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Serradifalco, Domenico LoFaso Pietrasanta di
Le antichità della Sicilia (Band 1) — Palermo, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.3399#0068
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(59)

Quattordici mila furono i morti, 80 galee vennero in potere del

vincitore, ed il rimanente del navilio de' Peni, preso da subita
paura, diedesi ad una fuga precipitosa (268).

Dopo quella inattesa vittoria, il consolo liberò Egesta dall' as-
sedio de' Cartaginesi, prese Macella , e compiuto il termine del
suo governo, tornò in Roma, ove del trionfo navale venne de-
bitamente onorato (269). Ma le discordie che alla di lui partenza
suscitaronsi fra le schiere romane e le ausiliarie , furon cagione
che questi ultimi postisi separatamente a campo tra Paropo (270)
e Terme, assalili da Amilcare perdettero 4 mila soldati.

Continuava la guerra ne' susseguenti due anni. La Sardegna°G.C*?5Qea5Ì
veniva in poter de' Romani ; ed i consoli Aulo Attilio , e Cajo
Sulpicio, tentavano invano di espugnare Panormo, ma recavano
in poter loro Ippana, Mitistrato, Camarilla, Enna ed altre città
soggette a' Cartaginesi: quindi si accinsero all'assedio di Lipari.
Aveva già mostrato Agatocle non potersi abbattere la potenza di
Cartagine senza spinger la guerra nell' istesso cuore dell'Affrica;
a ciò volsero dunque la mente i Romani, ed apparecchiata una
flotta di 55o quinqueremi con i4o mila combattenti, mandavano
i nuovi consoli Attilio Regolo e Lucio Manlio alla difficile impresa.
Né neghittosi eransi rimasti i Cartaginesi nelle difese, apparec-oiim.cxxxi.i

... ft . a G. C. a56.

chiando un navilio di 34o galee con i5o mila soldati.

La memorabile battaglia avvenuta ne' mari di Eraclea con la
peggio de' Cartaginesi, lo sbarco de' Romani nell'Affrica, le loro
vittorie, il richiamo di Manlio, e finalmente la disfatta, e la pri-
gionia di Regolo per opera dello Spartano Santippo, sono di certo
avvenimenti di altissima importanza , su i quali però non e' in-
tratterremo, perchè non pertinenti dirittamente alle cose della Si-
cilia. Diremo soltanto, che gli avanzi dell'armata Romana, assa-a. GnpG. 355. "
liti da fìerissima tempesta ne' mari di Camarilla, furon dell' in-
tutto distrutti, sì che di tanto armamento non rimasero che 80
galee , le quali riparatesi in Siracusa vennero accolte generosa-
mente da Cerone, finché giunsero a salvamento in Messana (271).
Per questo disastro rese sicure le cose dell'Affrica, i Cartaginesi
addoppiavano le loro forze in Sicilia.

Asdrubale con un esercito elettissimo e i4o elefanti giungeva in
Lilibeo , e Cartaio ripreso Agragante vi appiccava il fuoco e ne
 
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