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Serlio, Sebastiano
Il Terzo Libro Di Sabastiano Serlio Bolognese, Nel Qval Si Figvrano, E Descrivono Le Antiqvita Di Roma, E Le Altre Che Sono In Italia, E Fvori De Italia — Venetia, 1544

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https://doi.org/10.11588/diglit.1691#0155
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aericele si cerne in itila con unico uckre, e pari Icnctelauea gouetnato
l’Egitto, cesi dpo la morte laglmia d’unsclfipdci c fi sise comune a tutti.
onde si sfittarono disperar l’opere de i Re passuti, era con tanta si} si,
e tal magnificenza quefìamcle laucrata -, eie st prima de la lord si ordia
fisse fiata compiuta, haueriadigran lunga per la eccellenza dcì’operasus
peratoglì altri regali monumenti. Le qual tutte coscsiacno IJ cjc lietamente
inutili, benché merauigliose, ne mai da me tal cosie faranno lodate, cjfcna
do uane , e dannofe. M<t sirà da me ciascuno eibornato a fihricar rasie,
patasfi, e sìntili edifìci per l’uso deglihuomini, con quelle ferme, et ora
namenti, che si conuienc : perche nel uerola commodita , e labellessa
degli edifìci è di utile e di contento agli ^abitanti, di laude, & ornamene
to a le città, e di piacere, e diletto a quelli che li mirano. ma ben fi< dea
gna digran lode, e molto utile il gran lago chesicefire il Re Mirò per bea
nefìcio del’Egitto ,

L I B R O T E R 2 O. clv
quali, per compirla ui fletterò quasi uentanni. li danarisiefì in cduoli,& to, ordinarono per decreto degli si.fise edificata una comune scpoltura,
herbe perpaseer detti operarq fumo mille e sri cento talcti,perche queflofii
il lor cibo . Eu d coditor de la secóda piramide Cabreo Re d’Fgitto. loquaa
le era sui modo, e materia de la prima, ma no di tanta grand e^a '.perche
per ciascun de i lati no si fiendeuapiu d’un fladic, e solamcte da una para
te era l'adito,c la porta sina. Micerino, ilqualc anchorsu dietro Chetino do*
po Cabreo regnò in Egitto » da cofluifu cominciata la tergapiramide ; ma
non fornì l'opera: perche morte ui s’mterpose ilaquale era ne la sua basie
per ciascun de lati tre giugeri 5 che fanno braccia, cccclxxx. et erauisiorita
tosiufo ucrsio tramontana il nome del’autore MICERINVS. Oltra quea
fle tre piramidi uc ne simo altre tre d’una mcdsimasiorte, esiula sirtessa
de le prime, fiori che di grande'ssa: percioche ciascun de i lati non passàa
ua dui giugeri,che siono braccia trecento uenti .laprima si di Armeo.la
seconda fi di Amasio . la ter\a di Masio tutti Re di Egitto , Topo Sdhrco
Re d’Egitto li dodicigouernatori del regno ,hauendo per anni quindici,
con unito animo,d’accordo infìeme con po/satty regia amminiflrato lo siat
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A LI LETTORI.

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1D romanzi dies ™so fa sempre di non tenere aseoso quel picciol talento , che mi ha concesìo la tonta di
a hetifiCÌ0 di tUttl iranno partecipare di quesie mie fatiche. E per
ma onde proceda eh °t ^arc^tattlira 7 promettendoti ditti sez libri in breue tempo ♦
non è a me «mesiti di atr^laJli^fd”lsiaJtha 5
ta impresia,carico certamente * ™ m0 110 ere non e mancato+ Ma per non disformi da la cominciai
ceseo , come per la pisìol^n-^^^ “ de mle pinole for^ticors per aiuto al magnanimo Re Fran
aiuto : óndesotto’lfauor d l ^rtnCIr^° & dUefa ^ro si può comprendere + esua Maesfo mi diede certa fyeran%a,di
ri quesiìo uolume + ma se li yOmyUO }&a ^enefaio coloro}che d’architettura si dilettano-, deliberai di metterfuo^
mala sorte ì che io ho c FP ’ J'aranno far^ a venire i» soce 5 non fa data a me questa colpa, ma ala
le volte cagione i minilìri rl.nCl^)^^ldlfaenfano lor profonde ricche^, come sslte di ciò ne sono il piu de
Ioni del tuo Sionore a eh' 1^° * l°era^famo Mecenate uiua il tl:o nome in eterno 5 poi che tu col disensiare i
feso di hauerfatto torto a\ l n°We ete™°' douesono loraèli imit^ori tuoi / io ueramente con'c
te jpur ne ho hauut °f *!lUe.stigranfye merauigliosiì edifici ,per non gli hauer potuti uedere persionalmen'/
re}o ne leforme ^^orm(ltione ^uomini eSertifimi in tal dottrina. Il perchese in qualche luogo trouasse erra
lato, e fatto giudici e^Ure ’ nonPa imputato a me questo difetto, ma a chi n’e cagione, ese ho audacemente pare-
puro imitatore de buon^ tM-0 Ce^rate ’ionon come giudice, 0 riprenditore -, ma come
uolendofseruire de T” r 1“™* mÌ°sicuramente > perf^ne allertiti quelli, che non sianno : accioche
centiose . Ma se al '■ ant^e\saPPianofare elettione del perfetto, e bene inteso, abbandonar le cose troppo li
uio , mi uolesienure^0^ ^Ua^to de rl^ne de e^lsicl Romani -, che innamorato de ld sialde^a di Vitru^
e de le salde dottine 71^° ^a[mare ’ piglieranno le arme per la difesia mia huomini di quesia età pieni digiudicio,
uetistìmo riprendilo'de leTrT de Varrchjtetturai tra Risarà in Venetia il Magnifico Gabriel Vendraminisie^
patria miailCaualie R r lCent^0Je*^*^arcantoni0 Michieleconsiumatifiimo ne le antichità} et in Bolagna
I 9U-H con la M* Alefìniro Manolo,c Cefare Cesaceano LoMo.ér aitò,
^0, e bclmsatclhpofoniigss'^ laesterien^ mi ifn^nno.OValeno Porcaro R or,
<hepes 1- 1lnay r 1 -i on°sictton d’ognisecreto del gran maefiro degli Architetti, io mi rendo certo
Tranc^f, « mia ifefa,sisarì chi mi rif renda , 't si ^sii ristori fa sasiero in
diRode. a.°siU ' s , ^alo eruditijìimo Monsignor Baifa,dalmolloinlendenie Monfignor
seitore di quej^ Imo onfgnor di Mompolieri, esiopra tutti dal gran R e loro ,emioperfettis imo cono
ùio, 0 a me il q^i °m ra^°'a metter^Sauenfo a chiuolese contrariare a le uere dottrine del gran V itrut
cano difare cheii °ènlm^0fotere ^posso afieguitarlo, il quale conforto a sare il medefimo tutti coloro, che cerc>
> '»r0 edfiasanoni di e f

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