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Schlosser, Julius von
Sull'antica storiografia italiana dell'arte — Palermo, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.14062#0122
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peva quanto doveva alla sua educazione te'
desca. Per molto tempo gl'Italiani, come
per la Storia e la Filologia, si sono per la Sto'
ria dell'arte fatti allievi dei tedeschi, che li
hanno ripagati ad usura di ciò che da se'
coli avevano preso in prestito da loro. Che
essi si siano finalmente ricordati di se stessi
è opera del grande pensatore e ricercatore
napoletano che ha mostrata la via del'
l'avvenire così alla teoria che alla prassi
della storia dell'arte, anche lui fin dal
principio intimamente legato alla vita spi'
rituale tedesca, Benedetto Croce (i).

(i) Mi permetto qui di rimandare alla traduzione te-
desca, colla quale ho tentato di rendere accessibile agli sto-
rici tedeschi dell'arte figurativa i Saggi del Croce, anche se
ciò sia stata una « vox clamantis in deserto » : Zur Theo-
rie un Kritik der Geschichte der bildenden Kunst » in
Wiener Jahrbuch fiir Kunstgeschichte, voi. IV (1926), pagg.
1 e segg. Il Croce stesso ha brevemente e acutamente ab-
bozzata nella sua « Storia della Storiografia italiana del secolo
decimonono » (Bari, Laterza, 1921) II, pagg. 77-78, la sto-
riografia italiana dell'arte della prima metà dell'Ottocento
(dalla reazione al Lanzi fino a Pietro Selvatico, oggi molto
a torto dimenticato).
 
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