date a Buda, a dì
22, venule a borra per via di Veia. Come, stando in
expetatiom di nostre letere, receveteno tre letere
per Zuan Vesiga, corier. E considerando poi si aria
abuto li capitoli, 0 disseno al re di ducati 100 milia,
et aspetano adition e remotion di ditti capitoli, di-
cono la generai intelligentia non poi haver efifecto.
Ilem, il legato dii papa, adì 13, è andato im Po-
lonia per dar le indulgentie, con ordine el re mandi
via F orator dii turco, et, mandati, dagi noticia a
questo re, lo manderà eliam lui via. Ilem, in Hon-
garia il jubileo è pocho apreciato, si fa le capse per
scuoder li danari, et preparati li confesori. Ilem,
manda letere de F ystrigoniense a domino Filippo,
dotor, procurator dii re a Roma. Item, letere dii
legato al papa, e a domino Machario, orator di Ur-
bim ; et Ihoro oratori aspetano risposta di la Si-
gnoria nostra ; laudano sier Piero Malipiero, pro-
vedador di Veia, in expedir letere subito, hessendo
di note in leto, le spazano.
Item, Francesco da la Zuecha, secretarlo, di 22,
scrive pregando la Signoria li dagi licentia di spa-
triar.
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta di
savij e di procuratori ; è gran zonta. E fono fati li
capi di X di septembrio.
Et avanti si reducesse il conscio di X, F orator
di Franza fo a parlar al principe sollo, nescio ad
quid. Et la sera, accidit che li fu roto la testa da
uno barcharuol, et fevano custion con uno altro ; et
esso orator vene a dolersi a la Signoria, e fo fato re
tenir e brusà la barca staiim.
Et in conseio di X, con zonta di danari, fo fato
ubligation di certi depositi a quelli impresterano.
Ilem, in Rialto fo dito una zanza ; F armata yspana
esser zonta a Gotron, e vien versso Corphù. Introno
cai di 40 sier Antonio Donado, sier Francesco Zane.
Dii mexe di selembrio 1500. 284
A dì primo selembrio. In colegio vene lo epi-
scopo di Theoli, orator dii papa, exponendo, dex-
tro modo, havia brievi dii pontifico, come havia
inteso la risposta nostra in materia di Arimano e
Faenza, di la qual non era satisfato. Per tanto exor-
tava la Signoria nostra, volesse compiacerlo, ma-
xime hessendo quelli signori excomunichati, oferen-
do ad omnia. Poi presentò uno brieve il pontifico
li scrive, vulgar, molto longo, in questa materia.
Comemora quello à fato per nui, prega non li sia de-
negato possi far dii suo quello li piace ; e, in ultima,
dice scrive vulgar, perchè sa è lecta dove è molti,
acciò tutti l’intenda ; ringraciando prima di la pro-
tetiom dii ducha di Valenlines tolta. El qual brieve
non fo leto in colegio, ma bem ozi im pregadi. Et
il principe rispose altamente, di bordine di savij,
MCCCCC, SETTEMBRE.
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e vice podestà. Come à preso uno Zuam Maria da
Mantoa, avia adosso 4 letere, andava a Milan ; man-
da la sua examination ; alt, portava letere al signor
Galeazo. Ilem, uno aviso di le cosse di Franza, et
esser venuto al roy oratori d’Ingaltera a congratu-
larsi di la vitoria; invida, mandi per honorar le noze;
eil roylimanda XV baroni, eia rainaaltratanti. Etiam
quelli di Scoda hanno mandato oratori al grarsi.
Da poi gran conscio, fo pregadi, solum per lezer
lettere da mar, tante ne erano ; et ni el principe, nè
alcun savio fo im pregadi, ma steteno in colegio a
consultar.
Fo leto una letera di uno Castelan Barbo, canze-
lier a Gorfù, copiosa di novo. Il sumario è questo,
drizata a sier Alvise Zustignan, quondam sier Marin,
suo amico; par habi, di 14, dal Zante, ancora si
sentiva bombardar Modon.
Noto, in do quarantie vien menato al presente
sier Fantim Moro, fo conte in Arbe, quondam sier
Francesco ; et eleto provedador ad Axola, per man-
zarie fate, poche da conto, per ducati 150, intromes-
so per li syndici intra culfwm, Loredan e Dolfim.
281 A dì 31 avosto. In colegio vene l’orator dii papa
et quel di Franza. Ai qual fo comunichato l’aviso
auto, per via di Bologna, de’ fiorentini, dicono mal
dii papa et dii roy e di la Signoria nostra ; e Ihoro
oratori dimandò fusseno dato noticia a li oratori no-
stri a Roma e in Franza di questo.
Da Vicenza, di sier Alvise Emo, capelanio, di
30. Come uno corier, qual compagno il conte An-
tonio di la Sommaia, francese, vene de lì, qual dice
che, volendo el ditto conte, che fo preso a Zervia
e rilassato, andar a Milam, con salvo conduto, con
7 cavali, hessendo a 1’ ostaria, mandato avanti il
ditto corier, li ditti non lo seguitone, e sono an-
dati a Trento ; e il dito corier fo ferito su quel di
Montebello, e toltoli 40 scudi havia.
Da Verona, di rectori. Come mandavano ducati
mille, scossi de li marchexi Malaspina, a conto de
li prestati. Ilem, certe letere intercepte di Alvise
Ripoi, le qual fono lete con li capi dii conscio di X,
mandati li altri fuori.
Fu balotà una paga a Piero Pessina, contestabele
a Corfù, et li schiopetieri per Antivari. Ilem, sier
Sabastiam Marcello e sier Sabastian Tiepolo, sopra-
corniti, hanno posto bancho.
Di Hong aria, de li oratori, date a Buda, a dì
22, venule a borra per via di Veia. Come, stando in
expetatiom di nostre letere, receveteno tre letere
per Zuan Vesiga, corier. E considerando poi si aria
abuto li capitoli, 0 disseno al re di ducati 100 milia,
et aspetano adition e remotion di ditti capitoli, di-
cono la generai intelligentia non poi haver efifecto.
Ilem, il legato dii papa, adì 13, è andato im Po-
lonia per dar le indulgentie, con ordine el re mandi
via F orator dii turco, et, mandati, dagi noticia a
questo re, lo manderà eliam lui via. Ilem, in Hon-
garia il jubileo è pocho apreciato, si fa le capse per
scuoder li danari, et preparati li confesori. Ilem,
manda letere de F ystrigoniense a domino Filippo,
dotor, procurator dii re a Roma. Item, letere dii
legato al papa, e a domino Machario, orator di Ur-
bim ; et Ihoro oratori aspetano risposta di la Si-
gnoria nostra ; laudano sier Piero Malipiero, pro-
vedador di Veia, in expedir letere subito, hessendo
di note in leto, le spazano.
Item, Francesco da la Zuecha, secretarlo, di 22,
scrive pregando la Signoria li dagi licentia di spa-
triar.
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta di
savij e di procuratori ; è gran zonta. E fono fati li
capi di X di septembrio.
Et avanti si reducesse il conscio di X, F orator
di Franza fo a parlar al principe sollo, nescio ad
quid. Et la sera, accidit che li fu roto la testa da
uno barcharuol, et fevano custion con uno altro ; et
esso orator vene a dolersi a la Signoria, e fo fato re
tenir e brusà la barca staiim.
Et in conseio di X, con zonta di danari, fo fato
ubligation di certi depositi a quelli impresterano.
Ilem, in Rialto fo dito una zanza ; F armata yspana
esser zonta a Gotron, e vien versso Corphù. Introno
cai di 40 sier Antonio Donado, sier Francesco Zane.
Dii mexe di selembrio 1500. 284
A dì primo selembrio. In colegio vene lo epi-
scopo di Theoli, orator dii papa, exponendo, dex-
tro modo, havia brievi dii pontifico, come havia
inteso la risposta nostra in materia di Arimano e
Faenza, di la qual non era satisfato. Per tanto exor-
tava la Signoria nostra, volesse compiacerlo, ma-
xime hessendo quelli signori excomunichati, oferen-
do ad omnia. Poi presentò uno brieve il pontifico
li scrive, vulgar, molto longo, in questa materia.
Comemora quello à fato per nui, prega non li sia de-
negato possi far dii suo quello li piace ; e, in ultima,
dice scrive vulgar, perchè sa è lecta dove è molti,
acciò tutti l’intenda ; ringraciando prima di la pro-
tetiom dii ducha di Valenlines tolta. El qual brieve
non fo leto in colegio, ma bem ozi im pregadi. Et
il principe rispose altamente, di bordine di savij,