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sera grandi circitér Unum digitimi caesastruatur (1); e se nel passo so-
praccitato ammonisce, che gli angoli di questi quadrelli non siano ri-
salienti, ma piani; e perciò suppone che la loro figura appaia qua-
drata all'occhio, è impossibile confonderli coi quadrellucci de' veri
musaici, i quali destinati a comporre altre figure, non debbono mo-
strare all'occhio la figura propria. Palladio inoltre parlando anch'es-
so di pavimenti insegnò quanto segue (2). Aestivae mansiones... testa-
ceum accipiant pavimentimi, vel marmar a, vel tesseras, aut scutulas, qui-
bus aeguale reddatur angulis lateribusque coniunctis. Distingue adunque
ancor esso le tesserae dalle scutulae; e noi noteremo altro equivoco
in cui si cade, confondendo in Vitruvio scutulum con scutula, cioè scu-
detto con verga (3), e quel che è peggio le tessere con queste verghe
(i) Lib. VII, e. i, §. 18 e si ripete anche in fine dello stesso paragra-
fo ex tessera grandi. Noto inoltre che l'opus tessellatum, di cui favellano Vi-
truvio e Svetonio, era parimenti chiamato opus quadratarìum, come si ha in
una antica iscrizione recata dallo Spon ( Mise. pag. 4° )•
OPVS . QVADRATARIVM
AVGVRIVS . GATVLLINVS
VRSAR . D . S . F . D.
Grandi erano forse anche le tessellae, di cui parla Seneca VI Qiiaest. Nat.
3a. Vidisse se affirmabat in balneo tessellas, quibus solum erat stratum, al-
terata ab altera separati, iterumque committi. Ed è certo poi che da Leone
Ostiense l'arte musivaria è chiaramente distinta dalla quadratarìa, quanto i mu-
sivarii sono distinti dai tessellata nel codice teodosiàno. Le parole di Leone
sono queste ( Lib. Ili e. 29 ) Artifices destinai peritos in arte muse ari A
et quadratarìa, ex quibus videlicet olii apsidatn, arcum, atque vestibulum
maioris basilicae musivo comerent; olii vero totius ecclesiae pavimentum
diversorum lapidum varietate consternerent.
(2) I, 9 in fine. Chiunque vorrà confrontare Vitruvio con Palladio, ve-
drà che questi ripete i precetti di Vitruvio, e che scutulis, cambiato caso, è
reso scutulas da Palladio. È dunque falso che scutulis in Vitruvio derivi da
scutulum.
(3) La greca voce <7xut«X>j verga, bastone, riga, striscia di cuoio, scudi-
scio e simili presso gli antichi lessicografi ( veggansi gl'interpreti d'Esichio v.
owixóàsu ) passò nella lingua latina sotto tre forme diverse, cioè di scutula,
sera grandi circitér Unum digitimi caesastruatur (1); e se nel passo so-
praccitato ammonisce, che gli angoli di questi quadrelli non siano ri-
salienti, ma piani; e perciò suppone che la loro figura appaia qua-
drata all'occhio, è impossibile confonderli coi quadrellucci de' veri
musaici, i quali destinati a comporre altre figure, non debbono mo-
strare all'occhio la figura propria. Palladio inoltre parlando anch'es-
so di pavimenti insegnò quanto segue (2). Aestivae mansiones... testa-
ceum accipiant pavimentimi, vel marmar a, vel tesseras, aut scutulas, qui-
bus aeguale reddatur angulis lateribusque coniunctis. Distingue adunque
ancor esso le tesserae dalle scutulae; e noi noteremo altro equivoco
in cui si cade, confondendo in Vitruvio scutulum con scutula, cioè scu-
detto con verga (3), e quel che è peggio le tessere con queste verghe
(i) Lib. VII, e. i, §. 18 e si ripete anche in fine dello stesso paragra-
fo ex tessera grandi. Noto inoltre che l'opus tessellatum, di cui favellano Vi-
truvio e Svetonio, era parimenti chiamato opus quadratarìum, come si ha in
una antica iscrizione recata dallo Spon ( Mise. pag. 4° )•
OPVS . QVADRATARIVM
AVGVRIVS . GATVLLINVS
VRSAR . D . S . F . D.
Grandi erano forse anche le tessellae, di cui parla Seneca VI Qiiaest. Nat.
3a. Vidisse se affirmabat in balneo tessellas, quibus solum erat stratum, al-
terata ab altera separati, iterumque committi. Ed è certo poi che da Leone
Ostiense l'arte musivaria è chiaramente distinta dalla quadratarìa, quanto i mu-
sivarii sono distinti dai tessellata nel codice teodosiàno. Le parole di Leone
sono queste ( Lib. Ili e. 29 ) Artifices destinai peritos in arte muse ari A
et quadratarìa, ex quibus videlicet olii apsidatn, arcum, atque vestibulum
maioris basilicae musivo comerent; olii vero totius ecclesiae pavimentum
diversorum lapidum varietate consternerent.
(2) I, 9 in fine. Chiunque vorrà confrontare Vitruvio con Palladio, ve-
drà che questi ripete i precetti di Vitruvio, e che scutulis, cambiato caso, è
reso scutulas da Palladio. È dunque falso che scutulis in Vitruvio derivi da
scutulum.
(3) La greca voce <7xut«X>j verga, bastone, riga, striscia di cuoio, scudi-
scio e simili presso gli antichi lessicografi ( veggansi gl'interpreti d'Esichio v.
owixóàsu ) passò nella lingua latina sotto tre forme diverse, cioè di scutula,