CANTO SETTIMO# 41
3*
suggì tutta la notte, e tutto il giorno
Errò senza consiglio e senza guida,
Non udendo o vedendo altro d’intorno
Che le lagrime sué, che le sue Arida»
Ma nell’ora che’l Sol dal carro adorno
Scioglie i corsierj, e in grembo al mar s’annida,
Giunse del bel Giordano alle chiare acque,
E scese in riva al fiume, e qui si giacque.
4-
Cibo non prende già, che de’ suoi mali
Solo si pasce, e sol di pianto ha sete :
Ma’l sonno, che de’ miseri mortali
E col suo dolce oblio posa e quiete»
Sopì co’ sensi i suoi dolori, e l’ali
Dispiegò sovra lei placide e chete:
Nè però cefia Amor, con varie forme,
La sua pace turbar mentre ella dorme*1
5-
Non si destò finche garrir gli augelli
Non sentì lieti e salutar gli albori,
E mormorare il fiume e gli arboscelsi,
E con l’onda scherzar l’aura e co’ fiori:
Apre i languidi lumi, e guarda quelli
Alberghi solitar j de’ pallori :
E parie voce udir, tra l’acqua e i rami,
Ch’ài sospiri ed al pianto la richiami.
3*
suggì tutta la notte, e tutto il giorno
Errò senza consiglio e senza guida,
Non udendo o vedendo altro d’intorno
Che le lagrime sué, che le sue Arida»
Ma nell’ora che’l Sol dal carro adorno
Scioglie i corsierj, e in grembo al mar s’annida,
Giunse del bel Giordano alle chiare acque,
E scese in riva al fiume, e qui si giacque.
4-
Cibo non prende già, che de’ suoi mali
Solo si pasce, e sol di pianto ha sete :
Ma’l sonno, che de’ miseri mortali
E col suo dolce oblio posa e quiete»
Sopì co’ sensi i suoi dolori, e l’ali
Dispiegò sovra lei placide e chete:
Nè però cefia Amor, con varie forme,
La sua pace turbar mentre ella dorme*1
5-
Non si destò finche garrir gli augelli
Non sentì lieti e salutar gli albori,
E mormorare il fiume e gli arboscelsi,
E con l’onda scherzar l’aura e co’ fiori:
Apre i languidi lumi, e guarda quelli
Alberghi solitar j de’ pallori :
E parie voce udir, tra l’acqua e i rami,
Ch’ài sospiri ed al pianto la richiami.