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Continuava per due giorni l'infame massacro, né i sacri tempi
andavano esenti dalla soldatesca licenza, quando cessata la strage
riunivasi il popolo a parlamento, e parte di buona voglia, parte
dalla forza costretti, gridavano Agatocle unico e supremo coman-
dante della repubblica. Ond' egli, avuto il comando supremo e™'™pc c^v-4
cambiato costume, pose ogni studio a cattivarsi l'affetto de' cit-
tadini, mostrandosi verso tutti mansueto e benevolo , ricusando
il diadema, e le guardie particolari che della sua persona tenessero
la custodia. Quindi forte dell' amore de' Siracusani , e raccolte
numerose truppe, spendeva i primi due anni del suo governo as-oiim.cxvi.1,2
salendo le vicine città, senza risparmiare quelle medesime, che a'
Cartaginesi suoi alleati andavan soggette. Messana respingeva gli
assalitori; Mile ed un castello vicino venivano in sua potestà, ed
assai oltre avrebbero trascorso le sue armi se i Cartaginesi non
si fossero mediali, e non avessero la pace rinnovellata (25g). Frat-
tanto Sosistrato e i fuorusciti siracusani stanziati in Àgragante ,oiimp. cxvr. 3
andavano sollecitando le città, onde reprimere la potenza sempre
crescente di Agatocle. E già gli Agragantini, collegati coi Geloi e
co' Messeni, manifestavansi apertamente contro il signore di Si-
racusa, ponendosi sconsigliatamente sotto il governo dello Spar-
tano Acrotato, figliuolo del re Cleomene, giovine di perduti co-
stumi.
Breve durata ebbe però questa mossa di guerra, imperciocché
la morte di Sosistrato ucciso a tradimento da Acrotato, e la fuga
di questo che per la sua prava condotta era venuto in odio agli
Agragantini, furon cagione che ben tosto si rinnovassero gli ac-
cordi. Convennesi dunque, che, fra le città greche della Sicilia,
restassero in potere degli Affricani Eraclea, Selinunte ed Imera,
e le altre tutte vivessero delle, proprie leggi sotto l'impero dioiimp.cxvi.4
Sr 1 \ a. G. C. 3i3.
iracusa (240).
Non valse però la pace a frenare le mire ambiziose di Agato-
cle, che anzi di questa giovandosi, obbligava i Messeni a cacciare
Dinocrate e i fuorusciti , e poscia , snidatili da Centuripe e da
Galaria, molestava il paese soggetto agli Affricani. Però questi ap-
parecchiavansi nuovamente alla guerra, occupando al di là del-
l' Imera il colle Ecnomo nel territorio de' Geloi (241). Così tra-
scorreva quell'anno, ma nel seguente Agatocle, fatto pria sicuro
Anlich. della Sic. Voi. 1. i3
Continuava per due giorni l'infame massacro, né i sacri tempi
andavano esenti dalla soldatesca licenza, quando cessata la strage
riunivasi il popolo a parlamento, e parte di buona voglia, parte
dalla forza costretti, gridavano Agatocle unico e supremo coman-
dante della repubblica. Ond' egli, avuto il comando supremo e™'™pc c^v-4
cambiato costume, pose ogni studio a cattivarsi l'affetto de' cit-
tadini, mostrandosi verso tutti mansueto e benevolo , ricusando
il diadema, e le guardie particolari che della sua persona tenessero
la custodia. Quindi forte dell' amore de' Siracusani , e raccolte
numerose truppe, spendeva i primi due anni del suo governo as-oiim.cxvi.1,2
salendo le vicine città, senza risparmiare quelle medesime, che a'
Cartaginesi suoi alleati andavan soggette. Messana respingeva gli
assalitori; Mile ed un castello vicino venivano in sua potestà, ed
assai oltre avrebbero trascorso le sue armi se i Cartaginesi non
si fossero mediali, e non avessero la pace rinnovellata (25g). Frat-
tanto Sosistrato e i fuorusciti siracusani stanziati in Àgragante ,oiimp. cxvr. 3
andavano sollecitando le città, onde reprimere la potenza sempre
crescente di Agatocle. E già gli Agragantini, collegati coi Geloi e
co' Messeni, manifestavansi apertamente contro il signore di Si-
racusa, ponendosi sconsigliatamente sotto il governo dello Spar-
tano Acrotato, figliuolo del re Cleomene, giovine di perduti co-
stumi.
Breve durata ebbe però questa mossa di guerra, imperciocché
la morte di Sosistrato ucciso a tradimento da Acrotato, e la fuga
di questo che per la sua prava condotta era venuto in odio agli
Agragantini, furon cagione che ben tosto si rinnovassero gli ac-
cordi. Convennesi dunque, che, fra le città greche della Sicilia,
restassero in potere degli Affricani Eraclea, Selinunte ed Imera,
e le altre tutte vivessero delle, proprie leggi sotto l'impero dioiimp.cxvi.4
Sr 1 \ a. G. C. 3i3.
iracusa (240).
Non valse però la pace a frenare le mire ambiziose di Agato-
cle, che anzi di questa giovandosi, obbligava i Messeni a cacciare
Dinocrate e i fuorusciti , e poscia , snidatili da Centuripe e da
Galaria, molestava il paese soggetto agli Affricani. Però questi ap-
parecchiavansi nuovamente alla guerra, occupando al di là del-
l' Imera il colle Ecnomo nel territorio de' Geloi (241). Così tra-
scorreva quell'anno, ma nel seguente Agatocle, fatto pria sicuro
Anlich. della Sic. Voi. 1. i3