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MCCCCC1, GENNAIO,
1360
pochi homeni pcrhò ; et terminato mandarla in Dal-
mati» eie.
Da Spalalo, chome ho scripto, di sier Hir animo
Baffo, proveditor, di 3 fin 7. Come, giolito de lì,
li vene a trovar alcuni zenthilomeni de lì, per nome
di la università di la terra, con gran mestici», dicen-
do esser partiti 5 di Poliza, di primi di quella valle,
di auctorità, et andati a far reverenti» al sanzacho,
parente Ihoro, e dubitano non siano andati a capitu-
528 * lar, e Poliza si reduchi solo il turcho ; et per tanto
quella terra saria totalmente minata, per esser Po-
liza propugnaculo e difesa di Spalato, e di bona parte
di Dalmatia. Et, avanti lui azonzese, per il suo pro-
cessor fu mandato im Poliza sier Domenego di Pa-
pali, per intender la voluntà Ihoro, e far venir al-
cuni a parlar con esso conte ; e tornoe, et hebe pro-
messa variano, lamen non veneno ; e, venendo, li
farà acoglicntie, e con sali o danari, perchè à il modo
di haverli ira presiedo, li farà bona man a conto di
suo’ crediti; e si ha inzegnato elezino uno suo, e
mandi a la Signoria nostra, acciò si provedi. Item, è
venuto da lui alcuni primi dii paexe di Craina, sub-
diti dii turco, e volentiera sariano solo la Signoria,
hessendo securi da’ turchi di le sue persone e stado,
che seria per el baslion eie. Li ha fato salvo conduto,
e aspeta di ciò bordine nostro ; uno di qual messi di
Craina partì ultimale di la Porta dii turco, el qual
era stalo ambasador di la università di Crayna; dice
dispositiom esser dii signor, e tuta la Porta, voler
ripossar per questo anno, per haver habuto fatiche
assai per P imprese tolte; ma, habiando inteso la
unioni di christiani, cruciate, indulgentie, è pur in
qualche suspeto di le cosse dii suo stado, e dubita
esser offeso per la parte di Hongaria ; e diti di Cray-
na, a la sua venuta, scontrano vicino a queste parte
messi mandati per signori di Italia al turco, i qualli
non era lassati passar per il sanzacho. E intese a la
Porta di ditto sanzacho dir : Questi tristi franchi
voi andar a la Porta, persuader el signor fazi co-
rarie in Frinì, e lamen son tuli uniti insieme. Ilem,
dii baslion di Narenta, per inondation di aque, è
quasi rumato; e li fanti ogni di dimandano dana-
ri ; voria biscoti, chiodi, polvere e danari per diti
fanti, eh’ è uno anno 0 hanno auto ; è meio tenir
50 soli soldati ben pagati cha 150, tal qual i hè,
compagnie vechie di anni X, luti paesani. Item, poi
scrita, è venuto da lui molti zenthilomeni polizani,
con letere di credenza di la università, dicendo, si
ben alcuni è andati a trovar il sanzacho, non è di
Ihoro voluntà, e veleno esser boni servitori di la
Signoria nostra, dummodo non manchi per quella,
o vero per la impotenti» non polesseno perseve
rar. Et per questo, e per diliberar di mandar sei
messi a la Signoria nostra ad aricordar i suo’ bi-
sogni, eliam è venule alcune done con questa forma
di parole, le qual eliam manderano soi nontij. Et a
tutti lui li ha fato gran arcoglientie, et acarezate mol-
to, excusando la Signoria ; si Ihoro non hanno hauto
li stipendi] e provisione, è stato difeto di ministri, et
è intention siano satisfati; e li promesse satisfar dii
suo credito, e cussi farà. Et par, la camera di Traù
per tal conto è ubligà di cabli 1000 a l’anno di sai;
lamen non è corsi, come dicono quelli polizani; è
bon la Signoria scrivi a dillo retor, satisfazi il lutto ;
e si scrivi al baylo di Corphù, mandi per qualche
navilion, vien di Levante, sali de lì, per saldar quelli
di Poliza e per li bisogni. Item, li suase a star di
bon animo; disse le gran preparalion si face», et era
gran forzo di oro, numerosa armada ; e haver unito
quasi luti i potentati christiani contra la Signoria no-
stra. Et diti polizani zurono sopra la fede sua, voler
perseverar in la fede ; e li à promesso, li partili, vo-
lendo tornar, che possino.
Dii dito, di 15. Come un servitor di la Signoria, 529
dii paese di Radobilia, conte, subdito dii turcho, li à
mandato a dir, per suo messo, habia bona custodia
al baslion di Narenta, per esser molto a cuor dii
sanzacho, per esserli ne le viscere del stato suo; e
dito sanzacho fa taiar legnami, e voi redur alcune
barche, a foza de barbote e altre machine navale, e
haver modo de redur un ponte da gitar sopra el la-
go di questa bastia eie.; e za è principiato a taiar
legnami, et esser ordine di venir barche grosse ar-
mate, o fusti di Boiana e altri lochi a questo Iodio ;
unde subito dete aviso a Marco Coppo, contestabele a
Narenta, e di la compagnia menò con lui è fuzili.... ;
e, in loco di fuziti, volea rimetesse alcuni dii paese,
c li daria soldi 10 eie. Ilem, di la camera, fin un
anno non poi haver marcheto, per esser obligato
ogni cossa; e non poi trovar X ducati. Ilem, la terra
è povera, e le letere non le poi mandar ; ma aspeta
pasazo, e dice non sempre si mantien i stadi con pa-
role ; seria bon la Signoria replichasse letere, con li
cai di X, ai lochi deputadi, mandasseno homeni a la-
vorar ditto baslion di Narenta. Itemi da Corfù se li
mandi sai, e con aqua azelada si potrà satisfar ai bi-
sogni. Non à visto le mostre ancora, li stratioti crede
non siano al numero, e di le page deputade, 200,
non è 20 ; è un anno quelli non ha ’uto danari, e dice
non è danno considerar el bisogno eie. Ilem, el ca-
petanio di Glissa li mandò do nontij a dirli li biso-
gni di so’ luogi, e che di le cosse, che li so principi
MCCCCC1, GENNAIO,
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pochi homeni pcrhò ; et terminato mandarla in Dal-
mati» eie.
Da Spalalo, chome ho scripto, di sier Hir animo
Baffo, proveditor, di 3 fin 7. Come, giolito de lì,
li vene a trovar alcuni zenthilomeni de lì, per nome
di la università di la terra, con gran mestici», dicen-
do esser partiti 5 di Poliza, di primi di quella valle,
di auctorità, et andati a far reverenti» al sanzacho,
parente Ihoro, e dubitano non siano andati a capitu-
528 * lar, e Poliza si reduchi solo il turcho ; et per tanto
quella terra saria totalmente minata, per esser Po-
liza propugnaculo e difesa di Spalato, e di bona parte
di Dalmatia. Et, avanti lui azonzese, per il suo pro-
cessor fu mandato im Poliza sier Domenego di Pa-
pali, per intender la voluntà Ihoro, e far venir al-
cuni a parlar con esso conte ; e tornoe, et hebe pro-
messa variano, lamen non veneno ; e, venendo, li
farà acoglicntie, e con sali o danari, perchè à il modo
di haverli ira presiedo, li farà bona man a conto di
suo’ crediti; e si ha inzegnato elezino uno suo, e
mandi a la Signoria nostra, acciò si provedi. Item, è
venuto da lui alcuni primi dii paexe di Craina, sub-
diti dii turco, e volentiera sariano solo la Signoria,
hessendo securi da’ turchi di le sue persone e stado,
che seria per el baslion eie. Li ha fato salvo conduto,
e aspeta di ciò bordine nostro ; uno di qual messi di
Craina partì ultimale di la Porta dii turco, el qual
era stalo ambasador di la università di Crayna; dice
dispositiom esser dii signor, e tuta la Porta, voler
ripossar per questo anno, per haver habuto fatiche
assai per P imprese tolte; ma, habiando inteso la
unioni di christiani, cruciate, indulgentie, è pur in
qualche suspeto di le cosse dii suo stado, e dubita
esser offeso per la parte di Hongaria ; e diti di Cray-
na, a la sua venuta, scontrano vicino a queste parte
messi mandati per signori di Italia al turco, i qualli
non era lassati passar per il sanzacho. E intese a la
Porta di ditto sanzacho dir : Questi tristi franchi
voi andar a la Porta, persuader el signor fazi co-
rarie in Frinì, e lamen son tuli uniti insieme. Ilem,
dii baslion di Narenta, per inondation di aque, è
quasi rumato; e li fanti ogni di dimandano dana-
ri ; voria biscoti, chiodi, polvere e danari per diti
fanti, eh’ è uno anno 0 hanno auto ; è meio tenir
50 soli soldati ben pagati cha 150, tal qual i hè,
compagnie vechie di anni X, luti paesani. Item, poi
scrita, è venuto da lui molti zenthilomeni polizani,
con letere di credenza di la università, dicendo, si
ben alcuni è andati a trovar il sanzacho, non è di
Ihoro voluntà, e veleno esser boni servitori di la
Signoria nostra, dummodo non manchi per quella,
o vero per la impotenti» non polesseno perseve
rar. Et per questo, e per diliberar di mandar sei
messi a la Signoria nostra ad aricordar i suo’ bi-
sogni, eliam è venule alcune done con questa forma
di parole, le qual eliam manderano soi nontij. Et a
tutti lui li ha fato gran arcoglientie, et acarezate mol-
to, excusando la Signoria ; si Ihoro non hanno hauto
li stipendi] e provisione, è stato difeto di ministri, et
è intention siano satisfati; e li promesse satisfar dii
suo credito, e cussi farà. Et par, la camera di Traù
per tal conto è ubligà di cabli 1000 a l’anno di sai;
lamen non è corsi, come dicono quelli polizani; è
bon la Signoria scrivi a dillo retor, satisfazi il lutto ;
e si scrivi al baylo di Corphù, mandi per qualche
navilion, vien di Levante, sali de lì, per saldar quelli
di Poliza e per li bisogni. Item, li suase a star di
bon animo; disse le gran preparalion si face», et era
gran forzo di oro, numerosa armada ; e haver unito
quasi luti i potentati christiani contra la Signoria no-
stra. Et diti polizani zurono sopra la fede sua, voler
perseverar in la fede ; e li à promesso, li partili, vo-
lendo tornar, che possino.
Dii dito, di 15. Come un servitor di la Signoria, 529
dii paese di Radobilia, conte, subdito dii turcho, li à
mandato a dir, per suo messo, habia bona custodia
al baslion di Narenta, per esser molto a cuor dii
sanzacho, per esserli ne le viscere del stato suo; e
dito sanzacho fa taiar legnami, e voi redur alcune
barche, a foza de barbote e altre machine navale, e
haver modo de redur un ponte da gitar sopra el la-
go di questa bastia eie.; e za è principiato a taiar
legnami, et esser ordine di venir barche grosse ar-
mate, o fusti di Boiana e altri lochi a questo Iodio ;
unde subito dete aviso a Marco Coppo, contestabele a
Narenta, e di la compagnia menò con lui è fuzili.... ;
e, in loco di fuziti, volea rimetesse alcuni dii paese,
c li daria soldi 10 eie. Ilem, di la camera, fin un
anno non poi haver marcheto, per esser obligato
ogni cossa; e non poi trovar X ducati. Ilem, la terra
è povera, e le letere non le poi mandar ; ma aspeta
pasazo, e dice non sempre si mantien i stadi con pa-
role ; seria bon la Signoria replichasse letere, con li
cai di X, ai lochi deputadi, mandasseno homeni a la-
vorar ditto baslion di Narenta. Itemi da Corfù se li
mandi sai, e con aqua azelada si potrà satisfar ai bi-
sogni. Non à visto le mostre ancora, li stratioti crede
non siano al numero, e di le page deputade, 200,
non è 20 ; è un anno quelli non ha ’uto danari, e dice
non è danno considerar el bisogno eie. Ilem, el ca-
petanio di Glissa li mandò do nontij a dirli li biso-
gni di so’ luogi, e che di le cosse, che li so principi