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MCCCCC, DECEMBRE.
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zorni ; qual ozi sì partì ; et esso orator disnò col
Cardinal Santa f; col qual, poi ebbeno disputato,
introno a parlar de re christiana, et soa santità ìi
disse, è stà ditto, lui haver scrito mal al re di romani,
dii curzense, et non era vero, imo mostra haver bon
voler a la expedition. Qual li disse, saper il capeta-
nio di Franza esser partito con le nave di armata,
et F orator à ’uto licentia.
DII ditto, di 14. Chome ricevete Ire letere no-
stre, con la risposta fata a Napoli ; non potè haver
ozi audientia dal papa, et fb da F orator yspano ; e
scrive coloquij abuti insieme, et dimostra esso yspa-
no esser disposto a far il tutto per la Signoria no-
stra etc.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dolor,
orator, di do. Chome, ricevute nostre letere di 19,
a di 29 dii passato, non potè esser col re fino ozi,
per esser quello amalato, et ozi etiam era in leto
con gote, et li lexe la risposta di la Signoria nostra.
Et soa majestà disse, non bisognava la Signoria no-
stra ringraciasse, et havia bon voler, et era mossa
da fìlial etc., et per amor di Dio; et che questo me-
demo havia inteso da F orator suo, et che, justa li
aricordi, à scrito a l’homo suo fazi intender al signor
turcho le gran preparation di christiani. Item, F o-
rator dii turcho, mo terzo zorno, partite, e con lui
è andato il comandador di Capua, stato alias per il
re al turcho.
Di Basilio da la Scuola, da Napoli. Ringratia
la Signoria di esser stà liberato ; si offerisse andar
per mar et per terra, ma voi saper di haver da vi-
ver, ali ter voi ir frate, e si racomanda.
Da le poste vene letere. Et prima da Milam, dii
secretalo, di 15, che mandava letere di Franza, nè
altro da conto scrisse.
Di Franza, di li oratori nostri, date a Tors, a
dì 25 novembrio. Che, ricevuto nostre letere, fu el
Foscari dal re, e li presentò la Jetera, la Signoria
scrisse a soa majestà, in excusation di li malivoli.
Et poi, dito alcune parole, soa majestà rispose, era
certo di la fede nostra. Poi li comunichò la letera
dii re di romani, zercha Verona et Vicenza; si la
rise. Item, di quel Alexandro Manducha, orator di
Napoli, liberato, disse : La Signoria à fato ben. Et,
telo li sumarij, disse : Le nostre carachie vossamo,
per questo inverno, fosseno a caxa. Et l’orator yspa-
no, era li, disse: E mi voria le fusseno zonte in Le-
vante, per honor di la majestà vostra. E il re li disse
ridendo a 1’ orator nostro, de li oratori alemani,
quali lassò la letera di credenza a caxa, e poi 1’ à
manda, dicendo non bisognava, sono di l’imperio ;
1 Diarii di M. Sanuto — Tom. Ili,
si hanno dolto di Milan, et voi tuor Ferara. Et soa
majestà li à risposto: Il ducha di Ferara è nostro
amico, e domandolo a lui. E, quanto a la pace, è
contento farla, e Ihoro hanno tolto rispeto a rispon-
der. Concluse, sono bestie; sapevamo la Ihoro am-
basata, perchè con danari tutto si sa. Item, esso
re mandava 600 lanze in ajuto di missier Zuan Ben-
tivoy, licei ne volesse solum 100 ; ma voi le sue
zente vadino forte contra il papa. Item, il roy ozi
intrò in la terra, sotto el baldachim, et l’orator yspa-
no e il nostro lo acompagnono al domo, et a lo al-
zamento. Et poi F orator nostro parlò con F yspano, 473 *
qual li disse haver scrito a li soi reali, ingrossi F ar-
mata, e converano far, o per amor di Dio e di la
Signoria, et etiam per Ihoro. Et F à pregato, soliciti
il roy a far armata. Rispose, lo faria ; ma francesi è
tanto pegri per si non che per altri, et exborsano
mal volentieri; et si à visto F anno passato a Milan,
a la tornata dii signor Lodovico. Item, F orator no-
stro fo da la raina, e, presentato le letere credential,
li usò alcune parole. La qual volse il secretano di
esso orator fusse F interpetre; e poi rispose, quanto
a pregar il re, fazi armata, la faria etc. ; sì che esso
orator aricorda si scrivi una letera a la raina, rin-
graciandola, perchè la visiterà spesso. Item, lei e
tutti di la corte dimanda falconi.
De li ditti, di 27 ditto, ivi. Come esso Foscari
visitò il Cardinal Roan, e di coloquij abuti insieme ;
e solicitando F armata, disse faria, et esser stà dà
principio etc. Poi, quello voleno li oratori alemani,
chome il roy li disse, e più che il re cerchava oltra
Ferara, etiam Mantoa, e questo per instigation di
alcuni, tacite la Signoria nostra. Et li rispose, el mar-
chexe di Mantoa era traditor. E loro disseno : Vi
hanno voluto dar danari, per adatarsi. Et li rispose,
era vero, e non si lèva altro ; dii stato di Milan, che ’I
re si justificha etc. Item, li disse che domino Acursio,
suo orator, per veder il padre, qual è vechio, à di-
mandato licentia, et lo exaudirà. Item, esser venuto
da lui, orator nostro, el conte di Caiazo, racoman-
dandosi a la Signoria per rehaver il suo, et non era
stà nostro soldato mai, ni haver fato contra la Signo-
ria nostra ; et che ’l re di lui li parleria ; et par che ’l
Cardinal di San Severin, a la prima audientia, si
levò dove era, e li andò a tochar la man eie. Item,
visitò il ducha e la duchessa di Barbosi, quali si raco-
mandano. Item, in questi zorni è morto a Paris el
Cardinal di Liom, era arcivescovo di Liom, qual arzi-
episcopato à ’buto uno fìol di monsignor di Giaè.
Item, ozi è intrato la raina in la terra, sotto il balda-
chin ; et quella comunità al re e la raina hanno fato
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zorni ; qual ozi sì partì ; et esso orator disnò col
Cardinal Santa f; col qual, poi ebbeno disputato,
introno a parlar de re christiana, et soa santità ìi
disse, è stà ditto, lui haver scrito mal al re di romani,
dii curzense, et non era vero, imo mostra haver bon
voler a la expedition. Qual li disse, saper il capeta-
nio di Franza esser partito con le nave di armata,
et F orator à ’uto licentia.
DII ditto, di 14. Chome ricevete Ire letere no-
stre, con la risposta fata a Napoli ; non potè haver
ozi audientia dal papa, et fb da F orator yspano ; e
scrive coloquij abuti insieme, et dimostra esso yspa-
no esser disposto a far il tutto per la Signoria no-
stra etc.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dolor,
orator, di do. Chome, ricevute nostre letere di 19,
a di 29 dii passato, non potè esser col re fino ozi,
per esser quello amalato, et ozi etiam era in leto
con gote, et li lexe la risposta di la Signoria nostra.
Et soa majestà disse, non bisognava la Signoria no-
stra ringraciasse, et havia bon voler, et era mossa
da fìlial etc., et per amor di Dio; et che questo me-
demo havia inteso da F orator suo, et che, justa li
aricordi, à scrito a l’homo suo fazi intender al signor
turcho le gran preparation di christiani. Item, F o-
rator dii turcho, mo terzo zorno, partite, e con lui
è andato il comandador di Capua, stato alias per il
re al turcho.
Di Basilio da la Scuola, da Napoli. Ringratia
la Signoria di esser stà liberato ; si offerisse andar
per mar et per terra, ma voi saper di haver da vi-
ver, ali ter voi ir frate, e si racomanda.
Da le poste vene letere. Et prima da Milam, dii
secretalo, di 15, che mandava letere di Franza, nè
altro da conto scrisse.
Di Franza, di li oratori nostri, date a Tors, a
dì 25 novembrio. Che, ricevuto nostre letere, fu el
Foscari dal re, e li presentò la Jetera, la Signoria
scrisse a soa majestà, in excusation di li malivoli.
Et poi, dito alcune parole, soa majestà rispose, era
certo di la fede nostra. Poi li comunichò la letera
dii re di romani, zercha Verona et Vicenza; si la
rise. Item, di quel Alexandro Manducha, orator di
Napoli, liberato, disse : La Signoria à fato ben. Et,
telo li sumarij, disse : Le nostre carachie vossamo,
per questo inverno, fosseno a caxa. Et l’orator yspa-
no, era li, disse: E mi voria le fusseno zonte in Le-
vante, per honor di la majestà vostra. E il re li disse
ridendo a 1’ orator nostro, de li oratori alemani,
quali lassò la letera di credenza a caxa, e poi 1’ à
manda, dicendo non bisognava, sono di l’imperio ;
1 Diarii di M. Sanuto — Tom. Ili,
si hanno dolto di Milan, et voi tuor Ferara. Et soa
majestà li à risposto: Il ducha di Ferara è nostro
amico, e domandolo a lui. E, quanto a la pace, è
contento farla, e Ihoro hanno tolto rispeto a rispon-
der. Concluse, sono bestie; sapevamo la Ihoro am-
basata, perchè con danari tutto si sa. Item, esso
re mandava 600 lanze in ajuto di missier Zuan Ben-
tivoy, licei ne volesse solum 100 ; ma voi le sue
zente vadino forte contra il papa. Item, il roy ozi
intrò in la terra, sotto el baldachim, et l’orator yspa-
no e il nostro lo acompagnono al domo, et a lo al-
zamento. Et poi F orator nostro parlò con F yspano, 473 *
qual li disse haver scrito a li soi reali, ingrossi F ar-
mata, e converano far, o per amor di Dio e di la
Signoria, et etiam per Ihoro. Et F à pregato, soliciti
il roy a far armata. Rispose, lo faria ; ma francesi è
tanto pegri per si non che per altri, et exborsano
mal volentieri; et si à visto F anno passato a Milan,
a la tornata dii signor Lodovico. Item, F orator no-
stro fo da la raina, e, presentato le letere credential,
li usò alcune parole. La qual volse il secretano di
esso orator fusse F interpetre; e poi rispose, quanto
a pregar il re, fazi armata, la faria etc. ; sì che esso
orator aricorda si scrivi una letera a la raina, rin-
graciandola, perchè la visiterà spesso. Item, lei e
tutti di la corte dimanda falconi.
De li ditti, di 27 ditto, ivi. Come esso Foscari
visitò il Cardinal Roan, e di coloquij abuti insieme ;
e solicitando F armata, disse faria, et esser stà dà
principio etc. Poi, quello voleno li oratori alemani,
chome il roy li disse, e più che il re cerchava oltra
Ferara, etiam Mantoa, e questo per instigation di
alcuni, tacite la Signoria nostra. Et li rispose, el mar-
chexe di Mantoa era traditor. E loro disseno : Vi
hanno voluto dar danari, per adatarsi. Et li rispose,
era vero, e non si lèva altro ; dii stato di Milan, che ’I
re si justificha etc. Item, li disse che domino Acursio,
suo orator, per veder il padre, qual è vechio, à di-
mandato licentia, et lo exaudirà. Item, esser venuto
da lui, orator nostro, el conte di Caiazo, racoman-
dandosi a la Signoria per rehaver il suo, et non era
stà nostro soldato mai, ni haver fato contra la Signo-
ria nostra ; et che ’l re di lui li parleria ; et par che ’l
Cardinal di San Severin, a la prima audientia, si
levò dove era, e li andò a tochar la man eie. Item,
visitò il ducha e la duchessa di Barbosi, quali si raco-
mandano. Item, in questi zorni è morto a Paris el
Cardinal di Liom, era arcivescovo di Liom, qual arzi-
episcopato à ’buto uno fìol di monsignor di Giaè.
Item, ozi è intrato la raina in la terra, sotto il balda-
chin ; et quella comunità al re e la raina hanno fato
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