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Serradifalco, Domenico LoFaso Pietrasanta di
Le antichità della Sicilia (Band 2) — Palermo, 1834

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https://doi.org/10.11588/diglit.3400#0037
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( 35 ) ■

Non v'ha chi ignori, come i semi dell'umana civiltà siansi,
pria che in altra parte, sviluppati nell'oriente, e come, fra gli
abitatori di queste regioni, gli Egiziani, popolo che in faccia alla
storia non fu mai né barbaro né bambino, debbon contarsi fra
i primi, che a coltivar le scienze e le arti si diedero (i/j.)- E
però da notare, che tutte le comuni discipline e segnatamente
le arti dapoichè pervennero nell'Egitto ad una certa perfezione,
si rimaser quivi stazionarie al par di quelle immense piramidi,
che l'edacità di tanti secoli non valse finora a rimuovere.

Stabilito una volta il tipo de'loro idoli (i5), gli artisti egiziani
costantemente il seguirono, in guisa eh'e'divenne l'oggetto esclu-
sivo della loro imitazione.

La legge ricordata da Platone, che proibiva agli artisti di al-
lontanarsi dal tipo prescritto, e per la quale egli ci assicura tutte
le opere, ivi fatte a'suoi tempi, esser del tutto simili a quelle,
che diecimila anni prima si eseguirono (16)5 la divisione delle
caste, per la quale ciascuno non pure era astretto a seguire il
mestiere del padre (17), ma che, abbassando gli artisti all'infima
classe del popolo (18), toglieva loro ogni idea di elevazione e
riduceali a meri artigiani meccanici; il rispetto religioso, che ser-
bavasi pe' cadaveri e che, la dissezione vietandone, privavagli
delle cognizioni notomiche, tanto necessarie alle arti del dise-
gno (19), e finalmente la cieca venerazione, in che essi tennero
quel tipo ieratico sanzionato dalla religione e dalla voce de'sa-
cerdoti (20), resero sì stazionaria l'arte nell'Egitto, che da'primi
Faraoni sino agli ultimi Tolomei, le opere tutte degli artisti egi-
ziani sembrarono coniate sullo stesso modello. Dal che derivò,
che la statuaria egiziana, anziché studiarsi d'imitar la natura onde
rappresentare il bello ed il sublime dell'arte, ebbe ad unico mo-
dello un tipo ieratico e convenzionale; e da ciò appunto avvenne
che ne' suoi simulacri mai espressa non videsi la vera conforma-
zione del corpo umano, né alcun segno di movimento e di vita,
seppur n'eccettui le figurazioni degli animali, ove gli artisti non
inceppati da tanti legami poterono, in certo modo, studiare e
tener dietro agli oggetti, che la natura loro offeriva (21).

Le proprietà generali dell'arte egiziana consiston dunque, come
fu notato sin dal tempo del Winckelmann, e i monumenti tot-
 
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