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di quello che produce il sangue evasalo sotto ìa cute nel tessuto quale il sangue si era conservato per lungo tempo esente da pn-
cellularc che circonda l'arteria offesa ? M. A. Severino (q) guidato trefazione, pure la teoria di Fernelio fu ricevuta da molti come
dalla osservazione, e dalla sperienza in Chirurgia fu talmente persuaso una verità di fatto , e , ciò che più è, essa è riguardata come tale
che gli esterni Aneurismi derivassero tutti da rottura, o da ferita anche al giorno d'oggi dalla pluralità dei Medici ; e dei Chirurgi,
dell'arteria, e conseguentemente che non fossero fatti che da sangue Tralascio di qui riferire la lunga serie dei fautori di questa opi-
effuso nel tessuto cellulare subcutaneo, che trovò opportuno di ri- nione, c mi restringo soltanto a far menzione del Foresto (t) per
portare la storia di questa infermità al capo de abscessibus sangui- la singolarità della cosa . Imperciocché , mentre guest' Autore fece
Jluis . Lo stesso Selvatico, peritissimo Medico, e versatissimo nella ogni sforzo di ragionamento per sostenere, che l'interno spontaneo
lettura degli antichi Greci, ed Arabi Medici, conferma la stessa cosa Aneurisma si fa per dilatazione, e distensione delle tonache della
relativamente all'opinione che l'antichità aveva intorno alla natura, arteria, addusse egli in prova di ciò un'osservazione, che è la sola
ed essenza dc\Y esterno Aneurisma. Imperciocché egli scrisse: est di questo genere in tutte le sue Opere, dalla quale risulta preci-
Aneurysma tumor a sanguine calidissirno } tenui, vaporosocpie ex samente il contrario, cioè che F Aneurisma , di cui egli parlò era
arteria sub cutem effuso productus . Arteriae divisione™, quomodocurn- stato fatto non da dilatazione , ma da rottura delle tonache della
que factam suae generationis occasionem esse dicendum est. Ejjlucre arteria, e conseguentemente da effusione di sangue arterioso nel
autem ex arteriis sanguinem , vel per anastomosim, hoc est apertis decomposto tessuto cellulare.
vasis osculis ; vel per diepaedesim , idest rarefactis ejus tunicis ; vel
per diaeresim, idest ruptis} vel exaesis illis . §, 9.
§. 8. Non così il Sennerto (u) , iì quale guidato da solide cognizioni
anatomiche , e da matura riflessione sui fenomeni che precedono, ed
Fernelio , per quanto io so, fu il primo, cui venne in pensiero accompagnano Y esterno non meno che Y interno Aneurisma, dissentì
di divulgare la teoria della dilatazione delle tonache delle arterie ? dal Fernelio , e si mostrò inclinato a credere , che la cagione pros-
comc causa prossima degF Aneurismi , specialmente interni, ossia di sima, degF interni Aneurismi consistesse non nella dilatazione , ma
quelli della curvatura, e del tronco dell'Aorta, occasionati da interne nella rottura delle membrane interne, e proprie dell'arteria, rima-
non manifeste cagioni . Opinò (r) egli, che Y interno spontaneo Aneu- nendo intatta l'esterna membrana, ossia la cellulosa esterna della
risma consisteva in una morbosa distensione delle tonache tutte del- arteria ; la quale esterna cellulosa sollevata , e distesa dal sangue ar-
l'arteria, presso poco come si osserva accadere nelle tonache delle terioso evasalo vi formasse in fine il sacco Aneurismatico. Diceva
vene in occasione di Varice. Taluno non versato nella storia della egli, siccome nell'Aneurisma che si fa in seguito della puntura dcl-
Mcdicina crederà forse che Fernelio si sia indotto a pubblicare la l'arteria nella piegatura del braccio, la tonaca esterna cellulosa, molle,
nuova sua teoria, e del tutto diversa da quella dei Greci, ed Arabi flessibile dell'arteria, si rimargina, mentre l'intima tonaca dell'arte-
Medici, idi conseguenza di replicate ricerche sui cadaveri, e d'esatti ria stessa, dura, rigida, non si cicatrizza punto, e rimane aperta nel
confronti sulla natura delle tonache proprie dell' arteria, e di quelle luogo della ferita 5 così , ogni qual volta per urto grande del cuore
che costituiscono il sacco Aneurismatico ; ma, se egli vorrà essere pie- l'anzidetta tonaca interna dell'arteria si rompe, l'esterna membrana
namente informato su di ciò , troverà, che la teoria di Fernelio , della medesima arteria , siccome molle , e facilmente distcnsibile
lungi dall'essere stata il prodotto dell'osservazione sui cadaveri , non vien sollevata dal sangue arterioso effuso, e quindi a poco a poco
fu che il risultato della sua immaginazione, e di una ipotisi, ch'egli convertita in sacco Aneurismatico . Su di che pare che Sennerto ab-
trasse da una falsa congiettura ; cioè che il sangue arterioso evasalo bia tratto dei lumi dalle Opere di F. d' II»ano (v). Imperciocché
si convertirebbe tosto in una massa putredinosa , qualora non fossero questo celebre Pratico aveva già esposto , presso poco nei medesimi
le tonache proprie dell' arteria quelle che formassero il sacco Aneu- termini, la sua opinione intorno alla maniera colla quale si forma
rismatico; e che inoltre il sangue arterioso non formerebbe mai l'Aneurisma della piegatura del braccio in conseguenza di puntura
un tumore pulsante, ogni qual volta il tumore non fosse circonscritto fatta colla lancetta alf arteria Brachiale . 11 Sennerto fece un passo
e formato dalle tonache proprie dell'arteria dilatata. Questi due in- più oltre, applicando la medesima teoria alla spiegazione dell' interno
concludenti motivi furono le basi della teoria di Fernelio, i quali spontaneo Aneurisma, indipendentemente da ferita, o altra esterna
motivi, benché fossero in appresso confutati dal Selvatico (s), e violenza fatta ai tronchi principali delle grandi arterie. Tanto I'Ilda-
quantunque , credo, ai tempi di Fernelio non vi fosse un solo no, che il Sennerto poi opinarono, che ogni qual volta il sangue
rinomato Chirurgo , al quale non fosse accaduto più d' una volta arterioso , rotta oltre l'interna anco V esterna membrana dell' arteria #
d'osservare l'Aneurisma della piegatura del braccio occasionato da si spargesse assai all'intorno del luogo della rottura, il tumore che
ferita di lancetta, e conscguentemente da effusione di sangue arte- ne risulterebbe non sarebbe né circonscritLo, e rilevato, né pulsante;
terioso nel circomposto tessuto cellulare, il quale Aneurisma per ina che in simili circostanze l'evasalo sangue si corromperebbe, ed
effusione era nonpertanto circonscritto, e pulsava, e per entro dei occasionerebbe infiammazione, e gangrcna nelle parti vicine; su di
(q) De ìiov. observ. abses. Gap. VII. (t) Oper. med.
(1) Opera omn. De extern, corp. affect. Lib. VII. Cap. III. (u) Oper. omo. T. V. Lib. V. Part. 1 Cap. /p. Atque ita proxiraa causa Ancury-
(s) Quacsiiu clignum raulus visum est, cur in Aneurysmalc cffluxus ex arteria ad smaiis est arteriae tunicae internae aperitio, exlerioris vero dilatatici. Apcritur autem
cutem sanguis et impulris , et immutatus longo satis tempore scrvetur. Sane vero ini- frequentissime seetione , dura imperiti Chirurgi prò vena arteriam , vel cum vena arle-
putrem multo lemporis spatio cum servati certuni est, quando gangraena, sphacelus, naia perforant. ld enim si fit, extern a tunica facilius, utpole mollior , et venarum
syderatio, affecluumve sanguinem putresccntem coniilantium aliquis, nisi longo tempore tunicis cognata, coalescitj intimior vero durior aperta manct; unde per foramen san-
iniercedcnte Aneurysmati accedat. lllud sanguini buie ex arteria ad. cutem effluxo ève- g»is , et spirilus vitali» erompere conalur , atque ita externam lunicam distendit, et
nire innotuit, quod lacustri aquac in ipsìus lacus alveo imputri permanenti, quam- hoc tumoris genus effìcit. Idem accidcre potest, sia vehementi sanguinis arteriosi im-
quam non fluat , sed persistat. ld propterea fieri philosophorum multi dixerunt, quia petu, vel causa externa violenta, nimiaque arteriae distensione, interna tunica arteriae
q'iac assiduo ab ipso Jacu educitur aqua, vel a terree rivi», vel a sole assidue cbibi- rumpitnr , externa, quae ad extensionem magia apta est, salva, et incolumi,
tur, et a flamine, fonte , marive Jacum produccnte assidue, et multo cum faenore (v) Oper. omn. Centur. III. Obs. 44. Duplici tunica arteriam donatam esse Gai.otus
resarcitur, et ad illuni transmittitur, ut hxàc motum qnemdam aquac secretiorem cor- testatur, quarum exterior tenuis, et mollis ex rectis et obliquis fìbris contexta- inte-
rnptioncm impedientem colligcre liceatj sedia ac pabulibns cvenial, in quibns cum rior altera fere, eodem Galeno monente , quintuplo durior, et densior est. In Ancu-
nihil assidue fluat, et saepe non reflua!, putrescunt niajori ex parte aquac. Pari ita- rysmate itaque intcriorem lunicam.rumpi, extcriorem vero dilatai! verosimile est. In
que, ani certe non multum dissimili radono, impulris in Aneurysmate diu permanet hoc autem viro, etsi ambo tunicae scalpello perforatae essent, exterior tamen, quia
sanguis, quia ob naturalcm arteriae pulsalionem a causa praetcrnaturali sine dubio tenuis, et carni atque venis proxima , mox iterimi coaluisse mihi videtur; interior
auetam, et ob spmtuosam sanguinis arteriosi conditionem, arteriae foramine illius in- autem , cum propter motum vehementem, et continuum , nec non duritiam simul claudi
gressum, et egressum minime recusante, fluit assidue, et refluit in hoc tumore san- non potest, sanguis paulatim per eam in exteriorem lunicam influebat, eamque ex-
giis. Addo et euro qui tumore affici tur , vana quadara evanescenti» per eompressionem tendebat.
tumoris deiectatione allicitum, saepius illuni comprimere, huic([ue effluxum sanguinem
cimi nou effluxo misceli, et qui semel exiliit alias iutus permanere. « loc. cit.
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di quello che produce il sangue evasalo sotto ìa cute nel tessuto quale il sangue si era conservato per lungo tempo esente da pn-
cellularc che circonda l'arteria offesa ? M. A. Severino (q) guidato trefazione, pure la teoria di Fernelio fu ricevuta da molti come
dalla osservazione, e dalla sperienza in Chirurgia fu talmente persuaso una verità di fatto , e , ciò che più è, essa è riguardata come tale
che gli esterni Aneurismi derivassero tutti da rottura, o da ferita anche al giorno d'oggi dalla pluralità dei Medici ; e dei Chirurgi,
dell'arteria, e conseguentemente che non fossero fatti che da sangue Tralascio di qui riferire la lunga serie dei fautori di questa opi-
effuso nel tessuto cellulare subcutaneo, che trovò opportuno di ri- nione, c mi restringo soltanto a far menzione del Foresto (t) per
portare la storia di questa infermità al capo de abscessibus sangui- la singolarità della cosa . Imperciocché , mentre guest' Autore fece
Jluis . Lo stesso Selvatico, peritissimo Medico, e versatissimo nella ogni sforzo di ragionamento per sostenere, che l'interno spontaneo
lettura degli antichi Greci, ed Arabi Medici, conferma la stessa cosa Aneurisma si fa per dilatazione, e distensione delle tonache della
relativamente all'opinione che l'antichità aveva intorno alla natura, arteria, addusse egli in prova di ciò un'osservazione, che è la sola
ed essenza dc\Y esterno Aneurisma. Imperciocché egli scrisse: est di questo genere in tutte le sue Opere, dalla quale risulta preci-
Aneurysma tumor a sanguine calidissirno } tenui, vaporosocpie ex samente il contrario, cioè che F Aneurisma , di cui egli parlò era
arteria sub cutem effuso productus . Arteriae divisione™, quomodocurn- stato fatto non da dilatazione , ma da rottura delle tonache della
que factam suae generationis occasionem esse dicendum est. Ejjlucre arteria, e conseguentemente da effusione di sangue arterioso nel
autem ex arteriis sanguinem , vel per anastomosim, hoc est apertis decomposto tessuto cellulare.
vasis osculis ; vel per diepaedesim , idest rarefactis ejus tunicis ; vel
per diaeresim, idest ruptis} vel exaesis illis . §, 9.
§. 8. Non così il Sennerto (u) , iì quale guidato da solide cognizioni
anatomiche , e da matura riflessione sui fenomeni che precedono, ed
Fernelio , per quanto io so, fu il primo, cui venne in pensiero accompagnano Y esterno non meno che Y interno Aneurisma, dissentì
di divulgare la teoria della dilatazione delle tonache delle arterie ? dal Fernelio , e si mostrò inclinato a credere , che la cagione pros-
comc causa prossima degF Aneurismi , specialmente interni, ossia di sima, degF interni Aneurismi consistesse non nella dilatazione , ma
quelli della curvatura, e del tronco dell'Aorta, occasionati da interne nella rottura delle membrane interne, e proprie dell'arteria, rima-
non manifeste cagioni . Opinò (r) egli, che Y interno spontaneo Aneu- nendo intatta l'esterna membrana, ossia la cellulosa esterna della
risma consisteva in una morbosa distensione delle tonache tutte del- arteria ; la quale esterna cellulosa sollevata , e distesa dal sangue ar-
l'arteria, presso poco come si osserva accadere nelle tonache delle terioso evasalo vi formasse in fine il sacco Aneurismatico. Diceva
vene in occasione di Varice. Taluno non versato nella storia della egli, siccome nell'Aneurisma che si fa in seguito della puntura dcl-
Mcdicina crederà forse che Fernelio si sia indotto a pubblicare la l'arteria nella piegatura del braccio, la tonaca esterna cellulosa, molle,
nuova sua teoria, e del tutto diversa da quella dei Greci, ed Arabi flessibile dell'arteria, si rimargina, mentre l'intima tonaca dell'arte-
Medici, idi conseguenza di replicate ricerche sui cadaveri, e d'esatti ria stessa, dura, rigida, non si cicatrizza punto, e rimane aperta nel
confronti sulla natura delle tonache proprie dell' arteria, e di quelle luogo della ferita 5 così , ogni qual volta per urto grande del cuore
che costituiscono il sacco Aneurismatico ; ma, se egli vorrà essere pie- l'anzidetta tonaca interna dell'arteria si rompe, l'esterna membrana
namente informato su di ciò , troverà, che la teoria di Fernelio , della medesima arteria , siccome molle , e facilmente distcnsibile
lungi dall'essere stata il prodotto dell'osservazione sui cadaveri , non vien sollevata dal sangue arterioso effuso, e quindi a poco a poco
fu che il risultato della sua immaginazione, e di una ipotisi, ch'egli convertita in sacco Aneurismatico . Su di che pare che Sennerto ab-
trasse da una falsa congiettura ; cioè che il sangue arterioso evasalo bia tratto dei lumi dalle Opere di F. d' II»ano (v). Imperciocché
si convertirebbe tosto in una massa putredinosa , qualora non fossero questo celebre Pratico aveva già esposto , presso poco nei medesimi
le tonache proprie dell' arteria quelle che formassero il sacco Aneu- termini, la sua opinione intorno alla maniera colla quale si forma
rismatico; e che inoltre il sangue arterioso non formerebbe mai l'Aneurisma della piegatura del braccio in conseguenza di puntura
un tumore pulsante, ogni qual volta il tumore non fosse circonscritto fatta colla lancetta alf arteria Brachiale . 11 Sennerto fece un passo
e formato dalle tonache proprie dell'arteria dilatata. Questi due in- più oltre, applicando la medesima teoria alla spiegazione dell' interno
concludenti motivi furono le basi della teoria di Fernelio, i quali spontaneo Aneurisma, indipendentemente da ferita, o altra esterna
motivi, benché fossero in appresso confutati dal Selvatico (s), e violenza fatta ai tronchi principali delle grandi arterie. Tanto I'Ilda-
quantunque , credo, ai tempi di Fernelio non vi fosse un solo no, che il Sennerto poi opinarono, che ogni qual volta il sangue
rinomato Chirurgo , al quale non fosse accaduto più d' una volta arterioso , rotta oltre l'interna anco V esterna membrana dell' arteria #
d'osservare l'Aneurisma della piegatura del braccio occasionato da si spargesse assai all'intorno del luogo della rottura, il tumore che
ferita di lancetta, e conscguentemente da effusione di sangue arte- ne risulterebbe non sarebbe né circonscritLo, e rilevato, né pulsante;
terioso nel circomposto tessuto cellulare, il quale Aneurisma per ina che in simili circostanze l'evasalo sangue si corromperebbe, ed
effusione era nonpertanto circonscritto, e pulsava, e per entro dei occasionerebbe infiammazione, e gangrcna nelle parti vicine; su di
(q) De ìiov. observ. abses. Gap. VII. (t) Oper. med.
(1) Opera omn. De extern, corp. affect. Lib. VII. Cap. III. (u) Oper. omo. T. V. Lib. V. Part. 1 Cap. /p. Atque ita proxiraa causa Ancury-
(s) Quacsiiu clignum raulus visum est, cur in Aneurysmalc cffluxus ex arteria ad smaiis est arteriae tunicae internae aperitio, exlerioris vero dilatatici. Apcritur autem
cutem sanguis et impulris , et immutatus longo satis tempore scrvetur. Sane vero ini- frequentissime seetione , dura imperiti Chirurgi prò vena arteriam , vel cum vena arle-
putrem multo lemporis spatio cum servati certuni est, quando gangraena, sphacelus, naia perforant. ld enim si fit, extern a tunica facilius, utpole mollior , et venarum
syderatio, affecluumve sanguinem putresccntem coniilantium aliquis, nisi longo tempore tunicis cognata, coalescitj intimior vero durior aperta manct; unde per foramen san-
iniercedcnte Aneurysmati accedat. lllud sanguini buie ex arteria ad. cutem effluxo ève- g»is , et spirilus vitali» erompere conalur , atque ita externam lunicam distendit, et
nire innotuit, quod lacustri aquac in ipsìus lacus alveo imputri permanenti, quam- hoc tumoris genus effìcit. Idem accidcre potest, sia vehementi sanguinis arteriosi im-
quam non fluat , sed persistat. ld propterea fieri philosophorum multi dixerunt, quia petu, vel causa externa violenta, nimiaque arteriae distensione, interna tunica arteriae
q'iac assiduo ab ipso Jacu educitur aqua, vel a terree rivi», vel a sole assidue cbibi- rumpitnr , externa, quae ad extensionem magia apta est, salva, et incolumi,
tur, et a flamine, fonte , marive Jacum produccnte assidue, et multo cum faenore (v) Oper. omn. Centur. III. Obs. 44. Duplici tunica arteriam donatam esse Gai.otus
resarcitur, et ad illuni transmittitur, ut hxàc motum qnemdam aquac secretiorem cor- testatur, quarum exterior tenuis, et mollis ex rectis et obliquis fìbris contexta- inte-
rnptioncm impedientem colligcre liceatj sedia ac pabulibns cvenial, in quibns cum rior altera fere, eodem Galeno monente , quintuplo durior, et densior est. In Ancu-
nihil assidue fluat, et saepe non reflua!, putrescunt niajori ex parte aquac. Pari ita- rysmate itaque intcriorem lunicam.rumpi, extcriorem vero dilatai! verosimile est. In
que, ani certe non multum dissimili radono, impulris in Aneurysmate diu permanet hoc autem viro, etsi ambo tunicae scalpello perforatae essent, exterior tamen, quia
sanguis, quia ob naturalcm arteriae pulsalionem a causa praetcrnaturali sine dubio tenuis, et carni atque venis proxima , mox iterimi coaluisse mihi videtur; interior
auetam, et ob spmtuosam sanguinis arteriosi conditionem, arteriae foramine illius in- autem , cum propter motum vehementem, et continuum , nec non duritiam simul claudi
gressum, et egressum minime recusante, fluit assidue, et refluit in hoc tumore san- non potest, sanguis paulatim per eam in exteriorem lunicam influebat, eamque ex-
giis. Addo et euro qui tumore affici tur , vana quadara evanescenti» per eompressionem tendebat.
tumoris deiectatione allicitum, saepius illuni comprimere, huic([ue effluxum sanguinem
cimi nou effluxo misceli, et qui semel exiliit alias iutus permanere. « loc. cit.
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