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uc

Perugino , lasciò in Firenze lode-
voli opere di stile, che se non af-
fatto moderno, vi si accosta però
moltissimo. Famosa è la sua sto-
ria del Martirio di S. Arcadio a
S. Lorenzo, fatta di piccole figure
piene di verità, e non prive di vita
e di movimento, e con maggiore
dovizia di vesti che non usava il
maestro. 11 Bachiacca viene pu-
re annoverato tra i migliori colo-
ritori di grottesche. Lavorò molto
di piccoli quadri assai gentili, dei
quali molti passarono in Inghil-
terra. e dal duca Cosimo venne ado-
perato nel far disegni e cartoni per
arazzi e per letti , che poi veni-
vano ricamati da suo fratello

UBERT1NI (Antonio), che per
attestato del Varchi fu uno de’ mi-
gliori ricamatori che fosse di quei
tempi in Firenze. Il Bachiacca ed
Antonio vissero fin oltre il i55o.

UCCELLO (Paolo), nato in
Firenze nel 1889, fu il primo che
in Toscana desse lume alla pro-
spettiva. Per riuscire in quest arte
studiò le matematiche sotto Gio-
vanni Manetti, e col soccorso di
questa scienza vi si dedicò con
tanto impegno, che trascurò affat-
to le altre parti della pittura : an-
zi in quasi tutte le sue opere si
vede che mirava alle cose della pro-
spettiva come ad oggetto princi-
pale e non accessorio. Dipingeva
perciò edificj e colonnati che in
poco campo fìngono vasto spazio,
e faceva scortare le figure in un
modo fino ai suoi tempi ignoto in
l’oscana. Fece ancora paesi assai
vaghi ricchi di alfieri , e di ani-
mali ritratti dal naturale ; e per-
chè dilettavasi in particolar modo
di.ritrarre uccelli, onde era solito
di averne molti in casa, ebbe poi
il soprannome di Uccello. Con fe-
lice ardimento fece figure colos-
sali di chiaro-scuro , quali sono il
ritratto di Giovanni Augusto a ca-
vallo nel duomo di Firenze , ed
alcuni giganti a Padova in casa
Vitali. Mori nel 147 2.

VE 3or

UCEDA (Giovanni) , fu uno
de’ più famosi frescanti che lavo-
rassero in Siviglia nel 16° secolo;
e nel r S9V dipinse per quella cat-
tedrale un monumento della Set-
timana Santa, che venne riguar-
dato per un capo d' opera in quel
genere.

-- Don Giovanni de , na-
to in Siviglia circa il 1700, fu al-
lievo di Domenico Martinez. Tra
le non molte opere di quest’ ar-
tefice, famosi sono due suoi quadri
rappresentanti fatti del profeta Elia,
che vennero circa il 1809 dal con-
vento de Carmelitani di Siviglia
trasportati all’ Alcazar. INon è pit-
tore corretto , ma di calda fanta-
sia e di pennello facile e libero,
che supera ogni difficoltà. iNon è
nota 1’ epoca della sua morte.

•--—■ Pietbo, nacque in Si-

viglia circa il 1670 , e studiò l’arte
sotto Valdes Leal. Se Pietro avesse
saputo dare nobiltà alle figure , co-
me sapeva dottamente fare la pro-
spettò a e vigorosamente colorire ,
sarebbe stato uno de’ migliori ar-
tefici dell’ età sua. Molti suoi qua-
dri conservansi nella cattedrale di
Siviglia , ma i più stimati sono i
quadri da cavalletto. Morì nel 1741.

UCEDA CASTRCVERDE
( Giovanni ) , uno de’ più rino-
mati allievi di Giovanni de las Roe-
las, nacque in Siviglia negli ulti-
mi anni del i<3° secolo. Un suo
magnifico quadro, fatto nel 1623,
conservasi in Siviglia. Rappresenta
una Sacra Famiglia di grandezza
naturale con il Padre Eterno nel
firmamento. Mobili sono le arie
dei volti , dignitose le attitudini,
ed il colorito si accosta a quello
de’ migliori veneti. In altre città
della Spagna trovansi opere di
quest’ artefice assai stimate. iNon è
conosciuta l’epoca della sua morte.

VEC( H1A ( Pietro della),
nacque in Venezia nel i6o5, e fu
scolaro di Alessandro Varotari ,
dalla di cui maniera si allontanò
 
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