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Serradifalco, Domenico LoFaso Pietrasanta di
Le antichità della Sicilia (Band 1) — Palermo, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.3399#0093
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NOTE

(i) Thucyd. VI, e. 2.
Diod. V, e. 2.
Dion. Halycarnass. I. e. 22.
Plin. Hist. Nat. Ili, e. 8.

(2) Diod. III. e. 60.

(3) Pind. Od. I. Pijth.
Hygin. f. i52.

(i) Diod. e. 3, e 4,.

(5) Diod. V, e. 3.

(6) Odyss. XII, v. 269.

(7) Macrob. V, e. 19.

(8) Diod. IV, e. 84"

(9) Hcsiod. Teog.

(io) Diod. IV, e. 83.
Strab. VI, p. 3g3.
yElian. Far. I. e. i5.

(11) Horaer. Odyss. IX, 3S7.

Theocrit. /r/y/. XI.

Thucyd. VI, e. 2.

Strab. I, p. 3i.
Per le ricerche fatte dagli eruditi, si è giunto
a distinguere i Ciclopi favolosi dagli storici. Gli
scrittori di maggior grido, fra i quali Bocltiger,
Pctit-Radel, Raoul-Rochctte, si avvisano, che le
colonie Arabo-Fenicie, movendo dall' Egitto e
dalla Libia, sien venute presso i Pclasgi, i (pali
prima di stendersi nella Grecia, avevan dato al-
l'Argolide e all'Arcadia il nome di Pelasgia, e
che quivi, designati col nome di Ciclopi, recate
avessero molte utili cognizioni adatte a miglio-
rare la vita civile, siccome il modo di edificare
in pietra, le mura di Tirinto, di Micene, e di Nau-
plia innalzando (Paus. II, e VII), e l'arte di fab-
bricare il ferro-di che Vulcano, antichissima di-
vinità dell'Egitto, teueasi per inventore. E l'in-
gegnosissimo Hirt [Geschiehte dar Baukunst

tom. 1. 198.) è di avviso aver eglino riportato
un tal nome nella Grecia, da quella lucerna,
che, a similitudine degli Egiziani (Agatarchid.
apud Fot. cod. CCLI.) legavasi nella fronte
onde rischiarare 1' oscurità delle miniere nelle
quali lavoravano, quasiché forniti fossero di un
occhio circolare in su la fronte.

Allorquando, verso l'anno 154.2 innanzi l'era
volgare, i Ciclopi ed i Pelasgi furon cacciati da
Deucalione, ricovraronsi nell'Epiro, da dove co-
minciando ad emigrare in più colonie, ersero
nuove città nelle isole, e particolarmente nell'I-
talia, e benché non si ricavi dalla storia, che
taluni di costoro venissero allora ad abitare le
montagne della Sicilia, pure parci che di ciò
abbiasi argomento in Omero, il quale, come af-
ferma Strabone, tolse dalla storia la materia alle
sue finzioni. Imperciocché nella descrizione di
Polifemo e' ci ha conservata una memoria del-
l'esistenza dei Ciclopi nell'isola nostra, e coll'a-
verlo indicato per figliuol di Nettuno ci porge
non lieve argomento a credere, che non auto-
ctono, ma per mare venuto il poeta lo credesse.
E che gli antichi scrittori riguardassero i Ciclopi
come di origine greca, ne abbiamo una prova in
Euripide, il quale mettendo in iscena Ulisse che
al Ciclope racconta la guerra di Troja, fa dirgli
i> e tu ancora 0 Polifemo sei a parie di tanta
gloria, tu che abili una recondita regione di-
Grecia sotto la rupe dell'Etna che manda fuo-
co ». In guisa che, scevrata quanto si può la
favola dalla storia, sembra che i primi abitatori
della Sicilia riducansi a poche famiglie venute
dall'Epiro, le quali abitando spartite su' monti,
dal vario lor modo di vivere derivato avessero
diversa denominazione.

A rafforzare la congettura, che i primi abi-
tatori della Sicilia sieno venuti da terre Pelas-
giche, vaglian di molto i nomi quasi tutti greci,
che ricordano i luoghi più vetusti e più famosi
della nostra isola; imperciocché, siccome in og-
gi è comune sentenza fra i dotti, la lingua pe-
las°ica conservossi nel dialetto degli Eoli'.

Su questo argomento vedi Schoell Hist. de
la. litter. grec. tom. 1, pag. 8, n.° 2, e la bel-
lissima memoria del chiarissimo mio amico l'a-
 
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