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Serradifalco, Domenico LoFaso Pietrasanta di
Le antichità della Sicilia (Band 1) — Palermo, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.3399#0043
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Olimp. xeni.

a. G. C. 418.

(34)

orribile strage. Ma era ornai presso a compiersi il destino dell' in-
felice Imera, e la circostanza medesima, che recarle doveva salute,
fu cagione della sua perdita. Perciocché essendo comparse in quei
mari, reduci da Sparta, alcune navi siracusane , si sparse voce
che le forze tutte di Siracusa venissero al soccorso della città as-
sediata , e siccome in quel mezzo erasi divulgato che Annibale
movesse già da Mozia contro Siracusa, così Diocle, stimando la
patria in pericolo , abbandonati gli amici e lasciati i compagni
insepolti, corse rapidamente a soccorrerla.

Laonde la misera Imera rimasta priva di tanto sussidio, e quasi
vuota di difensori, cadde il nono giorno in potere di Annibale,
che disfogando l'antico odio, distrutte le mura ed atterrati i tempi
e le case, sacrificava, orrrendo olocausto! tre mila prigionieri a'
mani dell' estinto suo avolo. E quindi compiuta 1' impresa , ca-
rico di bottino, a Cartagine trionfante tornava (192).

Le infauste nuove di Selinunte e d' Imera giungeano ad Er-
mocrate nello Ellesponto, ove presso Farnabazo suo amico, dapoi-
chè fu bandito da Siracusa, erasi ricovrato. Né comportando il ge-
neroso di vedere la patria pericolante , prodigo della sua pace ,
correva in Messana, ove assoldati mille Imeresi, offeriva se stesso
e 1' opera sua a' Siracusani, che consigliati da Diocle , la ricusa-
vano. Però recatosi in Selinunte, richiamava ad abitarla gli anti-
chi cittadini, e riuniti 6 mila avventurieri, davasi a scorrazzare
il paese soggetto agli Affricani, spingendosi al di là di Mozia e di
Panormo, sin che giunto in Imera, raccolte per quei campi le ossa
degli infelici suoi concittadini, inviavale in Siracusa onde avesse-
ro onore e sepolcro: bellissimo esempio di carità di patria , che
mosse i Siracusani a punire col bando 1' empietà di Diocle.
1 L' esilio del suo acerbo rivale fé risorgere in Ermocrate la spe-
ranza di tornare alla patria. Laonde forte di tre mila soldati, pre-
sentavasi innanzi Siracusa e, da' suoi amici introdotto in Aerodina,
assaliva improvvisamente la città , ma pervenuto alla piazza, so-
praffatto da' cittadini , miseramente periva. Così venne la Sicilia
privata di uno de' suoi più valorosi campioni, il quale, benché non
esente della taccia di aspirare alla tirannide, era pure colui che in
tanta strettezza di tempi, salvarla potesse dalla prepotenza affrica-
na (193).

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