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fu qualche tempo a Venezia nella
scuola di Tiziano. Pochissimi imi-
tarono così felicemente lo stile del
maggiore Vecellio, niuno dei Ve-
cell) conobbe meglio di Cesare la
prospettiva e 1’ architettura, on-
de in tutti i suoi quadri si vede
qualche bel fabbricato. Pubblicò la
famosa sua opera Degli abiti an-
tichi e moderni nel 1690, di cui
ne disegnò egli stesso le figure, e
poco dopo 1’ altra rarissima dei
merletti. Morì assai vecchio in prin-
cipio del 1600 , lasciando molte
opere in Pieve di Cadore , in Bel-
luno, in Lentiai, ec. Suo fratello
VECELLIO (Fabrizio), mori
assai giovane dopo aver fatte poche
cose che davano di lui grandi ®spe-
ranze. Un suo bel quadro allegorico
conservasi nel pubblico palazzo di
Pieve di Cadore.
——-—■ Tommaso , figliuolo di
Gì ’aziano di Cadore, nacque poco
dopo il 1670 , e fu scolaro di
Marco Vecellio suo cugino. Morì
giovanetto, non lasciando che un
bel quadro con mezze figure di
grandezza naturale, che si conser-
va nel palazzo pubblico di Pieve
di Cadore.
VECELLIO TIZIANO, detto
Tizi anello. Da Marco Vecellio,
cugino ed allievo di Tiziano, nac-
que Tizianello verso il iò^o, ed
apprese f arte nella scuola pater-
na. Fu grande pittore veramen-
te, ma si allontanò alquanto dalla
purità della scuola vecellia , per
seguire le novità che allora inco-
minciavano ad apprezzarsi assai di
Pietro da Cortona e di Michelan-
gelo da Caravaggio. Trovansi in
Venezia molti suoi quadri, uno
bellissimo nella chiesa parrocchia-
le di Lau nel territorio trivigia-
110 , e molti in Inghilterra ed al-
trove , creduti opere del maggior
Tiziano. Viveva ancora del 1646,
e s’ ignora il preciso anno, in cui
cessò di vivere.
LJDEN (Luca Vajn-), natola
UD
Anversa nel i5g5, fu ammaestrato
ne’ principi dell’ arte da suo pa-
dre, mediocre pittore che ben to-
sto superò. Indi si mise a studiare
la natura , e si fece in breve an-
noverare tra i migliori paesisti. Ru-
bens lo ajutò co’ suoi consigli, e
colf aggiugnere ai suoi paesi ec-
cellenti figure ; lo che accrebbe in-
finitamente la fama di Uden , il
quale dopo tale epoca venne più
volte adoperato da Rubens per fare
i fondi de’suoi quadri. Le più pre-
giate opere di quest artefice sono
alcuni gran quadri della cattedrale
di S. Bavon a Gand. Non è nota
1 epoca della di lui morte.
UDINE (Girolamo da), pit-
tore friulano, non ricordato dal
Vasari , lasciò a S. Francesco di
Udine una Coronazione della Ma-
donna , pregevole per vigoroso co-
lorito e per buon impasto, seb-
bene d’ invenzione alquanto biz-
zarra. Operava circa il i54o.
—-Giovanni oNanni da,
della famiglia Ricamatore , nacque
in Udine nel 1491, o come altri
credono nel 1489, e fu in Vene-
zia allievo di Giorgione da Castel-
franco ; morto il quale nel i5ii,
passò a Roma, ove si acconciò con
Raffaello per dipingere gli ornati
nelle camere e logge del Vaticano-
Era Giovanni uomo di carattere
timido e fatto alla buona, onde
il Sanzio e tutti i suoi allievi ed
ajuti lo amavano assai. Eransi di
(juei tempi scoperte le grotte di
fito , onde da queste prese Gio-
vanni quel fino e delicato gusto
degli ornati di stucco e di pittura,
che sebbene disapprovato altamen-
te da Vitruvio e dalla ragione ,
venne poi sempre praticato da più
gentili pittori. Da coloro che non
conoscevano la sua buona e sem-
plice natura fu perciò incolpato
con Raffaello , col Pinturicchio ,
col Vaga , con Morto da Feltre ,
di avere fatto chiudere , dopo co-
piati gli stucchi e le pitture, Fin-
fu qualche tempo a Venezia nella
scuola di Tiziano. Pochissimi imi-
tarono così felicemente lo stile del
maggiore Vecellio, niuno dei Ve-
cell) conobbe meglio di Cesare la
prospettiva e 1’ architettura, on-
de in tutti i suoi quadri si vede
qualche bel fabbricato. Pubblicò la
famosa sua opera Degli abiti an-
tichi e moderni nel 1690, di cui
ne disegnò egli stesso le figure, e
poco dopo 1’ altra rarissima dei
merletti. Morì assai vecchio in prin-
cipio del 1600 , lasciando molte
opere in Pieve di Cadore , in Bel-
luno, in Lentiai, ec. Suo fratello
VECELLIO (Fabrizio), mori
assai giovane dopo aver fatte poche
cose che davano di lui grandi ®spe-
ranze. Un suo bel quadro allegorico
conservasi nel pubblico palazzo di
Pieve di Cadore.
——-—■ Tommaso , figliuolo di
Gì ’aziano di Cadore, nacque poco
dopo il 1670 , e fu scolaro di
Marco Vecellio suo cugino. Morì
giovanetto, non lasciando che un
bel quadro con mezze figure di
grandezza naturale, che si conser-
va nel palazzo pubblico di Pieve
di Cadore.
VECELLIO TIZIANO, detto
Tizi anello. Da Marco Vecellio,
cugino ed allievo di Tiziano, nac-
que Tizianello verso il iò^o, ed
apprese f arte nella scuola pater-
na. Fu grande pittore veramen-
te, ma si allontanò alquanto dalla
purità della scuola vecellia , per
seguire le novità che allora inco-
minciavano ad apprezzarsi assai di
Pietro da Cortona e di Michelan-
gelo da Caravaggio. Trovansi in
Venezia molti suoi quadri, uno
bellissimo nella chiesa parrocchia-
le di Lau nel territorio trivigia-
110 , e molti in Inghilterra ed al-
trove , creduti opere del maggior
Tiziano. Viveva ancora del 1646,
e s’ ignora il preciso anno, in cui
cessò di vivere.
LJDEN (Luca Vajn-), natola
UD
Anversa nel i5g5, fu ammaestrato
ne’ principi dell’ arte da suo pa-
dre, mediocre pittore che ben to-
sto superò. Indi si mise a studiare
la natura , e si fece in breve an-
noverare tra i migliori paesisti. Ru-
bens lo ajutò co’ suoi consigli, e
colf aggiugnere ai suoi paesi ec-
cellenti figure ; lo che accrebbe in-
finitamente la fama di Uden , il
quale dopo tale epoca venne più
volte adoperato da Rubens per fare
i fondi de’suoi quadri. Le più pre-
giate opere di quest artefice sono
alcuni gran quadri della cattedrale
di S. Bavon a Gand. Non è nota
1 epoca della di lui morte.
UDINE (Girolamo da), pit-
tore friulano, non ricordato dal
Vasari , lasciò a S. Francesco di
Udine una Coronazione della Ma-
donna , pregevole per vigoroso co-
lorito e per buon impasto, seb-
bene d’ invenzione alquanto biz-
zarra. Operava circa il i54o.
—-Giovanni oNanni da,
della famiglia Ricamatore , nacque
in Udine nel 1491, o come altri
credono nel 1489, e fu in Vene-
zia allievo di Giorgione da Castel-
franco ; morto il quale nel i5ii,
passò a Roma, ove si acconciò con
Raffaello per dipingere gli ornati
nelle camere e logge del Vaticano-
Era Giovanni uomo di carattere
timido e fatto alla buona, onde
il Sanzio e tutti i suoi allievi ed
ajuti lo amavano assai. Eransi di
(juei tempi scoperte le grotte di
fito , onde da queste prese Gio-
vanni quel fino e delicato gusto
degli ornati di stucco e di pittura,
che sebbene disapprovato altamen-
te da Vitruvio e dalla ragione ,
venne poi sempre praticato da più
gentili pittori. Da coloro che non
conoscevano la sua buona e sem-
plice natura fu perciò incolpato
con Raffaello , col Pinturicchio ,
col Vaga , con Morto da Feltre ,
di avere fatto chiudere , dopo co-
piati gli stucchi e le pitture, Fin-