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De L LE I'STORIE
ciouc aila giornata, e dopo una gran znffa fnrono
rotti ; dov c morì Piero fratclio dei Rc, il corpodel
sjualc non si trovo mai, c con qucllo più chc i mi-
Ja uomini furono ammazzati. Nè dalla partc d’
Vg uccione ftt Ja vittoria allegra, perchc vi morì un
suo figliuolo con molti altri Capi dcilo esercito, I
Fiorentini dopo quessa rotta afforzarono ie loro.
Terre allo intorno, cd ii ReRoberto mandò perloro
Capirano il Conte di Andria, detto il ConteNovelIo»
per i pcrtamenti del quale, ovvero perchè sia natu-
rale ai Fiorcntini che ogni Stato rincresca, c ogni
accidente gli divida, la città , non cssante la guer-
ra avcva con Uguccione, in amici e nemici del Re
ss clivise. Capi de’ nemici crano Mcsser Simon
della Tosa, i Magalotti con 'certi altri popolani »■
i qunli crano nel governo agli altri superiori. Co*
ssoro operarono che si mandasse in Francia, e dipoi
uelia Magna, per trarne Capi c gente, pcr poterc
poi alP arrivare loro cacciare il Contc, governntoic
per il Re. Ma la fortuna fcce ché non poteroiìo
averne alcuno. Nondimeno non abbnndonnrono i’
impresa loro, e cercando d’ uno per adorarlo, noa
potendo di Francia nè della Magna trarlo., lo trasse-
trassero di Agobbio, e avendone prima cacciato il
Conte, fecero venire Lando d’ Agobbio pcrEsccuto-
re, ovvero pcr BargeJlo, al q.uale pienissima potessà.
sopra i cittadini dettcro. Costui era uomo rapace e
crudele, e andando con molti armatj pcr la terra,
la vita a quefìo eaqucllo altro, secondo la volontà
di coioro che l’ avevano elctto, toglieva ; c in tan-
ta insoienza vcnne, chc batteva moneta falsa dcl
(couio Fiorentino, seuaa ch’ aicuno opporsegli ardis-
sc;
De L LE I'STORIE
ciouc aila giornata, e dopo una gran znffa fnrono
rotti ; dov c morì Piero fratclio dei Rc, il corpodel
sjualc non si trovo mai, c con qucllo più chc i mi-
Ja uomini furono ammazzati. Nè dalla partc d’
Vg uccione ftt Ja vittoria allegra, perchc vi morì un
suo figliuolo con molti altri Capi dcilo esercito, I
Fiorentini dopo quessa rotta afforzarono ie loro.
Terre allo intorno, cd ii ReRoberto mandò perloro
Capirano il Conte di Andria, detto il ConteNovelIo»
per i pcrtamenti del quale, ovvero perchè sia natu-
rale ai Fiorcntini che ogni Stato rincresca, c ogni
accidente gli divida, la città , non cssante la guer-
ra avcva con Uguccione, in amici e nemici del Re
ss clivise. Capi de’ nemici crano Mcsser Simon
della Tosa, i Magalotti con 'certi altri popolani »■
i qunli crano nel governo agli altri superiori. Co*
ssoro operarono che si mandasse in Francia, e dipoi
uelia Magna, per trarne Capi c gente, pcr poterc
poi alP arrivare loro cacciare il Contc, governntoic
per il Re. Ma la fortuna fcce ché non poteroiìo
averne alcuno. Nondimeno non abbnndonnrono i’
impresa loro, e cercando d’ uno per adorarlo, noa
potendo di Francia nè della Magna trarlo., lo trasse-
trassero di Agobbio, e avendone prima cacciato il
Conte, fecero venire Lando d’ Agobbio pcrEsccuto-
re, ovvero pcr BargeJlo, al q.uale pienissima potessà.
sopra i cittadini dettcro. Costui era uomo rapace e
crudele, e andando con molti armatj pcr la terra,
la vita a quefìo eaqucllo altro, secondo la volontà
di coioro che l’ avevano elctto, toglieva ; c in tan-
ta insoienza vcnne, chc batteva moneta falsa dcl
(couio Fiorentino, seuaa ch’ aicuno opporsegli ardis-
sc;