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Sanutus, Marinus; Fulin, Rinaldo [Editor]; Barozzi, Nicolò [Editor]; Stefani, Federico [Editor]
I diarii (1496-1533) (Tomo 3): [1.10.1499 - 31.3.1501] — Venezia: a spese degli autori, 1880

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https://doi.org/10.11588/diglit.67589#0822
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MCCCCCI, MARZO.

ièi5
monti, et non si poi saper il certo. Judicha manchar
de lì cavalli 500, e che Xarco è slà ferito, e fugito
con pochi de li soi, et che turchi poleno esser stati
zercha cavalli 200 e pedoni assa’ ; ma quanti, non
intende; subjungendo che Costile ha auto per uno
Marino Jelazich, de Radibilia, suo amicissimo, che è
venuto di Bossina, el qual dice haver visto con li
suo’ ochij, come Schander bassa fa grande exercito
da pie’ et da cavallo ; nel qual dice esser molti jani-
zari zonti di novo, e haver molte bombarde, archi
et freze. Non intende dove voia andar, ma a presso
turchi se resona versso ungaci, li qualli fanno apa-
rato per esser contra turchi questo San Zorzi pro-
ximo ; ma ben se existima per tutto, loro più presto
dover vegnir a queste parte vostre di Dalmatia.
Da Traù, di sier Polo Malipiero, conte, e sier
Zuan Diede, provedador generai, di 17, venute l’al-
tra sera, Avisano, chome è venuti lì do homeni dii
vice barn, et Cosule per avanti, a dimandarli li stra-
tioti. et che erano con cavali 900 et 300 schiopetie-
ri, per andar ai danni de’ turchi ; et era li il conte
Xarcho con la sua compagnia, col qual consultano ;
e lui volse andarvi, e alguni stratioti di le compagnie
di Spalato ; et de quel locho di Traù, zercha cavali
130 è andati a la coraria dii vice barn e Cosule, e
622 non menò schiopetieri ni pedom alcuno ; erano tati
da cavali 760, feno gran preda de anime et animali,
e luti havia uno presone per uno, e altri do e tre.
A hora hanno inteso da uno nostro, fuzito da poi
preso da’ turchi, che questi turchi, erano cavali 1000,
venivano per corer in Dalmatia ; et ebbeno per spie,
nostri andava sul suo ; e adunò altri cavali et 3000
pedoni, et feno tre arguaiti, et eri matina asaltono li
nostri con la preda, e, in el combater, do capi di
curvati disseno : Fuzimo ; semo roti ! E questo mes-
se in fuga nostri ; e voltò le spale, lassando la preda.
Tutti fuziteno, e andavano sparpagnati in altri ar-
guaiti ; e la mazor parte di ditti fono morti, cercha
200 hongari, e il conte Xarcho con li nostri veniano
streti combatendo al meio poteano, e de’ hongari ne
morite gran parte ; nostri mancha da 25 in 30. E il
conte Xarcho, da 7 nostri stratioti, qualli hanno dor-
mito questa note con lui al suo castello, dicono esser
sano, e il cavallo mal conditionato ; de’ turchi, è stà
taià la lesta al vayvoda dii ponte, capo di l’hoste,
soleva corer in Dalmatia, e morti bon numero di
pedoni.
Di sier Zzian Diedo predillo, date a Traù, a dì
17. Come à cavalchato, et visto i molini, e una casa
lì a presso, à ordina sia levata, e fato alcune bom-
barde, e in la terra à posto bordine fra li zenthilomeni

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a le guardie di le mure, come fece a Spalato ; et che
sia imbarbotà do barche da guardar una secha, dove
si pò guazar le mure in la terra ; et aspeta se li man-
di monitiom.
A dì 28 marzo, domenega. Poi la predicha, el
principe andò per terra a la Pietae a tuor il perdona,
con li oratori, la Signoria, et pochi 1’ acompagnò, e
tornò etiam a piedi. Fo gran camino a lui, à anni 81.
Et poi, reduto il colegio, non fo alcuna letera. Fo
spazà Basilio da la Scuola ; ballota ducati 50 a conto
di la sua provision etc. ; qual è quello fece il modello
di la cità eie., eh’ è di sopra, cossa rara.
Item, fo ballotà insieme con li governadori de
l’intrade, tre dacij ; quel di la grassa, tolto per
sier Zuan Trun, za questo septembrio, e lutti li pie-
zi cazete ; quel dii fero, tolto per sier Piero da Canal,
quondam sier Nicolò, dotor, et rimase ; et cussi quel
di legnami, tolto per sier Anzolo Valier, di sier An-
tonio, et rimase, zoè dii legname. Etiam ha uno altro
dacio, videlicel quello di pistori.
Item, sier Nicolò da cha’ da Pexaro, di bordine
dii conseio di X, ritornò provedador di Rovere ; et
sier Mafio Michiel, podestà, fo ritornato come prima
a compir. El qual sier Nicolò voleva referir in cole-
gio con li cai di di X.
Da poi disnar fu gram conseio, et fato proveda-
dor in armada sier Zuan Zantani. Il scurtinio sarà
notato qui avanti eie.
Et reduto il colegio, vene l’orator di Franza ; et
il principe vene in colegio. El qual orator disse, ha-
vea inteso il re di Napoli mandava per questa via
danari in Alemagna, et saria mal. El il principe li
rispose sapientissime, 0 si sapeva, et za li havevamo
ditto l’aviso, che ’l volea mandar ducati 40 milia al
re di romani eie.
Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà
et capetanio, tre letere, di 26. Una, come, justa i
mandati, havia fato comandamento ai frate, non par-
lasse più di cruciata ; per l’altra, il ducha Valentino
è a Ymola, a pati vechij e modi usati, si dà piaceri ;
et à di Faenza, quelli stanno con bon animo. Seguite
certa coraria a presso Faenza, 0 di conto. Item, à
aviso, come a Cesena si muor di peste eie. ; e di qui
fo banditi eie.
Da Udene, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
e sier Hironimo Donado, doctor, oratori, di 26. Co-
me dimam partirano per Pordenon, per andar a la
sua legatiom ; et sier Alvixe Malipiero, proveda-
dor, zonse lì, a dì ... dito.
 
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